Rivali, Amiche, Amanti.

di Irene_Violet
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Rivali, amiche, amanti.

 

One Shot (840 parole)
– POV: Frederica Bernkastel;
– Ship: Bernkastel x Lambdadelta;
– Timeline: Episode 8: Twilight of the Golden Witch.

 

Sperava davvero che quel dannato messaggero stesse scherzando, anche se le prese in giro la infastidivano, sarebbe stato meglio subire uno stupido scherzo, che scontrarsi contro una simile sventura come quella che le stava comunicando, con i suoi miagolii, facendole rapporto.
 

"Ma sta facendo sul serio? Allora è davvero un'idiota!" - pensò.


Un brivido freddo le percorse la schiena; quella sciocca aveva radunato i suoi mostruosi amici e li stava conducendo alla carica contro quelli del Senato – di per sé non sarebbe stato un grave problema, ma non stava considerando contro chi si stesse mettendo –. Un gesto di tale portata, sarebbe equivalso a sfidare a viso aperto una grande potenza, doveva essere davvero sfacciata per decidere di intavolare una simile mossa.
 

«Potrebbe farlo... sa essere davvero stupida alle volte. Svelto il telefono!» - strillò ed il messaggero eseguì in un balzo la sua richiesta.
 

Quella ragazza, proprio come lei si annoiava facilmente, aveva saputo sorprenderla in più occasioni, la conosceva troppo bene, era il genere di persona a cui piace il gioco pericoloso, che agisce senza pensare di quando in quando e in quelle occasioni, è in grado di compiere scelleratezze immani, come farsi una grande nemica dal potere illimitato, quale la Strega che era riuscita ad innalzarsi ad una divinità. Non appena realizzò la pazzia che avrebbe potuto commettere sentenziò:
 

«Devo chiamarli immediatamente e dire loro di ritirasi da questa stupida guerra!».
 

Quando finalmente ebbe l'apparecchio tra le sue mani... ecco che un nuovo brivido le attraversò il corpo: per un momento la colse un lieve sentore di panico... – sempre che quella sensazione, porti questo particolare nome – . Si sentì persa e preda dello sconcerto, notando quello che era un dettaglio, preciso del telefono appena pervenutole.
 

«Uhm... i numeri di telefono...... Perché, non ho nessun numero salvato in quest' affare?»
 

La domanda era tanto banale, quanto la risposta scontata; essa le si palesò di fronte con tutta la sua amarezza ed il sentore di vuoto che lo accompagnava. Un crudo dato di fatto, per la più crudele di tutte le Streghe.
 

«Giusto. è vero... dopotutto io, non ho nessun amico».
 

Portò l'unghia dell'indice della mano destra alla bocca, l'aveva già bella che consumata, mentre le possibili catastrofi che quella sciocca avrebbe provocato con l'aiuto di quei suoi mostruosi compari, le sfrecciavano come fulmini per la mente; ignorò lo stato di quell'unghia e la morse ancora ed ancora, ignorando di conseguenza anche il sangue che cominciava a scendere da essa. Aveva già avuto modo di avere tra le labbra il sapore del sangue, ma non riuscì a frenare la frustrazione tanto da anestetizzare anche il dolore che lsi stava infliggendo... poiché sarebbe stato nulla in confronto al putiferio imminente che quella ragazza avrebbe generato. Reggendo l'apparecchio in una mano e mordendo l'unghia del pollice della mano sinistra, le tornò alla mente un altro particolare essenziale:
 

"Tu sei l'unica amica che io abbia mai avuto. L'unica che mi comprenda, che mi somigli. La mia più grande amica e rivale, come non ne esisteranno altre, anche oltre l'infinito mare di frammenti e le svariate varietà di mondi. Tu sei unica. Certo, sei rumorosa, fastidiosa, ed irritante, spesso mi innervosisci. Però, è il sapere di rivederti ad intervalli secolari, che mi spinge a vagare tra i frammenti, perché so che dopo chissà quante ricerche infruttuose, la tua dolce... quasi nauseante presenza, mi porterà un'altra volta verso un orizzonte diverso, a me sconosciuto. E che siamo compagne o rivali poco importa, l'idea del confronto è sempre l'aspetto più interessante. Mia adorata, sei l'unica cosa che conta davvero. Non essere stupida, e vieni ad affrontarmi... non coinvolgere altre pedine... lo sai che se qualcuno deve sconfiggerti ed umiliarti, quella devo essere io... e nessun altro. Quindi...!".
 

Continuò a massacrarsi quel dito per istanti che le parvero eterni, poi poggiò il ricevitore, dal momento che sarebbe stato perfettamente inutile, comporre qualsiasi tipo di numero: se quella ragazza si metteva in testa qualcosa, l'avrebbe portata a compimento andando fino in fondo, questo era perfettamente chiaro. Non restava che agire, per scongiurare di persona, le sue intenzioni. Decise quindi di smetterla di starsene lì impalata e di raggiungere il luogo in cui si sarebbe svolta la festa indetta da Auaurora; se la conosceva abbastanza, allora sarebbe accorsa con i suoi rinforzi, Beato e gli altri a seguito, proprio in quel luogo, per cercare di rovinare tutto. In tutta franchezza, sperava non vi fossero interferenze; comunque sarebbe andata a finire, però, ancora una volta sarebbero state l'una contro l'altra. Il pensiero la esaltava, mentre cominciò ad aggirarsi per quell'immenso labirinto di scaffali. Qualunque cosa sarebbe successa di lì a poco, certo sarebbe stata una valida forma d'intrattenimento. La prospettiva la riempiva di gioia e la sua coda ebbe un leggero fremito al pensiero. E mentre l'attesa e la distanza tra loro si faceva sempre più sottile, la Strega dei Miracoli sorrise, per poi ritornare impassibile poco dopo – attendendo che la sua bionda avversaria facesse la sua comparsa all'orizzonte – dopo aver mormorato:
 

«Ti Amo Lambdadelta!»





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