Steve

di funny1723
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STEVE



 
Non ci può essere amore dove non c’è fiducia.
(Edith Hamilton)






"Mi hai sempre mentito, quindi?"
Fiona strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. Il labbro inferiore le tremò appena. 
"La nostra relazione, la nostra vita insieme, il tuo lavoro, era tutto un inganno del cazzo?" 
La voce rotta. 
"Cos'è? Il povero ragazzetto ricco si annoiava a vivere nella bambagia? Eri stanco del lusso e ti sei detto: "Ehi, perchè non prendere un po' per il culo quella troietta del pub?"" 
Il respiro le si fece corto. 
Non avrebbe pianto. 
Fanculo, sarebbe morta piuttosto che mostrarsi debole davanti a lui.
"Allora? Non hai più niente da dire?" 
Steve fece un passo verso di lei, in silenzio.
"Non osare toccarmi, cazzo." 
Stava urlando, lo sapeva. 
Steve avanzò ancora. Ogni passo che faceva verso di lei accendeva in Fiona un'emozione diversa. Rabbia. Odio. Frustrazione. Dolore. Paura. 
Quando alla fine Steve fu abbastanza vicino, la abbracciò. Fiona lo prese a pugni, lo strattonò. 
Inveì contro di lui e contro se stessa per la sua ingenuità. 
Steve non la lasciò mai. 
Neanche quando lei gli disse di andarsene. Neanche quando iniziò a piangere. Neanche quando gli disse che lo odiava, che per lei era morto e sepolto.
Neanche quando gli disse che non si fidava più. Che non lo amava più.
Alla fine Fiona rimase immobile fra le sue braccia. 
Una statua di sale al centro del mondo. 
"Ti amo." 
Steve le carezzò una guancia.
"Questo è vero e, per quanto mi riguarda, lo sarà sempre." 
Fiona lesse nei suoi occhi una verità sconcertante. 
"Ti amo." ripetè ancora. 
La giovane Gallagher sospirò piano, prima di allontanarsi ed andarsi a sedere sul divano. Era così stanca di lottare contro il mondo intero, di rimanere sempre delusa da tutti e col culo per terra.
Aveva avuto un'infanzia di merda con un padre negligente ed una madre inesistente, eppure era sempre stata certa che prima o poi le cose sarebbero potute cambiare, che da qualche parte ci sarebbe stato qualcuno in grado di salvarla, di tirarla fuori da quel letamaio. Qualcuno che l'avrebbe presa per le spalle e con sguardo serio, ma dolce le avrebbe in fine detto: "Fiona Gallagher, tu sei una bella persona e mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare, ma sappi che c'è ancora tempo per te, sappi che meriti di essere felice."
Che stupida era stata.
Sorrise amaramente della propria ingenuità. La vita non chiede mai scusa.
Non sarebbe mai arrivato nessuno a salvarla. Nessuno l'avrebbe mai portata via. La felicità quelle come lei non se la meritavano. 
Steve restò immobile al centro della stanza a fissarla. In attesa.
"Come vuoi che ti chiami?" lo disse in modo brusco, quasi beffardo, eppure Steve sorrise lo stesso. 
Il cuore colmo di gioia. 
"Chiamami come hai sempre fatto. Io sono la stessa identica persona che hai conosciuto quella sera nel pub, okay? Non è cambiato niente."
Fiona scosse la testa. Dentro di lei il nulla.
"Ti sbagli," 
Steve andò a sedersi accanto a lei. Erano abbastanza vicini dal sentirsi, ma non abbastanza da toccarsi. 
"È cambiato tutto."

 




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