L'ombra di me stessa.

di PanStitch
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Fisso il monitor che mi abbaglia, non riesco a leggere quello che sto scrivendo ma conosco ogni tasto come le mie tasche e continuo a battere con sicurezza, ininterrottamente.
Quello che credevo essere l'inferno si è dissipato davanti ai miei occhi ed ha lasciato spazio a quello che ho scoperto essere il vero dolore.
L'inferno è sulla terra, è tutto intorno a me.
Credo di farne inevitabilmente parte, di esserne un pezzo cruciale.
E' come se fossi intrappolata nel mio limbo personale, sento di non avere via d'uscita e mi sento come un topo in trappola.
Ho faticato così tanto per quel pezzettino di formaggio condito dal mio stesso sangue.
Sembra così stupido ora...avrei potuto cercare altrove quello che desideravo ma ho dovuto ignorare il raziocinio, farmi spazio a spintoni fra le paure più remote della mia psiche e tutto per giungere a questo.
Ho sempre pensato di essere una persona cattiva, mi rendo conto solo ora che sono qualcosa di più.
Mi soffio il naso, sento un brivido che mi pervade la schiena e poi torna quel peso che sprofonda sempre di più nel mio petto, corrodendomi lo stomaco ed impedendomi di respirare.
E' passata la mezzanotte, tutto è triste e buio attorno a me e per una volta sono gli spettri del mio passato a tormentarmi e non i mostri sotto al letto.
Mi sento vuota, spenta come la lampadina fulminata del mio soggiorno. Ripenso ai momenti di felicità apparente che cercavo di dimenticare.
Mi bucano le tempie e si introducono di forza nella mia mente provocando in me disgusto, profondo malessere, agonia.
Pensavo di essere un po' cattivella, ma non ho mai pensato di poter essere tanto cattiva con me stessa.
Mentre cerco una posizione comoda per dormire penso che se potessi scegliere non mi sveglierei mai più.




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