For us, there is no now.

di mrspontmercy
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Justin.

 

Justin aspettava davanti al JFK, era passato più di un anno dall'ultima volta che lo aveva lasciato, eppure gli tremava ancora la mano dall'ansia per il suo arrivo. Non era mai stato un tipo ansioso (?), ma rivedere Kinney, il suo Kinney dopo tanto tempo era una cosa che lo avrebbe fatto urlare di felicità. 'Ti devo dire una cosa importante', gli aveva detto per telefono, ed ora erano lì in aereoporto, a pochi passi di distanza l'uno dall'altro, anche se Justin non lo vedeva ancora.

 

Brian.

 

Ed adesso, come riuscviva a dirglielo? Non aveva pensato ad altro per tutta la durata del viaggio. Si trascinava dietro il trolley, con più fatica di quello che credeva fosse possibile trasportare. Percorreva i percorsi con le vetrate dell'aereoporto, che lo avrebbero portato all'uscita. Si guardò allo specchio, e dedusse che era messo veramente bene. Magari era così bello, che non avrebbe fatto caso al segreto che portava con sé: Justin doveva essere il primo a saperlo, anche se non si sentivano da settimane.

 

 

Nota dell'autrice: siamo già ad un anno dall'ultima puntata, e mi sono ispirata anche un po' alle role che ho fatto dopo aver ruolato Justin. Ho scelto apposta l'espressione del tremolio della mano, riferendomi un po alle conseguenze della notte del ballo. La storia si divide in due punti di vista, ossia quelli dei Britin. 'For us there is no now', è una citazione da 'Love Never Dies' (musical di Andrew Lloyd Webber) e credo che sia un indizio perfetto. E...niente, vi auguro una buona lettura e spero di postare un capitolo al giorno.





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