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Personaggi:
Peach, Daisy, Rosalinda, Bowser, Mastro Toad (menzionato), Luigi
(menzionato).
Genere:
Fluff, Slice of life.
Pairing:
Het, Crack pairing.
Note:
Gender bender.
Your prince is
in another castle
Sulla
terrazza principale del palazzo rosa confetto, i due principi
profittavano del momento di ozio per un confronto amichevole con lo
spadino sotto lo sguardo vigile del pallido Florindo, armato invece
di tazzina di tè alle rose, composto e silente sulla sedia
pregiata accanto al tavolino dei dolci. Era trascorsa qualche
settimana dall'ultima occasione che i tre compagni avevano avuto per
rivedersi di persona, così l'anfitrione aveva deciso di far
allontanare le guardie reali affinché loro potessero giovare di un
po' di gradita privacy.
Il
cavaliere delle galassie e padre dei graziosi sfavillotti teneva le
gambe accavallate, con l'inseparabile creaturina celeste accoccolata
in grembo a rosicchiare un lecca lecca di astroscheggia, intento a
osservare l'esercizio a cui aveva rifiutato con garbo di prendere
parte. Non che si fosse escluso per pigrizia, ma semplicemente perché
la sua esperienza nel duello sovrastava di gran lunga quella dei
colleghi più giovani che lui sarebbe stato capace di affrontare e
sopraffare persino tutti e due insieme. Il mantello che rispecchiava
il colore della volta di un azzurro intonso sopra di loro stava
schiacciato tra le spalle del proprietario e l'imbottitura ricamata,
fissato al collo dalla fibula con la caratteristica forma a stella e
riversandosi di lato in una cascata di cielo liquido.
Le cappe regali degli sfidanti giacevano sui posti attualmente vuoti.
«
Sei fuori forma, Peachy. »
Il sorridente Daffodil riusciva a tenere tranquillamente testa al
fiacco gioco di lama del rispettivo avversario, sbocconcellando una
mela tra una parata e l'altra.
«
Ho trascurato gli allenamenti di recente »
ammise il sovrano del Regno dei Funghi, increspando i tratti del viso
nello sforzo di respingere il combattivo opponente, il quale aveva
appena iniziato a reagire all'offensiva per costringerlo ad
arretrare. Il lieve sfregare degli stivali sul piastrellato era
coperto dallo stridio metallico delle lame sguainate che fendevano
l'aria.
«
Come pensi di ostacolare le intrusioni della molesta vicina di casa
se la tua strategia di autodifesa lascia alquanto a desiderare? »
Il principe dalla chioma castana si concesse un istante di pausa per
scansare un ciuffo indisciplinato che gli ostruiva la vista.
Contrariamente all'amico che conservava la pratica abitudine di
raccogliere i capelli in una coda morbida, Daffodil preferiva
lasciarli sciolti e tagliarli periodicamente quando la lunghezza
diveniva scomoda da gestire. Florindo pareva l'unico essere sulla
faccia del cosmo intero dotato dell'indiscutibile privilegio di
poterli tenere liberi di ricadergli fluenti sulla schiena, senza che
uno solo finisse fuori posto indipendentemente dall'attività a cui
egli si stava dedicando: dallo svegliarsi la mattina alle
competizioni coi kart.
«
Sono dell'idea che le parole possano rivelarsi la più efficace delle
armi. »
Peach tentò di sfilar via lo spadino dalla mano avversaria, ma la
sua mossa venne intercettata e Daffodil, dai riflessi più affilati,
portò lesto a termine il colpo che lui aveva invece fallito.
«
Come no. »
Il vincitore ridacchiò compiaciuto mentre l'arma rimbalzava
rumorosamente vicino al cornicione. «
Impartirai a Bowser la predica più sonora del secolo, così si
deciderà a lasciarti stare una buona volta? »
«
Solo perché confido profondamente in ideali pacifici, non significa che io non
sappia impormi ove necessario. »
Il principe dei toad si apprestò al recupero dell'oggetto,
chinandosi in avanti per tendere il braccio, quando una grossa testa
cornuta sbucò all'improvviso da oltre il parapetto, contornata da
una voluminosa criniera scarlatta.
«
Show time! » ruggirono corde vocali potenti.
Il
giovane emise un grido di stupore e atterrò indecorosamente sulle
terga reali.
Bowser
si issò sulla terrazza, incidendo crepe vistose nella pietra grazie
ai suoi artigli e ridendo gongolante dell'entrata in scena. «
Bwahahah! Peachy caro, mi sei mancato come le urla dei suppliziati
all'inquisitore, come la luna piena al lupo mannaro, come l'odore di
benzina al piromane. »
Il pavimento tremò sotto i passi della koopa irta di spuntoni che
non perse altro tempo in svenevolezze poetiche e sollevò il suo
adorato in stile sposa tra gli arti possenti, dando prova di una
delicatezza insospettabile dietro corazza borchiata e fasci di
muscoli.
L'ostaggio
inspirò per dar voce alle proteste che tuttavia gli morirono in
gola, rimpiazzate da risolini musicali quando la draghessa gli fece
accidentalmente il solletico, premendogli il naso sul ventre
protetto a malapena dalla stoffa della camicia e strofinandogli
contro il muso con tenerezza. Un rombo gutturale di letizia, non
troppo dissimile dalle fusa di un gattone, si unì alle vocali di
Peach a infrangere tutta la drammaticità del momento.
«
Lascialo andare, mostro! »
Daffodil si sentì comunque in dovere di proferire, puntando lo
spadino contro il nemico. Florindo estrasse la propria arma, abbellita
da una stella all'estremità dell'impugnatura, e balzò con agilità
elfica a fianco del collega, assumendo elegante la posa di guardia.
«
Ehi! » Bowser
impennò oltraggiata il collo, fulminando con le iridi roventi il
provocatore al suono dell'offesa verbale.
Daffodil
si avvide dell'occhiata critica anche dalla direzione del principe
degli astri. « Chiedo venia. »
Chinò lievemente il capo a esprimere rincrescimento per
tale perdita di creanza. « Facciamo che lo lasci
andare e non ti succederà niente. »
La
koopa esalò sprezzante uno sbuffo di fumo dalle narici. «
Facciamo che Peachy e io ce ne andiamo tranquilli senza che
v'impicciate e non succederà niente a voi. »
Si diede così inizio a una gara di sguardi dove nessuno dei tre
contendenti manifestò l'intenzione di cedere. Se Peach fosse stato
da solo, Bowser l'avrebbe avuta vinta a mani basse, ma con
l'assistenza degli amici volenterosi le sorti di quella mattina si
potevano ribaltare.
Una
volta calmatosi e ricompostosi alla bell'e meglio, premuto contro il
torace robusto della koopa, il motivo stesso della disputa stabilì
di intromettersi prima che si sfiorasse il peggio. « Credo sia il
caso di lasciare le cose come stanno » dichiarò asciugandosi una
lacrima di ilarità con l'indice.
Daffodil
abbassò un poco la sua lama, tutt'altro che persuaso. « Sul serio?
» domandò voltandosi poi verso l'impassibile Florindo, in cerca di
collaborazione.
Il
pacifista del gruppo annuì. Non sopportava il pensiero che coloro ai
quali teneva arrivassero a farsi la guerra e infierire l'un l'altro
per sua causa. I principi lì presenti costituivano le amicizie più
preziose per lui e, sebbene il rapporto con la bellicosa Bowser fosse
assai complicato da spiegare, in fondo Peach non riusciva a serbarle
livore quando costei sembrava desiderosa fondamentalmente di
conquistarsi la sua approvazione e di dimostrargli affetto, seppur
ricorrendo a maniere discutibili.
Florindo
rinfoderò lo spadino e la koopa girò sui tacchi per saltare dentro
la Clown Car fluttuante sotto la terrazza, ignorando disinteressata
le obiezioni del futuro re di Sarasaland. Aveva ottenuto quello per
cui era giunta e null'altro le importava ormai.
Peach
salutò i due compagni dalla presa salda della draghessa, agitando
una mano e assicurando loro che alla conclusione del rapimento di
cortesia si sarebbe premurato di organizzare un'altra rimpatriata per
farsi perdonare. Nel frattempo avrebbe caparbiamente continuato a
tentare di convincere la delinquente incallita ad abbandonare la via
del Male e instaurare finalmente un legame di pace tra i rispettivi reami.
Daffodil
assistette indispettito alla scena, riponendo l'arma e incrociando le
braccia con stizza per aver permesso alla dispotica Bowser di
passarla liscia anche questa volta. Scorse con la coda dell'occhio il
cavaliere delle galassie ripiegare verso il buffet per afferrare un
piatto e provvedere ad accumularvi i dolcetti rimasti intoccati. «
Dove te ne vai? »
Il
secondo testimone del sequestro lo degnò della propria attenzione,
sospendendo per un attimo l'approvvigionamento. « Vuoi
farti trovare ancora qui quando la signorina Toad scoprirà cosa è
avvenuto? » La
sua voce suonò meno atona del solito e si poté carpire una nota di
urgenza. Le sfuriate dell'anziana governante esercitavano un certo
timore anche sullo stoico Florindo.
Daffodil
si soffermò a riflettere. « Immagino che andrò a
informare le sorelle Mario personalmente »
concluse, recuperando il mantello intanto che il collega si preparava
ad ascendere al suo osservatorio. E con l'occasione si sarebbe
offerto di accompagnarle in missione per stare vicino alla dolce
Luigina.
Nota
d'autrice:
Era
da un po' che rimuginavo sulla 34° one-shot della mia raccolta, dove
ho sguazzato per la prima volta nello spasso del genderbanding.
Siccome è stata così breve e ultimamente mi è sorta una certa
nostalgia della mia coppia preferita... questo è il risultato.
Grazie
a tutti i lettori :]
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