La vita di una nave

di lapoetastra
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Che eclettica, la vita di una nave.
Non sa mai dove andrà, quando partirà e soprattutto se ritornerà, un giorno, oppure se verrà inghiottita dal profondo blu, e tutti la dimenticheranno, memoria persa nel vento di un autunno infinito.
Ma lei non è una nave qualunque, non mentre tutti la ammirano con occhi a forma di cuore e mormorano tra i gridolii eccitati il suo nome, che buon cielo, è così maestoso che ci si dovrebbe inchinare solo nel sentirlo pronunziare.
Lei non è una semplice nave, lei è LA nave.
Ammettetelo anche voi, invidiosi Capitani da quattro soldi che non sapete tenere in mano niente più di un remo mezzo distrutto.
Ammiratela, ammirate l'angolo perfetto della sua prua, il nitore accecante del suo corpo possente, il giallo luminoso dei suoi fumaioli che svettano impervi come militari distinti.
Ammirate gli sguardi elettrizzati dei passeggeri che sostano sui suoi ponti infiniti, lunghe strade che conducono al Paradiso degli interni, ricchezze che si confondono con il lusso, cabine che sembrano delle regge.
E lei parte, inizia il suo viaggio, accompagnata dalle urla di chi rimane, di chi è troppo povero per salirvi a bordo, di chi non può fare altro che sognarla, dal molo solitario.
Lei non ha paura dell'oceano che si staglia come uno specchio all'orizzonte, solcato dalle sue eliche roboanti.
Non lo teme, lei, come fanno invece tutte le altre navi.
Lei è diversa.
Lei è inaffondabile.
Lei è la regina tra ogni imbarcazione.
Anche il suo nome esprime la sua magnificenza, la sua ineluttabilità, la sua forza dirompente.
Ma è solo un nome.
Che però tutti pronunceranno, ora e per sempre.
Titanic.




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