Perché
esisto.
Uno
Steve
picchiava senza ritegno il sacco che aveva davanti a sé.
Il
motivo di tanto affanno e rabbia era il pensiero che rivolgeva a sua
madre, Nina Williams. Era adirato con lei, era adirato con chi lo
aveva messo al mondo e anche con chi lo aveva fatto diventare quel
che era.
Non
poteva sopportare l'idea di essere solo un esperimento scientifico,
perché non poteva essere nato anche lui dall'amore?
La
rabbia si fece sempre più potente e i pugni moltiplicarono. I
suoi occhi si riempirono di lacrime amare, non voleva piangere, ma a
quanto pare era inevitabile. Perlomeno poteva piangere e già
era molto.
Diede
un ultimo colpo che spinse via il sacco e poi si accasciò a
terra. Con la testa tra i guantoni, Steve sfogava nuovamente il suo
dolore e la sua frustrazione. Non riusciva più a vivere con la
consapevolezza di essere nato in quel modo, peggio ancora sapendo che
sua madre non lo cercava minimamente.
E
suo padre? Lo aveva un padre? Non sapeva bene come funzionassero
quegli esperimenti, ma non voleva perdere le speranze.
Si
alzò da terra e, dopo ave asciugato gli occhi, si diresse
verso lo spogliatoio. Doveva trovare sua madre e parlare con lei.
***
Nina
Williams era appostata dietro un cespuglio. Teneva nuovamente
quell'arma tra le mani, senza esserne davvero fiera. Questa volta
avrebbe dovuto fare fuori l'ambasciatore egiziano, per conto di
un'organizzazione di cui non le era stato dato il nome, ma che non
era più la Mishima.
Sapeva
di aver parlato con un uomo di nome Kyle, Kyle T. per la precisione,
ma nulla più; i soldi le servivano, perciò non le era
importato granché di chi ci fosse dietro.
Caricò
l'arma, pronta ad agire nel momento più opportuno:
l'ambasciatore si stava sedendo, aveva chiesto una bibita, la terza
guardia del corpo da sinistra si era spostata. Era quello il momento.
Si mise in posizione, pronta a premere ancora il maledetto grilletto,
contava i secondi.
Prima
che potesse commettere l'omicidio sentì un'altra arma
caricarsi alle sue spalle, un colpo deciso e potente. Poi il nulla.
***
“Jo,
senti fammi avere una macchina per le tre in punto davanti all'Hotel,
che non sia appariscente, ma che vada abbastanza veloce, chiaro?”
“Chiaro
Steve”
Steve
aveva appena dato un ordine al suo nuovo agente, Joel Nixon, pescato
per caso in un'agenzia.
Il
nuovo obiettivo di Steve era quello di trovare Nina, per mari e per
monti se fosse stato necessario, ma nessuno doveva venire a saperlo.
Preparò
la borsa che lo avrebbe accompagnato per il suo viaggio, recuperò
una somma che secondo i suoi canoni poteva essere idonea, per evitare
di fare operazioni che avrebbero potuto smascherarlo in caso di una
ricerca nei suoi confronti.
“Toc-toc”
avevano bussato alla porta.
Steve
stava riempiendo la borsa, che scaraventò dietro il letto
prima di dire:
“Avanti”
Jo
entrò nella camera di Steve.
“Steve,
senti ti ho trovato una berlina nera, che ne dici?” disse Jo
indicando con il mento una finestra della camera.
Steve
si affacciò e la vide: perfetta.
“È
perfetta Jo, grazie” disse Steve senza scomporsi troppo.
“Ora
è il momento delle domande Steve, dove hai intenzione di
andare? Ti ricordi, vero, che alle cinque hai l'assemblea?”
disse Jo visibilmente agitato.
“Ma
certo Jo, lo ricordo benissimo, stai tranquillo, mi rivedrai in
tempo” sicuro.
Jo
annuì e abbandonò la stanza, Steve riprese la borsa e
si catapultò fuori dall'hotel, lasciando detto che avrebbe
pagato Jo a nome suo.
Salì
sulla berlina e partì sfrecciando.
“Nina
sto arrivando”
***
Nina
giaceva in una brandina in un anonimo ospedale della periferia.
Era
immobile, bianca, quasi fredda. No, non era morta.
Respirava
ritmicamente, grazie alla macchina vicino a lei, mentre un'infermiera
di origini Coreane la teneva d'occhio, cercando di appuntare ogni
tipo di cambiamento, nel caso ce ne fossero stati.
Un
dottore dal camice verde entrò nella stanza e l'infermiera gli
porse i documenti della paziente.
“Mmm...
Quindi è una, diciamo, malvivente?” chiese il dottore.
L'infermiera,
impaziente di raccontare ciò che aveva scoperto, partì
in quarta.
“Il
suo nome è Nina Williams. È stata trovata in un parco,
dalla polizia locale, e per rispondere alla sua domanda, beh si, è
una serial killer, ad essere precisi. Pluri-omicidi, senza mai esser
stata catturata. Pare anche che lavorasse per la Mishima Corporation,
ma come può immaginare certe informazioni non dovrebbero
essere, come dire... Divulgate, ecco. È risultato anche che è
stata sottoposta ad un esperimento del Dottor Bosconovitch,
è sta ibernata, pare per diciannove anni” raccontò
l'infermiera.
“Diciannove
anni? Bosconovitch ha fatto il furbo per troppo tempo” aggiunse
il dottore.
L'infermiera
annuì e restarono ad analizzare le condizioni di Nina, che
pareva in coma, causato dall'anestesia che aveva subito per
l'operazione per l'estrazione del proiettile.
“Dottor
Jackson, posso dirle come la penso?” chiese ancora
l'infermiera.
“Signorina
Kurata, quando mai non lo fa?” scherzò il dottore.
“Ha
ragione. Comunque io penso che la signorina Williams sia stata
tradita. Perché le condizioni in cui si trovava erano troppo
strane, se capisce cosa intendo. Penso che l'organizzazione per cui
doveva lavorare le abbia teso un'imboscata. Perché magari
poteva aver a che...” venne interrotta.
“Signorina
Kurata, lei è qui come infermiera e non come agente segreto.
Se voleva fare l'investigatore doveva presentarsi presso un' altra
struttura. Perciò si limiti a segnare su quel foglio e smetta
di vivere nelle favole” concluse il dottore uscendo dalla
stanza.
L'infermiera,
visibilmente offesa, continuò a scrivere su quelle dannate
tabelle, finché, non notando cambiamenti, se ne andò
pure lei.
“Imboscata.
Ma certo, un tradimento!” Nina Williams spalancò gli
occhi, consapevole.
***
“Adesso
passiamo alla prossima notizia. È ancora ricercato il pugile
Steve Fox, scomparso qualche giorno fa da New York, dove si trovava
per promuovere il nuovo torneo indetto dall'associazione Pugili
Professionisti America. La Polizia di Stato vi ricorda che, in caso
di avvistamento, di avvisare al numero 555-009-234. Bene, con questo
abbiamo concluso, vi diamo l'appuntamento per questa sera alle ore
20:00. Buon proseguimento”
Steve
Fox stava guardando la televisione nella camera di un hotel
messicano. Non aveva la più pallida idea di dove si poteva
trovare Nina, ma in ogni caso era intenzionato a trovarla.
Steve
spense la televisione e si sdraiò sul letto coprendosi il viso
con le mani.
Il
volto di sua madre gli comparve davanti: era proprio bella.
Sconsolato
cercò di ricordarla, l'aveva vista più volte agli Iron
First Tournament, ma ancora non sapeva chi fosse veramente, cioè
non ne aveva la certezza.
Si
diede dello stupido e un moto di odio e rabbia lo avvolse, a sua
madre non importava nulla di lui, era anche pronta ad ucciderlo,
senza farsi molti problemi.
Gli
occhi si inumidirono ancora, possibile che si rammollisse così
pensando a sua madre?
Si
alzò dal letto, prese le sue cose e se ne andò anche da
quell'hotel. Doveva trovarla, a tutti i costi.
Prese
il cellulare e compose un numero.
“Biiip...Biiiip...Pronto?”
disse una voce in giapponese.
“Anna?
Parla inglese perfavore. Devo trovare Nina, mi devi aiutare”
disse Steve.
“Aspetta,
aspetta, bello. Io non faccio nulla se non ho un minimo di
ricompensa, ricordi?” disse acida Anna.
“Sei
proprio una... Senti, io la devo trovare, dimmi cosa vuoi”
disse Steve a denti stretti.
“Soldi,
bello. Senti, ma come mai cerchi la tua mammina?” chiese Anna
con un risolino.
“Questi
non sono fatti tuoi. Dimmi dove ti devo raggiungere” Steve era
scocciato.
“Io
sono in Giappone. Anche la tua mammina, ma non sono sicura che ci sia
ancora” Anna sghignazzava ancora.
“Cosa
vuol dire? Parla Anna!” disse Steve preoccupato.
“Vuol
dire che Nina è stata fregata e alla grande pure! Le hanno
sparato. Non so bene se sia ancora viva o no, ma anche se lo fosse
non durerà ancora molto. Si è messa in un gran
pasticcio. Come te con la Mafia, ricordi, qualche anno fa, in
Irlanda...”
“Ricordo,
ora stai zitta e dimmi esattamente dove devo venire” chiese
Steve.
“Beh,
se vuoi nel mio letto...” disse Anna sghignazzando.
“Fai
schifo” così dicendo Steve attaccò.
Ma
che famiglia gli era capitata?
Salì
in macchina e partì verso l'aeroporto.
***
Ciao!
Ed ecco una one shot divisa in due su tekken. Finalmente l'ho
scritta! Ihih... In ogni caso a breve ci sarà la parte finale
che per un pezzo è già stata scritta.
Non
vi posso dire con sicurezza che sarà lunga uguale (anche se
immagino che non lo sarà) però spero piacerà lo
stesso^^
Erika
<3
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