Gaterby Angels

di Mag7gio
(/viewuser.php?uid=969727)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sono seduta su una panchina della metrò di Milano, sto guardando con poco interesse persino il graffito dipinto su tutta la parete in mattoni che mi sta di fronte.

Un vagone, anch'esso tutto imbrattato, si arresta con uno stridio e il vetro delle finestrelle rifletté l'immagine di un autentico disastro.

Lì vedo una ragazza dai capelli neri, che sembrano un cespuglio di rovi, occhi castano scuro tristi, con un viso pallidissimo devastato dal trucco rovinato dalle lacrime, e un vestito rosa confetto che ha visto giorni migliori.

Non riesco proprio a trattenere un singhiozzo: piango da quando mi sono seduta. Qualcuno mi lancia qualche occhiata di sbieco e magari si sta chiedendo cosa cavolo mi sia successo...

Invidio la me stessa di un anno fa, quella che non sapeva ancora cosa significava avere a che fare con una casa piena di persone...

Mia madre è sempre in giro per il mondo, fa la cantante lirica, e io ho imparato sin da subito a cavarmela da sola.

La cosa più brutta per me era stata la solitudine. Non avevo altri parenti, né fratelli e sorelle. Quando mia madre mi aveva annunciato il suo matrimonio per me era stata la notizia più bella che avesse mai potuto darmi.

Il mio futuro patrigno Angelo Gaterby è uno di quei uomini allegri e solari, di quelli che si sono fatti largo nella vita raggiungendo i propri obiettivi con le loro sole forze.

Credevo fosse stato uno scherzo quando mi aveva detto che aveva sette figli.

La mia vita aveva preso una piega del tutto inaspettata.

Sono quel tipo di persona a cui piace progettare e organizzarsi la vita...

Che illusa che sono, vero?
Perché semplicemente le cose non vanno mai per come le vogliamo...

I miei fratelli si erano dimostrati tutto tranne che disponibili nei miei confronti, sin da subito.

Davvero inusuale che si chiamassero come i sette arcangeli. 
D'angelico non avevano che solo il nome... e nient'altro.

<> mi chiamò qualcuno all'improvviso. Voltai di scatto il capo, riconoscendo subito chi mi stava chiamando.

Mi alzai in piedi e corsi via.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3539663