Secrets and truths

di AllisonHermioneEverdeen
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Capitolo diciasette


Correva veloce, i polmoni a fuoco e il respiro corto. Inciampò per terra, cosa che le salvò la vita: il colpo le passò sopra la testa smuovendole i capelli.
- Avevi detto niente colpi alla testa! - protestò Charlie, ma la sua voce si spense nel rumore sordo dell'ennesimo colpo. Trattenendo la voglia di strangolare il suo " amico ", la ragazza rotolò per terra e si concesse un paio di secondi per riprendere fiato.
- Conosci le regole: niente pause! - la riprese la voce quasi divertita di Jack.
- Avevi detto che sarebbe durato due ore, non tre! - lo riprese lei seccata. In risposta dovette teletrasportarsi a tre metri di distanza per evitare un altro colpo.
- Stai migliorando - ghignò. Charlie dovette trattenere tutti gli epiteti leggermente poco delicati che le stavano venendo in mente.
- Va bene, per oggi basta così - affermò una voce alle loro spalle. Jack atterrò, ripiegando le sue ali nere e spegnendo le mani infuocate. Charlie si alzò da terra, riprendendo fiato.
- Va bene Crystal - sorrise Jack. Charlie vitò lo sguardo di sua madre mentre le passava accanto.
- Allison... - la richiamò la donna. La ragazza sospirò e si bloccò.
- Cosa c'è? - chiese, cercando di contenere l'irritazione. Non poteva farci niente: non sapeva se sarebbe mai riuscita a perdonare sua madre per tutto quello che aveva fatto.
- Si tratta di tuo padre... crediamo di averlo localizzato -. Quelle semplici parole mutarono Charlie: la ragazza si voltò di scatto, agitata ed emozionata.
- Dov'è? - chiese subito, gli occhi accesi di speranza e preoccupazione.
- Si trovava fino a pochi giorni fa in una cittadina del Tennesse, ma non abbiamo sicurezze sulla sua posizione attuale - rispose Crystal.
- Bene... dov'è Gordon? Non c'è tempo da perdere... - disse Charlie, la sua mente che lavorava già ad un modo per arrivare da suo padre e aiutarlo. Tremava d'emozione: l'avrebbe rivisto! Avrebbe rivisto suo padre!
- Aspetta! - la riprese Crystal - Non puoi andare adesso: sei stanca dopo l'allenamento, e quella cittadina potrebbe non essere sicura -. Charlie indurì lo sguardo.
- Ascoltami bene - scandì - E' un mese che non ho notizie di mio padre, l'ultima cosa che so è che qualcuno ha bombardato casa nostra a Malibu, e papà è riuscito a salvarsi per miracolo e salvare Pepper... ho trovato lo SHIELD, che però aveva " altre priorità " più importanti di Tony Stark, perciò non ho potuto trovarlo, poi mi hai portata qui nell'Aldilà, sostendendo che non potevo andare da papà finchè non imparavo a controllarmi... Sono due settimane che mi trovo qui, ho assunto il completo controllo delle mie capacità e non ho nessuna intenzione di perdere la prima traccia che ho di papà da un mese perchè " potrebbe essere rischioso " - completò. Jack era rimasto senza parole, chiedendosi da quanto tempo Charlie si tenesse dentro quelle parole, invece Crystal sembrava ferita.
- Ti impegni molto per salvare un uomo a cui non interessa nessuno - sibilò.
- Quell'uomo si chiama Tony Stark, è mio padre ed ha un grande cuore - ribattè Charlie assottigliando gli occhi.
- Al tuo caro paparino non è importato neanche sapere come si chiamava la donna con cui è andato a letto! - esclamò Crystal. Charlie sospirò, reprimendo la rabbia che la scuoteva: mettersi ad urlare non era la soluzione adatta per aiutare suo padre.
- Non sto dicendo che non abbia difetti - affermò il più tranquillamente possibile - Ma solo perchè è stato ingiusto con te, non significa che è una cattiva persona! Sai cos'è cattivo? Abbandonare tua figlia al primo orfanotrofio che incontri! -. Niente, alla fine la voce era sfuggita al suo controllo, arrivando a livelli allarmanti.
- Allison... - cercò di spiegarsi Crystal.
- Il mio nome è Charlotte! - esclamò la ragazza, poi si voltò e se ne andò, furente.
Jack rimase un attimo lì impalato, non sapendo cosa fare. Alla fine sopsirò e corse dietro a Charlie.

La trovò con le ginocchia strette al petto davanti al bellissimo panorama dei monti. Tirava su con il naso e cercava di nascondere le lacrime.
- Se provi a dire che sono stata ingiusta ti dò un pugno - lo minacciò quando si sedette accanto a lei. Jack reprimette un sorriso: nel corso di due settimane aveva imparato a conoscere Charlie, con il suo caratterino, la sua determinazione, il suo orgoglio ma anche il grande cuore. La loro amicizia era nata da tutte le ore che passavano insieme ad allenarsi e le serate passate a mangiare la pizza davanti alla tv, fingendo di essere due semplici amici che si divertivano a commentare film scadenti, e non due Inumani che dovevano imparare a controllare i loro poteri per evitare di ferire gli altri.
- D'accordo, non te lo dirò - disse Jack - Ma credo che tua madre sia rimasta molto segnata dal rifiuto di Tony -.
- Non è una scusa - sibilò Charlie, asciugandosi l'ennesima lacrima sfuggente.
- Hai ragione, ha sbagliato ad abbandonarti, ha sbagliato ad unirsi all'HYDRA, ma quando si è accorta dei propri errori, ha tentato di rimediare - le fece notare. Charlie sbuffò.
- Certo, diciotto anni dopo si è accorta che aveva fatto una stronzata ed ha tentato di rimediare... indovina come? Rapendomi mentre ero ferita - disse.
- Si, beh, non è esattamente la madre modello - concesse Jack - Ma chi lo è? Lei ti ama, e forse l'ha capito troppo tardi, ma adesso è qui, per te, vuole aiutarti e rimediare gli errori del passato... vuole recuperare il tempo perduto... Tu puoi non volerne sapere niente di lei... ma pensa questo: tra cinquant'anni, quando ti guarderai indietro, sei sicura che non rimpangerai questa scelta? Puoi continuare ad odiarla, oppure concederle un'occasione e riavere la madre che hai tanto voluto - . Charlie tirò su con il naso per l'ultima volta.
- Ti odio - sbuffò. Jack sorrise.
- E' un si? - chiese.
- Un " ci penserò " - lo corresse la ragazza, poi si strofinò la faccia e si rialzò - Ma solo dopo aver riavuto mio padre - . Jack sospirò: era più testarda di un mulo!
- D'accordo... andiamo a cercare Gordon - .




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