Sєηza bisogηo
dєlla мagia…
Hola a chi capiterà su
questa sconclusionata ff e riuscirà a non fuggire dopo le prime due righe (Cioè
nessuno -.- NdTutti) (Gentili come sempre… -.-" NdA). Che dire? Zampettavo
allegramente tra vecchi ritagli di giornale e mi è ricapitato sotto mano questo
anime, dandomi lo spunto per una ff. Premettiamo che non ho mai sopportato
Fabrizio e ho sempre tifato per Tommy, quindi, chi è di un altro parere può
lasciarci perché non sarà una CamillaxFabrizio nel modo più assoluto. Detto
questo non mi resta che lasciarvi alla lettura e pregarvi di lasciare un
commentino!! Baci!! ^_^
1.
Cаґєηє
Tommy sospirò, guardandosi nello
specchio, mentre il sarto prendeva le misure per il vestito che avrebbe dovuto
realizzare.
-Ho quasi
finito- si giustificò l'uomo, credendo che quello sbuffo fosse dovuto al suo
lavoro.
-Faccia pure
con calma- lo rassicurò il giovane. Magari fosse stato quello il motivo della
sua tristezza.
Erano altre e
ben più serie le cause: ma non poteva dividerle con nessuno. Nemmeno con Murmo:
il folletto si sarebbe rattristato, o peggio, avrebbe tentato di risolvere le
cose con la magia, combinando un disastro.
Il sarto
concluse il suo compito e si congedò, lasciando il moro ai suoi foschi pensieri:
stava per fare la più grande scemenza della sua vita e se ne rendeva
perfettamente conto. Allora perché non strappava quel copione e metteva fine a
tutto?
Semplicemente
perché era stanco di soffrire…
-Ciao, Tommy-
lo salutò Murmo, arrivando in volo nella stanza. –Cos'è quella faccia scura? Hai
scoperto di essere ingrassato?
-No…no, va
tutto bene- replicò lui, osservando il paesaggio dalla
finestra.
Il principino avrebbe voluto dirgli che non era più un
folletto-bambino, che gli anni erano trascorsi anche per lui: non riusciva più
ad ingannarlo. In quegli anni aveva assistito al brusco cambiamento del
carattere dell'amico: il ragazzino infantile e piagnucolone aveva ceduto il
posto ad un giovane uomo maturo e responsabile. Del vecchio Tommy gli era
rimasta la dolcezza, velata però da una costante malinconia che il tempo non
aveva fatto altro che aumentare. Una malinconia che riempiva i suoi occhi blu,
come il mare in tempesta in cui si era lasciato annegare lentamente, perdendo
ogni gioia. I suoi sorrisi erano diventati qualcosa di raro e mai del tutto
sinceri o felici: erano il suo modo di placare le preoccupazioni di chi gli
stava intorno…i suoi genitori, Alfred, Murmo… Non voleva dare spiegazioni, non
voleva metter fine alla farsa in cui si era trasformata la sua vita.
Fuggire a
quelle catene che lui stesso si era creato, lo avrebbe solo fatto stare
peggio.
°∫∫∫∫°
Nel frattempo, al secondo piano
di un importante edificio nel centro di Tokyo, una ragazza dai lunghi capelli
biondi chiusi in una coda, studiava le nuvole in cielo, la biro tra le labbra,
un'aria lontana e distratta…
-Minami!- tuonò una voce
potente, facendola sobbalzare.
-Arrivo, Capo!- rispose,
correndo verso l'ufficio. Quando il direttore chiamava (o forse era meglio dire
urlava), bisognava scattare, o si rischiava il posto di lavoro. Varcò la soglia
a tempo di record, complimentandosi con sé stessa. –Eccomi,
direttore.
-Minami, ho un incarico che
sembra fatto su misura per te. Farai un servizio sull'evento mondano più
importante dell'anno: il matrimonio di Tommaso Matsutake con la principessa
Rosa.
La giovane spalancò sorpresa i
grandi occhi castani: Tommy stava per sposare Rosa?! Strano che Murmo non glielo
avesse detto quando era stato a trovarla una settimana prima… Bhe, che le loro
famiglie desiderassero quell'unione per fondere le società, non era certo un
mistero, ma non credeva che il ragazzo le avrebbe accontentate…non le era mai
sembrato il tipo che accettava delle nozze forzate…
Non il Tommy che
conosceva.
Non il Tommy che un tempo era
innamorato di lei.
Un tempo… Quante cose erano
cambiate da quel tempo felice in cui combattevano insieme per difendere il loro mondo e il regno di
Mirmo… Camilla avrebbe dato tutto per un minuto di quel
passato.
-Va bene, capo. Non penso che
Tommy mi rifiuterà un'intervista.
-È per questo che ho deciso di
mandare te. Non voglio errori questa volta: andiamo in stampa tra una settimana,
subito dopo la cerimonia. Per allora voglio un articolo che sbaragli quelle
riviste scandalistiche da quattro soldi- proseguì l'uomo. –Puoi
farcela?
-Farò del mio
meglio.
-Non basta! Devi dare il
massimo, altrimenti inizia a cercarti un altro lavoro!
-Sì, signore- concluse Camilla,
uscendo. Gonfiò le guance in un gesto di stizza e si avviò alla sua scrivania:
non c'era bisogno di ricordarle i suoi errori. Dopotutto li aveva commessi
proprio nel tentativo di dare il massimo come pretendeva sempre il direttore,
non per mandare in rovina il giornale…
-Un nuovo incarico?- le domandò
Fabrizio, senza alzare gli occhi dal monitor del
portatile.
-Sì. Il matrimonio di Tommy…non
sapevo neanche che si sposasse.
-Sei l'unica in tutto il
Giappone- ribatté lui con lo stesso tono indifferente. –Vedi di non combinare
disastri: non possiamo reggere un'altra querela.
-Certo- sbuffò la coetanea,
andandosene.
°∫∫∫∫°
È tutto così
strano, non trovate?
Avevamo
lasciato ragazzi ben diversi da questi, ragazzi allegri, spensierati… E
ritroviamo adulti a cui la realtà ha strappato ogni
sogno.
Cos'è capitato
loro?
Semplicemente
il tempo crudele era passato, mangiandosi fantasie e illusioni dell'adolescenza
e donando loro delle verità che prima erano celate ai loro occhi di
ragazzini.
Ma il destino,
il cui divertimento è sconvolgere l'esistenza degli uomini, aveva appena deciso
di intromettersi di nuovo nelle loro vite all'apparenza
serene…
E, come in una
partita a carte, aveva ancora una mano da
giocare…