Per aspera sic itur ad astra

di Athena27
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Buio. Intorno a me c’era solo buio.

Le persone erano ombre e le loro voci erano echi nell’oscurità. Stavo sognando quello fino a quando il fastidioso rumore della mia sveglia sul comodino non mi strappò da quei ricordi per riportarmi alla dura e pura verità.

Quello era il primo giorno del mio penultimo anno di liceo.


Non ho mai compreso come delle persone possano aver deciso questo per i propri figli… alzarsi la mattina presto per andare a scuola dopo aver sognato per tutta la notte l’interrogazione del giorno seguente…presto avrei sporto denuncia.

Ma ora torniamo alla mia noiosa routine.

Mi alzai dal letto in stile zombi che sta per svenire, non so come raggiunsi il bagno e totalmente controvoglia mi lavai il viso per risvegliare i miei neuroni da tempo in coma. Dopodiché mi vestii, e finalmente decisi di guardarmi allo specchio, e fu lì che per poco non presi un infarto. Sembravo maga magò!! Con una spazzola (poverina) cercai inutilmente di domare la mia chioma castana e ondulata, ma alla fine riuscii solo a farli diventare elettrici. Decisi di lasciar perdere e di concentrarmi sul trucco. Preciso che non amavo affatto truccarmi, ma in quel momento ce n’era davvero bisogno. Così mi spalmai un po’ di fondotinta per dare un po’ di colore e allungai le mie ciglia con un po’ di mascara, mettendo in risalto i miei stupendi occhi verdi.

Si, penso che i miei occhi siano la cosa del mio aspetto fisico di cui vado più fiera, esprimono intelligenza e furbizia ovvero i due aggettivi con cui più mi piace descrivermi. Non mi sono mai considerata una ragazza bellissima, anche perché non ci ho mai prestato molta attenzione, ma non posso nemmeno dire di essere brutta. Uscii dal bagno mi diressi in cucina e mi preparai una veloce colazione, poi mi fiondai fuori di casa per dirigermi nella mia odiatissima scuola, ovvero un importante liceo dell’Upper East Side chiamato Jules Ferrèe.


Nonostante avessi già compiuto 16 anni non avevo mai “ufficialmete” preso la patente ma avevo spesso guidato la macchina della mia migliore amica Megan. Raggiunsi dopo poco la scuola ed con un sospiro oltrepassai il portone d’entrata.

Non avrei mai immaginato che proprio quel giorno, insieme a me, anche il mio burrascoso, e ignoto a tutti, passato, avrebbe oltrepassato quel portone.




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