Chuck vs Together Again

di flashmary97
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Capitolo 19-bis


Burbank, California.

Come tutte le mattine da qualche mese, Chuck si trovava nella piccola e confortevole stanzetta dell'ospedale dedicata alla riabilitazione. Con diligenza si dedicava ai suoi monotoni esercizi. Le ferite si erano ormai cicatrizzate quasi del tutto, consentendogli una maggiore libertà di movimento, ma con quel colpo alla schiena aveva comunque rischiato la paralisi. Come era strano dover imparare da capo alcuni dei gesti più semplici, come un bambino. Camminava avanti e indietro, aiutandosi con un bastone.

In quel momento Morgan si precipitò agitato nella stanza.

-Chuck!! È il momento! Muoviti amico!-

-Come è il momento? Quale momento Morgan? Calmati per favore.-

-Ma come quale momento, Chuck? Quel momento, il momento!-

-Uuuuuh ..... Quel momento! Ho capito! Quel momento ... Oh mamma! Quel momento! È arrivato! È ora! Cosa faccio? Come faccio? Morgan! Cosa devo fare? Dove devo andare? Oh cielo! È il momento! Non sono pronto.-

Chuck iniziò a muoversi affannosamente per la stanza raccattando tutte le sue cose. Inciampò in una sedia, rovesciò tutte le penne che stavano in un porta matite, si abbassò a raccoglierle e poi, mentre si alzava, picchiò la testa.

Morgan giunse in suo soccorso.

-Stai tranquillo, caro il mio papà. Lascia stare queste cose, sistemeremo tutto più tardi. Adesso respira a fondo e seguimi. Sarah ha bisogno di un Chuck forte e sicuro. Hai capito? Fai come me: respiro profondo e poi ripeti "forte e sicuro"-

-Forte e sicuro. Si!-

Disse Chuck convinto mentre si avviava con l'amico verso la sala parto.

-Bravo amico. Continua così.-

-Forte e sicuro, forte e sicuro ... - ripeteva Chuck mentre a ogni passo batteva sempre più nervosamente il bastone sul pavimento.

-Dai Chuck, ecco la sala. Sarah è lì dentro che ti aspetta. Ripetilo un'ultima volta e ... vai! -

-Forte e sicuro!- esclamò Chuck deciso. Poi, aprì la porta che aveva di fronte e ci infilò dentro la testa timorosamente.

Un forte grido uscì dalla stanza. Chuck terrorizzato emise uno dei suoi urletti e si ritrasse. Voltandosi iniziò a fare marcia indietro.

-Oh mammina mia! Io lì non ci entro nemmeno in cambio del cofanetto ad edizione limitata di Star Wars.-

Casey spuntò da dietro l'angolo e bloccò la strada al ragazzo.

-Tu ora vieni con me ed entri in quella stanza a fare il padre e il marito. Guai a te se osi rimettere piede fuori di lì prima di avere in braccio il tuo bambino.-

John spinse l'amico fin dentro la sala e si mise a fare da guardia all'esterno, a braccia incrociate.

Chuck, intimorito, prese la mano di Sarah, quasi più per fare coraggio a se stesso che alla futura mamma.

Si guardarono e si sorrisero. Poi, lui tese anche l'altra mano verso di lei per racchiudere le dita sottili dell'amata tra le sue, più robuste, come a proteggere un fragile tesoro.

Dopo qualche ora, tra i gemiti, venne finalmente alla luce un piccolo marmocchio. L'infermiera lo tese al novello papà, avvolto in una piccola copertina. Lui, goffamente, lasciò cadere il bastone e lo prese, con timore. Non sapeva come rigirarselo tra le mani e, non avendo ancora del tutto recuperato la sensibilità del braccio sinistro, aveva paura di farlo cadere. Quando mise da parte tutte le sue preoccupazioni e iniziò a guardare i brillanti occhioni del suo bambino, si calmò. Lasciò che il piccolo potesse stringergli il dito con la manina e in quel momento scoppiò in lacrime per la commozione. Cullandolo, si avvicinò con passo insicuro alla sua amata e le porse il bimbo. Lei, con la naturalezza che solo una madre può avere, lo accolse tra le sue braccia poggiandogli la testolina sul petto.

Dopo qualche minuto raggiunsero la stanza dove tutti li stavano aspettando. Al loro arrivo scoppiò un forte applauso. Mary corse incontro a Chuck per abbracciarlo, mentre Ellie si congratulava con Sarah. Morgan, assieme ad Alex, iniziò a fare buffe facce al bambino e Devon cominciò a sussurrargli suggerimenti atletici nel piccolo e tenero orecchio. Casey si intromise a salvare il nuovo nato da tutte quelle esagerate attenzioni.

-Generale ... - intervenne Sarah –Può avvicinarsi un momento?-

La Beckmann, imbarazzata, si accostò alla giovane madre. Quest'ultima rivolse uno sguardo di intesa a Chuck, che acconsentì con un cenno del capo.

-Generale ... Anzi, Diane ... Io e Chuck avremmo piacere che tu e John foste la madrina e il padrino di battesimo di nostro figlio ... -

Colta di sorpresa dalla notizia il generale si ripiegò in difensiva.

-Veramente io ... Cioè, tecnicamente parlando ... In quanto generale della CIA e suo superiore, agente Walker .... Cioè ... -

-Forza generale, si sciolga, siamo tra amici ... - Esclamò Casey, tirandole una leggera gomitata sulla spalla.

La Beckmann tirò un lungo sospiro.

-Certamente Sarah, sono onorata da questa proposta –

La stanza si riempì del battito di mani dei presenti e Sarah porse a Diane il bimbo.

-Quindi? – Chiese il generale – come abbiamo intenzione di chiamare questo mio nuovo protetto? –

Sarah accennò a Chuck di parlare. Lui rispose.

-Lo chiameremo Stephen, come suo nonno. Stephen John Bartowski. Che abbia il cuore del primo e la grinta del secondo. –

 

 

 

NDA: Ciao a tutti!! Ci si avvicina sempre di più alla fine ... spero che il tutto continua a piacervi e non ci sia nulla che vi abbia lasciato delusi.  In ogni caso attendo ansiosa i vostri pareri :D A presto!

-Mary <3

 




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