Com’è sottile il confine, mio Alessandro
Com’è sottile il confine tra la
vita e la morte, mio Alessandro.
La conosci, la morte?
La tua compagna. La tua sorella maledetta.
L’ho vista nei tuoi occhi, ogni giorno.
Ma non la conosci.
Tu non sai cosa sia la morte.
La morte non la vedrai sui campi di battaglia. Non la
leggerai sui volti esangui dei ragazzi che sono stati squartati prima ancora di
poter vivere. Non la scorgerai aggirarsi silenziosa tra gli animi dei
cospiratori che attentarono alla tua vita.
La morte, tu non sai cosa sia. Ma io la conosco.
La mia morte sei tu, Alessandro.
Perché ora sento il morbo agitarsi dentro di me, crescere,
divorarmi.
Non te lo dirò. Non ti rivelerò mai che sto per lasciare
questo mondo. Che sono avvelenato, malato.
Ma la morte non è questa. Il morbo non è nulla a confronto.
La morte l’ho sentita tanto tempo fa stritolarmi il ventre,
uccidermi il fiato. L’ho vista sorridermi malignamente da quel suo viso
di guerriera, quando decidesti di sposarla.
Quel bacio. Quello è stato la mia morte: tu che ti
stringevi a lei e sorridevi e rovinavi il mio mondo. E segnavi la fine del tuo
impero, del tuo unico sogno.
Non sono mai stato così vicino a morire come quella volta,
Alessandro.
Adesso pensare che dopo un attimo sconosciuto non aprirò più
gli occhi, non mi fa paura. Non provo alcun dolore.
Solo un rimpianto, dentro di me.
Questa notte ti dirò addio, Alessandro.
Entrerò nella tua stanza con passo fermo e invisibile. Ti
vedrò steso nel letto, addormentato in un profondo sonno senza sogni. Mi
avvicinerò, ma tu non mi sentirai.
Lei non ci sarà.
Solleverò lentamente le coperte e
svelerò alla fioca luce delle candele il tuo corpo nudo. Con le dita sfiorerò
la tua pelle profumata e percorrerò quel sentiero dolcissimo che conosco da
sempre.
Ti accorgerai di me, ma non dirai
nulla.
E allora ti dirò addio. Ti dirò
addio amandoti come non ho mai potuto fare.
Ti dirò addio con i miei baci, con
le mie carezze, con i miei sospiri, con il tuo nome sulle mie labbra.
Non capirai, Alessandro. Come non
sei mai riuscito a comprendermi, non saprai che ti sto dicendo addio.
La mattina, già non ci sarò più.
E nessuno serberà il ricordo di
questa notte. Nemmeno la tua coscienza.
Ritornerà con te solo se lo vorrai,
quando io non ci sarò più. E piangerai.
Com’è sottile il
confine tra la vita e la morte, mio Alessandro.
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Sono graditi i commentini. ^.-
Grazie.
Aki