Adios, mi amor

di Biceportinari03
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La pioggia si abbatteva sulle strade di Puente Viejo ormai da ore.
Il sole era calato e aveva lasciato il posto a nuvole nere cariche di tempesta.
Una donna era seduta sul marciapedie, del tutto incurante di ripararsi dall'acquazzone, anzi, la pioggia sembrava darle conforto.

I capelli biondo fragola le si erano appiccicati alla faccia, un po' per la pioggia, un po' per le lacrime.
Il cielo infatti esprimeva il suo umore in quel momento: triste e cupo.

La donna guardava la gente correre a rintanarsi nell'asciutto delle loro case, chi aveva l'ombrello, chi cercava di ripararsi con ciò che si portava appresso. Ma erano tutti troppo occupati per poterla anche solo degnare di uno sguardo.

Beh, tutti tranne una persona.

-Fe'...-

Fe' non si voltò neanche quando sentì pronunciare il suo nome, come se non le appartenesse più, come se non lo riconoscesse.
E in fondo, non era più nessuno lei. Non aveva più un lavoro, non aveva più un tetto, non aveva più nulla. Era solo una domestica buttata per strada, non era più nessuno.
Quindi no, quel nome ormai non le apparteneva più.

Però...

Però avrebbe riconosciuto ovunque quella voce.

Quella voce profonda che a molti incuteva timore, ma che lei aveva sempre associato alla sicurezza e al calore.

Amava quella voce.

-Fe'- ripeté la voce, stavolta con più forza, ma mantenendo sempre quel tono gentile -stai bene?-

-Oh certo,- rispose lei, con un tono brusco, che non le apparteneva -sono stata buttata per strada, non ho più un lavoro, né una casa, non ho più nulla, come potrei non stare bene, Mauricio!?-

Mauricio faceva fatica a riconoscere in quella donna la persona sempre sorridente e scherzosa, che con il suo sorriso illuminava le sue giornate. No, quella non era lei. Non poteva essere lei.

-Hai... hai ragione... perdonami.- Si scusò.

Fece un altro tentativo.
-Ti prenderai un malanno sotto questa pioggia, no?-
-Non m'importa.- Il suo tono era sempre più freddo, faceva paura vederla così. Non lo era mai stata.
-Mi vuoi spiegare che diavolo vuoi da me?!-

Questa domanda lo spiazzò completamente.
Mauricio, perché era venuto lì? A quale scopo? Non poteva certo riportarla alla Villa, ma allora perché?

Forse...

In fondo lo sapeva.

Voleva dirle addio.


-Ecco, io...- Ma le parole non avevano intenzione di uscire.

Forse non era il momento delle parole.

La baciò d'impeto, come non aveva mai osato fare.
La barba folta di Mauricio che pizzicava le guance di Fe'.
Quel bacio sapeva di tutti quelli che non avevano mai avuto il coraggio di darsi.
Sapeva d'addio .

-Sono venuto per dirti addio- Ammise, le labbra ancora sulle sue -Perché non avrei potuto sopportare di non rivederti più. Eri, sei la luce che faceva splendere la villa di Donna Francisca, l'unica persona che ogni giorno mi dava la forza di andare avanti... io ti amo Fe'... mi dispiace di non avertelo saputo dire prima.-

Si alzò, non poteva più stare lì, altrimenti avrebbe pianto, e non voleva piangere davanti a lei.

-Addio... mi mancherai tanto, Fe'.-
E quelle furono le ultime parole che sentì pronunciare da lui.

Ora si che Fe' diede sfogo alle lacrime. Non c'era più nessuno per strada ormai, quindi poteva farlo.
Doveva, altrimenti sarebbe scoppiata.

Pianse come non aveva mai fatto, ma stavolta non perché era stanca dopo una lunga giornata di lavoro, non per uno dei numerosi rimproveri di Donna Francisca. Stavolta pianse per lui, perché l'aveva perso, e non c'era più alcun modo di riportarlo indietro; perché solo ora aveva capito che lo amava, l'aveva capito troppo tardi.

Le lacrime si mescolarono alla pioggia.

Forse avrebbe dovuto capirlo prima.




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