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Youji And Natsuo: A
Joyful Act
Youji spalancò gli occhi nella stanza buia.
Quanto tempo era trascorso da quando aveva deciso di mettersi a letto?
Tanto.
Eppure, ancora non riusciva ad addormentarsi. Si rigirò sotto le
lenzuola alla ricerca di una posizione comoda, ma niente sembrava andar bene.
Sfortunatamente, si rese conto di non conoscere molti espedienti utili a
conciliare il sonno e, come se non bastasse, non ricordava neppure quali fossero
i due o tre che avrebbe dovuto sapere. Prese a fissare il soffitto, incapace di
trovare una soluzione migliore per ingannare il tempo. E poi, non voleva
rischiare di fare rumore.
Natsuo stava dormendo.
Si voltò lentamente verso di lui, sentiva il suo respiro pesante e
regolare. Sì, stava dormendo davvero profondamente. E sembrava tranquillo anche,
e sereno. Youji sorrise. Ricominciò a scrutare l’oscurità che lo circondava, in
silenzio, con le braccia incrociate dietro la nuca. Sbuffò. Si mise a sedere, e
le coperte frusciarono appena in risposta ai suoi movimenti.
“Youji…”
Dopo tutto, la voce di Natsuo era una compagnia insostituibile. L’unica
che Youji avrebbe mai voluto avere. E non importava che fosse ancora ovattata
dalle cortine del sonno o squillante e vitale come in tutte le ore del giorno.
“Scusa, ti ho svegliato?” bisbigliò.
“Mm…no”
Youji sorrise. “Bugiardo”
Natsuo si sollevò lentamente, grattandosi la testa. “Ma che ora è?”
“Non lo so”
“E Soubi dov’è?”
“Non so nemmeno questo. Immagino debba ancora rincasare”
“Credi che dovremmo preoccuparci?”
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata.
“Naaa” risposero in coro, ridacchiando.
Natsuo piegò la testa da un lato, scrutando il profilo di Youji con il
suo grande occhio verde. “Che cosa ci facevi ancora sveglio?”
L’altro ridacchiò. “Non riesco a dormire”
“Non ti senti bene?”
Youji gli rivolse uno sguardo interrogativo, e Natsuo si rese conto di
aver usato un tono un po’ più apprensivo di quanto avrebbe voluto.
“E’ solo che ti sei rimesso da poco…dopo quello che ti hanno fatto
quelle due befane…”
L’altro scoppiò in una risata spontanea. “Esatto! E adesso non mi
dirai di aver davvero creduto che due vecchiacce come loro avrebbero potuto
mettermi ko!”
Natsuo si sforzò di sorridere. “No. Assolutamente no” disse scuotendo
la testa.
Youji si fece serio all’improvviso “Sei preoccupato per me?”
“Non essere stupido”
“Perfetto”
“Sono sempre preoccupato per te”
Youji trasalì. “C…cosa?”
Natsuo lo scrutò per un attimo, prima di mettersi a ridere di gusto. “E
non fare quell’espressione. Sei buffo!”
“Anche tu sei buffo quando parli seriamente”
“Ahah, se ti fa ridere non lo faccio più”
Youji gli saltò al collo, facendolo ricadere sul materasso. “Non ti ho
detto di non farlo più” disse, cominciando a fargli il solletico.
Natsuo si difese, ridendo e ridendo, incapace di smettere. Si sentiva
così felice di essere con Youji, era così contento di poter ancora giocare e
scherzare e divertirsi con lui. Perché, qualunque cosa l’altro potesse dire,
Natsuo aveva avuto paura di perderlo, soltanto pochi giorni prima. Mentre se ne
stava seduto accanto a Youji, mentre stringeva la sua mano nella propria, mentre
osservava quegli occhi chiusi che sembravano non volersi aprire, aveva davvero
sentito qualcosa attanagliargli il cuore. E si era domandato se non fosse
quello, il dolore che gli zero non potevano avvertire. O almeno, così era stato
insegnato loro. Eppure allora, con lo sguardo fisso sul suo Sacrificio, con la
paura di non poter mai più vedere il suo sorriso giocoso, con il terrore di
essere stato l’unico responsabile della loro separazione, Natsuo aveva capito
che non soltanto il corpo può far male.
Bloccò le mani dell’altro, mentre le sue labbra si piegavano in un
risolino spensierato. Gli sistemò dietro l’orecchio una lunga ciocca di capelli
acquamarina. Prese il suo viso tra le mani. Si chinò su di lui, posandogli un
bacio sulle labbra morbide.
Youji sorrise in risposta, abbracciandolo con l’impeto che gli era
proprio, accoccolandosi contro di lui, affondando il viso contro il suo petto.
“Mi dispiace di averti fatto stare in pensiero” disse in tono
scanzonato.
Natsuo lo strinse a sé nel buio della stanza, accarezzandogli le
orecchie soffici e i lunghi capelli lisci.
“Ah, non fa niente. Certo che se ti fossi azzardato a lasciarmi da solo
te l’avrei fatta pagare”
“Ma non avresti potuto!”
“Lo so. E te l’avrei fatta pagare anche per questo”
Youji sollevò lo sguardo. “Hai ragione. Me lo sarei meritato”
Natsuo annuì, abbracciandolo un po’ più forte. E forse era perché la
notte diventava più fitta al solo pensiero di vivere senza quel ragazzo adesso
così vicino a lui, che si ritrovò a pensare che Youji avrebbe fatto meglio a
rimanere dov’era!
Per sempre tra le sue braccia…
Un sapore noto sulle labbra lo riportò alla realtà. Ricambiò il bacio
di Youji, depositandogliene un secondo sulla fronte bianca. Sorrise.
“Natsuo?”
“Cosa?”
“Sono un po’…preoccupato…”
L’altro aggrottò le sopracciglia. “Perchè?”
“Per noi. Insomma, Nagisa- sensei non ci telefona, sembra sparita nel
nulla. E noi siamo qui…da soli…”
“Vorresti tornare a casa?”
Youji esitò. Rimase in silenzio.
Natsuo gli accarezzò i capelli. “Non siamo da soli, dopo tutto. Non
credi?”
“Sì…e stare con Soubi non è poi così male”
“E Ritsuka è così carino…”
“E tu hai me”
“E anche tu”
Per tutta risposta, il viso di Youji si aprì in un sorrisetto
divertito, uno di quelli che finivano per contagiare Natsuo, immancabilmente.
“Che ne dici di dormire, adesso?”
L’altro si strinse nelle spalle. Si rannicchiò di nuovo contro di lui,
cingendogli la vita con le braccia.
“Comunque, scusa se ti ho svegliato”
“Ah giusto. Non ti perdonerò mai”
Youji gli rivolse un’occhiata obliqua. “Dici sul serio?!” piagnucolò.
“Sicuro”
Si posò un indice sul mento. “Non puoi arrabbiarti con me”
“E perché?”
Youji chiuse gli occhi sul petto di Natsuo. “Perché sei il mio fighter
e faresti qualunque cosa per me” cantilenò.
Il battito di quel cuore era come una melodia che lo faceva sentire al
sicuro. E non sarebbe voluto essere in nessun altro luogo. Sbadigliò.
Natsuo lo osservò scivolare nel sonno. Se solo Youji avesse potuto
vederlo in quel momento, lo avrebbe preso in giro per l’eternità. Perché il suo
sguardo era pieno di tenerezza.
“Youji?”
Il respiro tranquillo dell’altro fu l’unica risposta.
Natsuo chiuse gli occhi a sua volta.
“Sì, per te farei qualunque cosa” bisbigliò in un sorriso.
.We can be abandoned, we can be treated badly, but because we
are together we don’t care about it.
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Mi starò lasciando prendere la mano da Loveless?
Probabilmente sì, perchè dopo aver letto anche il manga non riesco a fare a meno
di elaborare fan fiction su questo piccolo capolavoro. E quindi ecco qui
un'altra one shot, questa volta sui due piccoli sadici più fantasticamente
adorabili mai partoriti dalla mente di un mangaka! Non sono pucciosissimi con le
loro orecchie, la loro codina e il loro sguardo da tenerissimi pazzi
scatenati??? *O*
Ok, la smetto XD
E ovviamente ne approfitto per ringraziare Fiamma93,
AKURA e Doremichan per aver recensito (e preferito) il precedente
parto della mia mente malata, cioè "Soubi And Ritsuka: An Unpretentious Act" :D
Un ringraziamento doverosissimo anche alla mia piccola
Marti, che ho eletto mia musa inconsapevole, e che mi ha fornito un'ottima,
ulteriore ispirazione senza nemmeno volerlo! Prendetevela con lei se
prossimamente mi rivedrete su questi stessi schermi XD
Come avrete notato, non succede assolutamente niente
neanche in questa fan fiction, perciò ringrazio in anticipo chi leggerà e magari
lascerà un commentino. Ultima nota, la frase finale in english è tratta
direttamente dal manga di Loveless :)
Ancora un saluto a tutti!
*Ilaria*
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