Una liquida speranza

di picciona
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Le mie dita affiorano appena dal recipiente infinito.
Mamma diceva sempre che un giorno il recipiente mi avrebbe salvato dai malvagi. 
Il mare si è già preso cura di lei quando diceva di voler partire per un lungo viaggio, da cui non sarebbe più tornata. 
I suoi occhi diventavano i miei quando incontravano il cielo.
Lo stesso cielo che ho davanti.
Sto partendo anch'io, ma sembra quasi impossibile raggiungere la sua meta. 
Come ha potuto essere così paziente? 
Non respiro quasi più. 
Sono acqua di mare pensante. 
L'acqua ha invaso i miei polmoni, ma esisto ancora,
e, presto, continuerò a vivere nella schiuma che si infrange, leggera, sulla battigia.



 

Ho trovato queste parole in un quaderno di scuola dell'anno scorso e, non so per quale motivo, mi è venuta voglia di condividerle qui, sopportatemi. 




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