Questa
sera è successo qualcosa di inaspettato.
Come
quasi d’abitudine, esco fuori al balcone a fumare una
sigaretta. La cosa strana è che, uscendo, mi sono guardata
intorno ed il mio sguardo si è soffermato su di un vicino
che ha comprato casa nel mio vicolo, è di Milano e scende
quasi ogni estate; fin qui non c’è nulla di
strano, tranne per il fatto che a differenza negli anni scorsi, se ne
stava da solo seduto sulle scale con lo sguardo fisso.
D’istinto
mi viene voglia di scendere e di avvicinarmi a lui per chiedergli se
sta bene, ma un ricordo si è fatto strana nei miei pensieri.
Quando
ero piccola sgridava sempre me e i miei amici, odiavo il suo accento
milanese era arrogante e senza tatto. Per alcuni minuti mi sono
limitata a guardarlo, ma poi sono scesa.
Mi
sono avvicinata alle sue scale ed è iniziato così
la nostra conversazione:
<< Si
sente bene?>>
gli dico con un filo di voce. Era preso da altro perché gli
ho dovuto ripetere la domanda
<<Cosa?
Ah sì, grazie>>
mi risponde con voce incerta e quasi in modo meccanico.
Non
so se andarmene, ma qualcosa dentro di me mi avvisa che devo restare.
Lo
guardo e con quel poco di coraggio gli chiedo << L’ho
vista sul balcone da solo, con lo sguardo perso,
c’è qualcosa che non va..?>>
Rimane
sorpreso, ma poi stranamente mi dice << Come
mai stavi fuori al balcone? Non dovresti stare in giro a divertirti con
i tuoi amici?>>
- Bella domanda signore, peccato che ormai di amici non ne ho
più- mi verrebbe da dirgli
<< Ogni
tanto c’è bisogno di starsene per conto
proprio a fumare una sigaretta>>
unica risposta che mi viene in mente in quei pochi secondi;
<< Lei
invece, non mi ha risposto…>>
noto che, con gli anni andare ho ancora paura di lui, era un uomo
così cattivo.
<< Non
credo che siano affari tuoi>>
ed eccolo di nuovo come un tempo, non ho nessuna intenzione di
andarmene senza sapere qualcosa, cazzo sono scesa apposta. Ok forse
sono troppo esagerata, ma qualcosa deve pure avere, non è il
tipo che se ne sta così.
<< Come
mai gli anni scorsi non è sceso?>>
Azzardo con questa domanda
Sembrava
essersi perso di nuovo << Non ci
andava di scendere>>
<< Capisco.
Sua moglie come sta?>>
So che tra poco scoppierà, non è un tipo molto
loquace
<< Ma
cos’è un interrogatorio?>>
Come volevasi dimostrare
<< No
affatto, era per conversare. Scusi il disturbo>>
Sto per andarmene con la coda tra le gambe quando gli sento dire
<<Mia
moglie stava male dovevo occuparmi di lei… Ora che
è morta non riesco a stare in quella casa dove ogni cosa me
la fa ricordare.>>
Non mi aspettavo questa risposta, sono senza parole ma un condoglianze
o un mi dispiace è troppo scontato… Dio che cosa
brutta.
<<Mi…
dispiace davvero, non volevo farle ricordare…>>
non so neanche come continuare questa frase.
<< Non
lo sapevi, non preoccuparti>>
Non mi azzardo a chiedergli che male avesse, penso che dopo la morte di
una persona così cara non è buono far rivivere
quei momenti, la causa, ne tanto meno i momenti felici.
Ma
con mia sorpresa aggiunge << Tu
invece, come mai non sei uscita?>>
ed io << Meglio
starsene da soli quando la compagnia non è buona, tanto ci
pensano le sigarette a tirarmi su>>
E’ cambiato, già l’avermi rivelato
quella perdita non era affatto da lui.
<< Da
quanto tempo fumi?>>
<<
Tre anni direi, ma poi
ho smesso per 2 mesi>>
<<
Come mai hai ripreso?>>
Sembra che si sia concentrando su di me per non pensare ad altro, e
l’argomento è proprio il mio fumare, chi
l’avrebbe mai detto.
<< Ho
fatto la cazzata di mentire ad una persona… Non dovevo, mi
sono scusata ma ora se n’è andata per pensare cosa
fare>>
magari con lui posso sfogarmi, ormai le sigarette non danno
più l’effetto di una volta.
<< Perché
hai mentito?>>
<< Mh
in passato ero molto insicura, confusa. Avevo dei pregiudizi su questa
ragazza a causa della sua religione, cioè, l’ho
giudicata troppo in fretta, ma con il passare degli anni
è stata l’unica nel restarmi accanto, nel sentirmi
blaterare le solite frasi, soliti argomenti… Quando mi sono
decisa a dirle la verità, beh come biasimarla, dopo sei anni
di amicizia è stato un colpo per lei scoprirlo…>>
Lascio la risposta a metà già sapendo che dopo
questa non avrà capito un accidenti però si
lascia scappare un mh pensieroso, so benissimo che non ha capito di
quale fosse la bugia, quindi mi anticipo dicendogli << Da poco
ho detto di essere bisex. La prima persona al quale l’ho
detto è stata la mia ex ragazza, appunto ormai ex,
dopodiché l’ho detto a questa amica che si
è presa del tempo>>
<< Ed
è una bugia perché tu le hai detto che eri
etero..?>>
riesce a dirmi avendo sul suo volto un’espressione quasi come
uno psicologo che prende appunti mentalmente.
<< Beh se
fosse stato così non si sarebbe presa del tempo,
la menzogna è che, conoscendola tramite un sito su internet,
ed essendo io a quei tempi insicura, mi sono finta un’altra
persona.>>
Ok ora è sorpreso per questa notizia <<Già,
è stata una cazzata enorme, le ho mostrato un ragazzo
facendole credere che fossi io e lei ci ha creduto>>
Ora che ha capito meglio vedo che mi guarda un po’ con
disgusto ed amarezza.
<< Cos’è
quello sguardo?>>
Gli dico con voce decisa
<< Purtroppo
ai miei tempi non si sentiva di frequente l’essere bisex,
come hai detto tu. Essendo vecchio non riesco neanche a capire la
gioventù di oggi e di questi nuovi mezzi di comunicazione,
però posso dirti che hai sbagliato e lo sai anche tu,
dovresti darle solo tempo.>>
<< Lo so,
ho mentito a persone che non se lo meritavano, proprio come lei. Spero
che mi lascerà rimediare>>
Guardiamo in un punto sperduto poi però vorrei farlo parlare
<< Posso
chiederle che malattia aveva sua moglie?>>
Rimane un per un po’ in silenzio ma poi mi risponde:
<< Aveva
un tumore al seno ormai avanzato, se n’è resa
conto troppo tardi…>>
compaiono le prime lacrime
<< Era
davvero una bellissima donna…>>
ed era così. Bionda, occhi chiari, fisico asciutto e sempre
curata. Quando ero piccola pensavo come mai si fosse sposato con lui,
lei era così dolce e gentile. D’un tratto la sua
risposta mi lascia senza parole
<< Già.Ti
posso garantire che fumare non ti aiuterà a niente. Non ti
tirerà su come dici, ma ti farà venire solo male.
Se devo essere sincero, mi fa rabbia pensare che oggi giorno alle prime
difficoltà subito ricorrete alle droghe, canne ed altro; ai
miei tempi non c’erano tutte queste schifezze, si affrontava
il problema, se ne parlava.>>
<< Ha
ragione, ma sa i tempi sono cambiati, le persone sono
cambiate.>>
<<
Cosa vorresti dire che non c’è più
tempo per dialogare?>> mi
scruta con i suoi grandi occhi con ormai i segni
dell’età avanzata.
<<Non
dico questo, ma quando un adolescente si confida con un genitore
vorrebbe l’appoggio anche se ha sbagliato, invece i genitori
ascoltano quel suo problema come se fosse futile, magari lo
è, ma è un problema serio per quel figlio. I
grandi sono troppo presi da altro e trascurano così i loro
figli “fragili”>>
A queste parole si gratta la fronte pensando a cosa replicare, mi fa
sorridere vederlo così concentrato.
<<Questo
non giustifica il fatto che per un problema uno deve drogarsi. Forse
hai detto bene tu, siete una generazione di persone fragili, non
combattete, cedete subito a temporanei sollievi perché di
questo si tratta, sono solo ed esclusivamente dei sollievi che non
dureranno molto.>>
Cavolo ha perfettamente ragione…
<<E’
così… Ma quando il dolore è troppo da
sopportare sembra che sia davvero l’unico rimedio che hai per
sopravvivere>>
<< Io
allora cosa dovrei fare? Ho perso l’amore della mia vita
eppure combatto ogni giorno questo dolore lancinante che mi porto
dentro; dovrei drogarmi? No, sono troppo vecchio, ma non ti nascondo
che molte volte mi passa per la mente un pensiero che mi dice
‘Perché continui a vivere? Non hai più
niente, non hai una moglie, non hai dei figli che ti ospitano
né dei nipoti da vedere’ combatto anche questo
pensiero.>>
Resto di nuovo senza parole. Anche gli uomini perdono il controllo, ed
io non riconosco più quest’uomo
<<Posso
immaginare il motivo, il dolore che le corrode
all’interno… Ha ragione a scacciare via quel
pensiero, so che saranno le solite frasi fatte ma le servirà
molto tempo e dovrebbe svagarsi. Sa, anche mio nonno ha perso sua
moglie, sempre a causa di una malattia…>>
Mi guarda e vorrei tanto abbracciarlo, ma non posso
lasciarmi trasportare così.
<< Cos’aveva?>>
<<Beh
aveva l’Azheimer ed anche il Parkinson… Si notava
di più l’ultima, mentre per la prima dopo due anni
iniziava ad avere difficoltà nell’esprimersi, si
era ridotto di molto il suo vocabolario linguistico…
E’ stato brutto vederla andare via così..>>
Decido
di congedarmi perché sto sull’orlo di piangere a
dirotto e non voglio che succeda e la situazione è diventata
un po’ imbarazzante. Non gli do il tempo di rispondere che
mentre mi asciugo agli angoli degli occhi gli dico << Mi ha
fatto davvero piacere parlare con voi. Alla prossima>>
<< Anche
a me ha fatto piacere. Mi dispiace per tua nonna… Fammi
sapere come andrà a finire con la tua amica, e mi raccomando
non fumare! Vedrai
che si sistemerà tutto. Abbi pazienza.>>
mi dice sorridendomi.
Ricambio
il sorriso. Torno a casa pensando che, se non fossi mai scesa
l’avrei sempre visto come un tempo, buzzurro e con
l’odio nel sentire il suo accento.
Dopo
un paio di giorni, decido di chiedere a mio nonno di farci amicizia,
magari quando rincasa se lo incontra gli potrebbe parlare. Lui accetta
dopo aver voluto sapere come mai doveva conoscerlo.
Beh
ora sono amici e quando li ho visti uscire l’ultima volta, il
signore mi ha fermata per ringraziarmi e per dirmi che si sente meglio.
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