Root
e Shaw sparivano nella folla e partivano verso una nuova meta
sconosciuta allo spettatore, concludendo così la prima
stagione di
Shoot:
ultimate chance.
Una mattina Netflix rilasciò tutti gli episodi e su internet
non si
parlò d'altro, soprattutto in vista della Convention ormai a
pochi
giorni. I profili social di Sarah e Amy, già nel mirino per
le voci
sul divorzio di entrambe e per foto che le avevano ritratte assieme
fuori dall'ambiente lavorativo, furono bombardati di nuovi consensi,
screenshot, citazioni, domande da parte dei fan. Di tanto in tanto le
due rispondevano ringraziando in modo generale, senza far intendere
niente, né facendo cenno ad alcuna domanda. Sarah
postò su
Instagram una foto di lei con un rotolo di nastro adesivo in mano e
dietro degli scatoloni, con una frase che lasciava capire di essere
impegnata nel trasloco, e molti fan attenti ripostarono lo stesso
scatto mettendo in luce un particolare che si celava nello sfondo:
l'ombra di una donna. L'idea che quella donna fosse Amy
impazzò su
Twitter e Facebook, ma nessuna delle due si pronunciò a
riguardo.
Mantennero
il silenzio, o almeno fino al giorno della Convention.
La
sala era ricolma di gente pronta a far loro le domande più
disparate; molti restarono anche in piedi, essendo finiti i posti a
sedere. Il presentatore chiamò a turno tutti i nomi e quando
toccò
a Amy Acker prima e Sarah Shahi dopo gli spettatori urlarono di
gioia, gridando perfino dichiarazioni d'amore che fecero ridere
entrambe, provando a indicare da chi era partita la voce.
Mark
Hadford parlò a lungo delle parti tecniche dello show e
altri della
trama e di cosa volevano raggiungere con questa prima stagione. Se da
un lato Person
of Interest
aveva tra i suoi temi la liberazione della Macchina, con Shoot:
ultimate chance
avevano voluto trattare la liberazione di Root dalla Macchina.
L'amore di Root per Shaw e viceversa. Le paure e i tormenti di Shaw
dopo mesi trascorsi nelle mani di Samaritan, dopo settemila
simulazioni in cui si era uccisa per amore di Root, e il duro colpo
quando pensò di averla persa davvero. Coinvolgere un
personaggio che
veniva dal passato di Root era un ottimo modo per mettere lei in
pericolo e Shaw in allarme, e perché no in confusione,
credendo di
aver potuto inventare lei stessa un'idea del genere solo per avere
modo di salvarla.
Un
po' imbarazzata, Amy si tirò indietro un ciuffo ondulato dal
viso,
guardata da Sarah, e cominciò a parlare, gesticolando, di
come fosse
stato bello riprendere il ruolo di Root e darle in questo modo
un'altra occasione per vivere una vita felice, non mancando di
ringraziare tutti coloro con cui aveva lavorato per la grande
opportunità data. Lo stesso con parole diverse fece Sarah
che, fra
tutti, ringraziò la sua collega in particolare, mettendo in
silenzio
tutta la sala:
«Amy
Acker: con lei è sempre tutto più bello. Con lei
è facile entrare
subito nel personaggio, perché è un'attrice
straordinaria e perché
è piacevole stare in sua compagnia. Lavorare con lei non
è più un
lavoro», si girò a guardarla, vedendo che si
nascondeva il viso con
le mani per l'imbarazzo. «La ringrazio perché
è prima di tutto una
donna eccezionale… e un'amica, oltre alla mia
partner… collega»,
sorrise quando alcuni fischiarono e si scambiò uno sguardo
complice
con Amy, che sorrise a sua volta. «Okay, dai, ci sto
arrivando»,
aggiunse, lasciando gli spettatori incuriositi.
Sarah
e Amy si strinsero per mano e si sorrisero per gran parte del panel,
non era una cosa che passò inosservata, soprattutto non dopo
le
recenti speculazioni sulla foto postata su Instagram dalla prima e
per quelle dei siti di gossip che le avevano paparazzate insieme
uscendo da un centro commerciale con i gemellini della Shahi, se poi
entrambe avevano avviato le pratiche di divorzio le supposizioni
erano tante, anche lì in sala. Non sembravano affatto
nascondersi.
«E…
sì, allora», Sarah sorrise e guardò
l'altra che si lasciò andare
a una breve risata, fissò lo sguardo sul pubblico e poi di
nuovo su
di lei. «Amy ed io volevamo dire una cosa perché
le voci sono
arrivate anche a noi…», tornò seria,
«Online e in alcuni
giornali sono state pubblicate foto che ritraggono me e Amy al
supermercato… sì, eravamo al supermercato
insieme. Parlano tanto
dei nostri matrimoni ultimamente e poi escono queste foto,
insomma…
Molti hanno anche supposto che ci fosse Amy in ombra su uno scatto
che ho fatto col mio cellulare». Si schiarì la
gola, prima di
proseguire: «Dunque, ho sempre pensato che la vita privata
fosse
importante e sacrosanta», cominciò a parlare con
ancora più
serietà, inumidendosi le labbra, «Fintanto che si
tratta di rendere
pubblici i nomi dei miei figli va bene, è bello condividere
le cose
belle, ma a tutto c'è un limite. La verità
però è che in nome
della privacy, e perché no della paura, perché
alla fine la privacy su certe cose è davvero solo una scusa,
ho nascosto delle cose e anche queste cose sono importanti. E belle.
L'ho fatto da ragazzina e lo stavo facendo da adulta. Mi sono sempre
vantata di avere una mente aperta ma quando si tratta di altri e non
della tua vita è facile parlare, a volte».
La
sala era a bocca aperta, ascoltando senza battere ciglio, e lo stesso
il presentatore e tutto il cast e i produttori nella bancata. Kevin
annuì, trattenendo l'emozione, e Carl, che interpretava
Daryl
Boscoferro, aveva le lacrime agli occhi.
Amy
sorrise e Sarah le fece un cenno d'intesa con la testa.
«Sì, quello
che sto cercando di dire, arrivando al punto, è che le voci
sono
vere», sorrise con orgoglio, stringendo più forte
la mano
dell'altra, «Amy ed io stiamo insieme».
La
sala esplose in applausi e grida incontrollate, mentre la bancata
rideva insieme alle due. Kevin, vicino a Sarah, bisbigliò
qualcosa
ed entrambe annuirono, sorridendo. Molti fischiarono, quando Amy e
Sarah decisero di avvicinarsi e baciarsi a stampo, all'improvviso,
quasi per gioco. Sarah allungò lo sguardo e sorrise radiosa
vedendo
che sua madre stava là in fondo da qualche parte con il
piccolo Knox
in braccio, facendolo salutare. Ricambiò il saluto con un
altro
sorriso.
«Amo
questa donna», disse all'improvviso Amy ma, quando le
chiesero di
ripetere, si nascose il viso dietro le mani e scosse la testa. Sarah
l'abbracciò e il presentatore diede il via alle domande
degli
spettatori.
Da
quel momento in avanti, sarebbe stato tutto in discesa.
«Come
sarà adesso per Root e Shaw, che la Macchina ha detto addio
a
entrambe?», chiese una ragazza dal pubblico.
Mark
Hadford si scambiò un'occhiata con altri e decise di
rispondere,
seguito da una risata: «No spoiler, posso dire che a tutto
c'è un
modo».
Shaw
aspettava e batteva le dita sul banco così tanto da
infastidire gli
altri clienti, che si allontanarono con i propri drink in mano. Il
barista, con la giacca aperta che mostrava un fisico asciutto e
abbronzato, ritornò verso di lei, poggiando sul banco due
bicchieri.
Le chiese di aspettare e, insieme al ghiaccio e alla cannuccia, ci
mise due ombrellini colorati.
Le
sorrise in modo provocante, poggiando i gomiti sul banco.
«Senti,
posso farti una domanda? Ti sembrerà sciocca e non voglio
essere
invadente, ma… ho avuto modo di leggere il tuo e il nome
della tua
amica nella registrazione dell'hotel e… Sameen
Shaw,
proprio come quell'agente sotto copertura che ha aiutato la CIA ad
arrestare quei criminali, se non ricordo male… Wow, non mi
dire che
sei t-».
«No»,
chiosò con decisione, prendendo i due bicchieri. Lo
lasciò con la
bocca ancora aperta, scendendo dalla pedana in legno sulla spiaggia,
camminando sulla sabbia con le infradito ai piedi. Raggiunse due
sdraio davanti alla riva e allungò uno dei bicchieri alla
donna
seduta su quello alla sua sinistra.
Lei
sollevò gli occhiali da sole e sorrise, prendendo
così il suo
bicchiere. Shaw si sdraiò accanto e insieme si fermarono a
guardare
le piccole onde che il mare portava dolcemente verso la riva.
«Odio
che la Macchina mi abbia resuscitata», biascicò
prima di bere,
spostando l'ombrellino e infilandolo nella sabbia. Sameen
Shaw
era ufficialmente morta dopo che tentarono di ucciderla e Reese e
Finch le inscenarono l'assassinio qualche anno fa, fino a quando, il
giorno della partenza per la vacanza che tanto si meritavano, le due
avevano scoperto dai giornali, dal web e dalla televisione che Sameen
Shaw
era ancora viva e che poteva tornare alla luce essendo fuori pericolo
dopo che tutti i criminali che sotto copertura aveva aiutato a
catturare per la CIA non erano più delle minacce. La
Macchina aveva
costruito una storia e l'aveva divulgata. Non poteva essere stato
nessun altro se non Lei.
«Ti
ha liberata», le fece notare Root, sorseggiando il suo drink,
«Proprio come ha liberato me. Ti ha fatto un
favore».
«Adesso
tutti conoscono il mio nome».
«Ma
non la tua faccia», disse. Bevve e poi inghiottì,
giocando con la
cannuccia con le dita. «In ogni caso non mi preoccuperei,
Sameen:
sei solo il vip del momento, queste cose vanno e vengono in fretta e
nessuno si ricorderà più di te, tra qualche
mese».
Shaw
spostò le labbra dalla cannuccia e la fissò,
corrucciando lo
sguardo. Ci pensò un poco prima di annuire e sorridere,
sdraiandosi
di nuovo: le stava bene.
Una
cameriera camminò per la spiaggia reggendosi la gonna con
una mano e
con l'altra una busta di carta. Sudata e con il fiatone, si
avvicinò
alle due. «Signorina Shaw, signorina Groves: è
arrivata una lettera
per voi».
Root
si portò gli occhiali da sole sui capelli e Shaw prese la
lettera,
intanto che la cameriera riprendeva fiato e carica per rifare la
camminata di ritorno. Si stupirono di vedere che nella busta
apparivano solo i loro nomi e una data battuta a macchina ma, quando
si girarono per chiedere alla donna del destinatario, lei si era
già
dileguata. Shaw la aprì con attenzione, dopo aver cercato di
capire
che non potesse contenere qualcosa di pericoloso, ma era solo un
foglio. Lo tirò fuori e lo dispiegò, leggendo una
serie di numeri
su una riga e, più in basso, delle coordinate.
«A
te cosa sembra?», le domandò Shaw, roteando gli
occhi.
Al
contrario, Root sorrise: «Un lavoro».
Uh,
è finita. È finita davvero. Sigh.
Sarah
e Amy sono uscite allo scoperto e Shaw e Root, in vacanza, sono state
raggiunte da una singolare lettera. Chi l'avrà
scritta?
Ricordate
il discorso iniziato nell'angolo autrice sull'ultimo capitolo? Avevo
spiegato che, se avessi scritto separatamente le due storie, sento
che avrei potuto fare di più, se non altro ciò
che riguarda Root e
Shaw. Ebbene, dopo averci pensato a lungo e ascoltato i battiti del
cuore della mia ispirazione (?),
penso che non sia finita qui. Cioè, no, questa fan fiction
è finita
e finita resta, maaaa
potrei, in momenti di puro svago, mettermi a scrivere Shoot:
Ultimate chance
così come se fosse
la serie tv, ovvero
a episodi e non a capitoli, ma a parole e non a immagini. La
intendo scrivere per me, ma potrei pensare di pubblicarla una volta
che l'avrò finita :)
Sì,
andreste a conoscere meglio alcuni personaggi (tipo Brandon) e a
leggere scene di cui proprio non ho scritto (come quasi completamente
i primi episodi, di cui il primo è stato appena accennato
nel
capitolo 9), ma chiaramente la trama la conoscete già e
anche se
probabilmente alcune cose le scriverò diversamente, la fine e
lo svolgimento
resta
quello.
Di assolutamente nuovo ci sarà che, se scriverò
questa prima
stagione, forse
farò anche
la seconda perché ho tante ideuzze in proposito.
Ma
in definitiva, non prometto nulla. Magari a molti di voi (o anche
tutti XD) non interesserà per niente leggere una storia che
a tratti
avete già letto, ma nel caso la rigirerò qui su
EFP per
condividerla con chi avrà voglia di esplorarla di nuovo con
me o con
nuovi lettori :)
Anyway…
la scena di loro in vacanza è stata pensata per far parte
della
seconda stagione. Il resto dipenderà dalla mia
voglia/impegni/ispirazione/tempo.
Grazie
a T_Sky in particolare per aver recensito l'ultimo
capitolo e…
a tutti! A tutti, tutti, tutti quanti! Per aver letto, per aver messo
la fan fiction nelle varie liste, per aver commentato, per avermi
supportato, tutto! È stato divertente :D
Beh…
alla prossima ~♥
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