Un Halloween diverso dal solito

di Miss Ria
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Era la notte di Halloween quando lo vidi per la prima volta. Io e le mie amiche ci eravamo recate in una villa abbandonata molto tempo fa che praticamente stava cadendo a pezzi. Era vecchia, ma proprio per questo mi affascinava tantissimo.

Stavo camminando con la torcia in mano, davanti alle altre, che mi seguivano mentre cercavano di convincermi di tornare indietro e abbandonare la malsana idea che mi era venuta in mente. Ma io non le ascoltavo, cercavo l’avventura e loro erano troppo preoccupate per lasciarmi andare da sola.

“Dai, Ellie … torniamo a casa…”

“Non se ne parla! Stanotte c’è pure la luna piena! E sinceramente non mi va di starmene sul divano a guardare squallidi film horror ingozzandomi di dolcetti a forma di zucca.”

Dopo aver girato a vuoto per tutta la villa, mi arresi e decisi di tornare alla noiosa vita reale. Ero appena scesa dalle scalinate quando sentii dei passi dietro di me. Mi voltai a guardare chi fosse, dato che tutte le altre mie amiche erano già davanti a me dirette di corsa verso la porta d’ingresso. Fu allora che lo vidi.

“… Non andare.” Mi disse.

Era un ragazzo in giacca e cravatta illuminato da un raggio di luna che filtrava dall’ampia finestra. Rimasi a bocca aperta con gli occhi spalancati e il cuore in gola. In un attimo mi si gelò il sangue. Ma mi sentivo per la prima volta viva. Ero come paralizzata, non riuscivo a muovermi o distogliere lo sguardo da lui.

“Ellie, che succede? Non vieni?”

“…”

“… Cosa stai guardando Ellie?”

A quanto pare loro non riuscivano a vederlo, ma in quel momento poco m’importava di loro. Feci un passo in avanti, pregando che non svanisse nel nulla. A quel punto mi cadde la torcia dalle mani e la lampadina finì in mille pezzi lasciando che la luce lunare avvolgesse anche me. Le altre si spaventarono e corsero via gridando. Rimanemmo solo noi due.

“Chi… sei?” gli chiesi.

“Non mi riconosci? … Sono io, Francis.”

Io non conoscevo nessun Francis. Ma lui mi parlava come se ci conoscessimo da una vita. In più il suo tono di voce era basso e dolce, come il suo sguardo.

“Finalmente ti ho trovata. Ti ho cercata dappertutto…”

Detto questo, si avvicinò a me e mi accarezzò la mano con la sua mano fredda. Fu allora che capii. Era un fantasma. Ne ero sicura. Ma più lo guardavo e più la paura svaniva. Aveva un’espressione sofferente sul viso mentre mi sorrideva, come se fosse sul punto di piangere. I suoi occhi azzurri brillavano e sentivo che il mio cuore stesse come per esplodere ma non era per paura. Era qualcos’altro. Uhm… come si chiama? Desiderio? Amore a prima vista? No. Nulla di tutto questo. Era una specie di forte nostalgia quello che provai in quel momento. Intanto non sapevo cosa rispondergli, così decisi di stare al gioco.

“Ero… uscita fuori un attimo. A prendere una boccata d’aria.”

“ A quest’ora, amore?”

Stop. “Amore”? pensai. Doveva avermi scambiata per la sua fidanzata. Che sfiga però. E’ proprio vero che tutti quelli belli o sono impegnati o sono gay. Persino i morti.

“Ehm.. sì. Non riuscivo  a dormire. Scusa, ti ho fatto preoccupare.”

I ragazzi impegnati non erano proprio il mio tipo, quindi decisi di filarmela il prima possibile.

“Vado a farmi un altro giro eh! A dopo!”

Corsi verso la porta e cercai di tirare, ma la porta non si apriva. Tirai più forte, ma niente. Ero bloccata in quella villa con un fantasma che mi credeva la sua ragazza.





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