Non ho particolari introduzioni per questa one shot.
Devo solo dire che l’ho scritta un po’ di tempo fa
ma dopo aver letto altre storie pubblicate in questo fandom, ho pensato
che non fosse all’altezza di comparire accanto ad esse.
Tuttavia stasera sento il bisogno di pubblicarla… ed eccomi
qua!
Non so quanto possa valere per voi ma… per me ha ha un
significato particolare, soprattutto in questo momento!
Se avete un minuto di tempo…fatemi sapere che cosa ne
pensate!
In anticipo a tutti voi che leggerete e magari lascerete un
commento… grazie!
Un’ultima cosa!
La battuta finale è tratta da The Poet and the Pendulum (da
Dark Passion Play) ed è sostanzialmente il necrologio di
Tuomas.
Non sono più i Nightwish di Tarja… non serve
dirlo.
Ma a tutti quelli che li hanno amati e che forse li amano ancora
consiglio una cosa… leggete il testo di questa canzone.
C’è l’anima di Tuomas dentro.
The Phantom
È immobile
sul palco,
nella sua consueta
postazione,
scuote il capo al ritmo
della musica,
le sue dita si muovono
rapide e producono una melodia ammaliante così come
ammaliante è lo sguardo che rivolge al mondo…
Sicuro.
Deciso.
Forte.
Falso…
Perché falso
è ciò che appare.
Falso è
ciò che egli mostra agli occhi di chi lo sta a guardare.
Falsità e
menzogna forgiano la maschera che cela il suo vero volto.
E ora…
Per l’ultima
volta e per un solo breve istante il fantasma solleva la mano e lascia
cadere la maschera dell’inganno…
E alla fine è giunto.
Il momento che hai tanto temuto è arrivato.
Con passi vellutati, leggeri e silenziosi, simili a quelli di una fiera
che striscia verso la sua preda, si è avvicinato a
voi… lento, mite e apparentemente inoffensivo celando dietro
alla consuetudine di ogni giorno la minaccia della fine ormai imminente.
Non sei stupito.
Sapevi sarebbe arrivato.
Lo attendevi.
E il dolore che hai provato nei mesi appena trascorsi ti ha perfino
indotto a sperare che tutto finisse…
In fretta.
Il più presto possibile.
Ma ora…
Ma ora vivi questi ultimi istanti come un condannato a morte davanti al
patibolo che lo accoglierà nell’ultima sua ora e
senti la corda stringersi intorno al tuo collo.
Un sorriso amaro si dipinge sulle tue labbra mentre questo pensiero
prende forma nella tua mente.
No…
Non è questo il tuo ruolo.
Agli occhi del mondo tu non sarai vittima bensì cruento
carnefice.
Ma che importanza può avere ciò che il mondo
pensa quando sei tu stesso a considerarti boia?
Sollevi lo sguardo e li osservi in silenzio...
Vorresti urlare.
Urlare a tutta quella gente che vi guarda, che vi invoca, che vi incita
e che vi applaude che questa è la fine.
“Ascoltate! Godete!
Vivete questa musica poiché la sua morte è
vicina!”
Le note scorrono dentro il tuo cuore e sulle tue dita attutendo il tuo
dolore come un misericordioso anestetico.
Socchiudi gli occhi per un breve istante e accarezzi i tasti con mano
leggera, gentile come un amante che sfiora ammirato l’oggetto
della sua passione… o della sua follia.
Ed è questo che sei.
Folle.
Come hai potuto farlo?
Come hai potuto cedere?
Come hai potuto… innamorarti di lei?
Guardala.
È sul palco davanti a te.
Canta, si muove e sorride con la consueta femminile grazia.
“Dio…
perché le hai donato tanta bellezza?”
Ascoltala.
La sua voce è una suadente malia.
Dolce, carezzevole, vellutata, profonda… conturbante.
“Perché hai
mandato un angelo a dannarmi in eterno?”
Si avvicina, ti guarda…
E nelle profondità di quegli occhi felini vedi ardere lo
stesso fuoco che ha bruciato la tua anima.
Alza una mano e disegna il profilo del tuo volto in una platonica
carezza.
Ti sta dicendo addio?
No…
Lei ancora non sa che la fine è arrivata.
Ma forse lo sente.
Sente crescere la distanza che vi separa.
Dalle tue labbra sfugge un bisbiglio… il suo nome.
Vuoi ancora i suoi occhi su di te.
Una volta ancora.
Ora.
Perché possa vedere dentro di te e sapere ciò che
ti consuma prima che la maschera della menzogna salga nuovamente a
coprire il tuo volto e a soffocare la tua anima.
“Guardami!”
Sussurra il tuo cuore.
E come se lei potesse sentirlo, eccola alzare lo sguardo su di te.
Il poeta, l’autore, il compositore, il musicista…
Scompaiono uno ad uno.
E ciò che resta è solo un uomo.
Solo un’anima…
Sconfitta dalla verità.
Oltraggiata dalla falsità.
Incatenata ad una imposta ipocrisia.
Due frammenti di giada scavano nelle profondità del tuo
sguardo…
Nelle profondità più recondite della tua anima
morta.
Lei sa.
“Lascia che io vada
Tuomas…”
Sembra implorare il suo sorriso.
“Liberami!”
Mormorano mute le sue labbra.
“
Dimenticami!”
Prega addolorato il suo spirito.
“Si! Sei libera mia
Musa! Libera da chi non ti ha avuta mai!”
Ed ecco l’incantesimo è spezzato, il suo capo si
china, il suo sguardo si allontana…
Ti abbandona.
“Addio
Tuomas!”
E ora nel vuoto della tua solitudine puoi porgere quella domanda che
non deve avere risposta…
”Mi hai mai amato
Tarja? Hai mai desiderato avermi quanto io ho desiderato avere te?
Posso lasciare che tu
vada…
Posso liberarti dal mio
amore…
Ma non pretendere che io
ti dimentichi!
Posso mentire al mondo
ma non posso mentire a me stesso!”
Fissi le sue spalle mentre si allontana.
La musica continua.
Lo spettacolo va avanti.
E la tua vita finisce qui.
Ora.
E stancamente il
fantasma risolleva la maschera a celare il suo vero volto agli occhi
del mondo.
L’agnello si
traveste da lupo e strazia le proprie carni.
Il santo si cela dietro
alle vesti del peccatore e maledice sé stesso con la propria
colpa.
La vittima ruba il ruolo
al carnefice e firma la propria condanna a morte.
“Today, in the
year of our Lord 2005,
Tuomas was
called from the cares of the world.
He stopped
crying at the end of each beautiful day.
The music he
wrote had too long been without silence.
He was found
naked and dead,
With a smile in
his face, a pen and 1000 pages of erased text.”
Save me.
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