Celeste Piange
Celeste Piange
-Uccidiamola... tanto a nessuno fregherà se è viva o morta... non ha nessuno che le voglia bene.-
La ragazza era rannicchiata a ridosso di un cassonetto nel buio
pesto del vicolo in cui era stata trascinata qualche ora prima, con il
capo moro chino e gli occhi che grondavano di fredde lacrime vuote, che
non trasmettevamo più niente.
Lei era Celeste, e un tempo avrebbe avuto una bellezza semplie e pura,
con i lunghi capelli neri ebano, gli occhi color ghiaccio, i naso
un po all'insù, leggermente acquilino, le labbra piccole e
sottili, la corporatura snella e asciutta con non tante curve.
Ma oramai quella bellezza era andata persa, deturpata, i lunghi capelli
d'ebano erano stati tagliati, e in certi punti brutalmente strappati,
il volto era tumefatto e pieno di graffi, dove ben in vista si notava
lo spiccare di un taglio che partiva dal lobo dell'orecchio destro e
finiva all'angolo del labbro inferiore destro, gli occhi erano vuoti,
inespressivi, come se internamente la ragazza fosse morta già da
molto, e il corpo era zozzo dello stesso sangue della ragazza,
deturpato, sfregiato e pieno zeppo di graffi e ematomi tendenti al
nerastro.
-Io la lascerei quaggiù a morire dissanguata, in modo atroce e
lento. Che ne dite?- domandò una voce storpiata e ovattata , la
domanda ricevette tutti consensi, e le persone si allontanarono, solo
uno rimase.
-Vediamo di finire in bellezza, eh puttana?- domandò schernendo
la ragazza, ma lei ormai nelle orecchie udiva solamente un ronzio, che
cresceva sempre più, e ancora e ancora.
La persona ridacchiando afferrò la ragazza per i capelli
neri e, più e più volte, sbattè il cranio
della ragazza inerme contro il terreno del vicolo fino a romperlo.
A opera finita anch'esso raggiunse i compagni e, ridendo, si vantò di quanto fatto.
Nessuno nei giorni segueni notò la mancanza della ragazza,
nè dalla scuola nè dalla cittadina,nessuno
denunciò il fatto, e il corpo fu ritrovato per puro caso.
Non si sprecarono neanche a indagarci sopra, chiusero il caso ancor
prima che iniziasse e così nessuno saprà mai che quella
ragazza è esistita. Lei diverrà un ricordo e poi
sfumerà persino dalla mente degli assassini.
Io però, ho ricordi ancora nitidi di Celeste, e per me lei
è ancora a giro per la cittadina, i cerca di un posto tranquillo
dove appartarsi a leggere uno dei suoi soliti tomi grandi quanto
dizionari.
Ricordo ancora una foto fatta di nascosto, che mi rischiara sempre il
suo ricordo, quando inizia a svanire lentamente di tanto in tanto. Non
posso dire che sia magnifica, nell'immagine piange, e nella mia
memoria rimarrà per sempre, e sempre mi si spezzerà il
cuore...
...Prchè adesso, come allora... Celeste piange.
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