Veronica

di browneyedpooka
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Mi sono appena ricordata di Veronica.
Era pallida e fiabesca, s’immergeva nell’acqua di luna e la notte passeggiava nella radura rigogliosa, tra i raggi stellari. Ritornava nel suo letto prima che il cielo si tingesse nuovamente di rosa, dopo aver ascoltato i mormorii di Nettuno e Giove, e la poesia di un elfo sperduto che le portava fiori lucenti dai prati dell’Ovest.
Le portava anche le viole del pensiero. Quando un leggero tocco del sole le ricordava il suo posto sulla terra, del loro indaco le rimanevano solo due petali adagiati sul suo viso.
Mi ricordo che li chiamavamo occhiaie.
Lei scrutava i campi. Mentre i professori brontolavano di equazioni, lei si cullava con memorie di miele, fatte di dolci danze con le lucciole tra i carezzevoli steli dell’erba di Maggio, di corone di rugiada, di eteree bolle che la conducevano dalle stelle.
Spiccava nel coro con la sua voce solo deliziosamente roca, mentre confessava tra le note le sue limpide e impalpabili realtà notturne.
Chissà se ci ha scritto un libro, con quelle sue conversazioni con l’infinito.
Chissà se rivedrò mai le sue trecce candide, la sua pelle diafana, i suoi occhi cerulei e gemmati.
Chissà se quell’elfo le porta ancora le viole.






Ciao, grazie per aver letto.
Browneyedpooka~





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