“Non
mi piaci”
Ma
scende comunque a baciargli le labbra.
“Ti
odio”
Eppure
gli mordicchia quello inferiore, sapendo che lo sta facendo
impazzire.
“Primo
o poi ti uccido”
Ma
sta già intrecciando la lingua con la sua.
“Non
lasciarmi mai”
Nasconde
questa richiesta con un calcio in testa e l'inizio di una nuova lite
fatta di calci e colpi di spade.
Zoro
aprì gli occhi di scatto cercando di ignorare quella
sensazione strana che gli aveva invaso il cuore portandolo a
respirare affannosamente; chiuse nuovamente le palpebre, intrecciando
le braccia dietro la testa e tornando a rilassarsi, almeno in
apparenza.
Era
fuori dal posto dove Pekoms si stava riprendendo dalle ferite ed
aveva sentito l'intera conversazione su Sanji. E in quel momento gli
era rivenuta in mente una delle tante serate passate con il cuoco da
strapazzo, loro due soltanto.
L'immagine
di quel damerino da quattro soldi lo accompagnava da quando erano
arrivati a Zou e avevano scoperto che lui non c'era.
Zoro
non faticava ad ammettere a se stesso che il biondino gli mancava e
che non vedevo l'ora di riabbracciarlo, ormai era sceso a patti con
con il fatto che lui e il cuoco non facevano solo del sesso
occasionale, ma che c'era qualcosa di più tra di loro.
Ma
un conto era essere chiari con se stessi, un conto era mantenere le
apparenze per evitare inutili commenti da parte degli altri Mugiwara;
non che fosse un mistero la loro relazione, ma tanto Zoro quanto
Sanji preferivano continuare con la solita scenata dei due
attaccabrighe.
Era
il loro modo di essere, semplicemente non potevano farne a meno.
Fu
per questo che quando Rufy uscì dalla casa e lo vide lì
seduto ad ascoltare e gli chiese se fosse preoccupato per Sanji, lui
si affrettò a negare.
“Ti
avevo detto di lasciar perdere quello stupido” disse al suo
Capitano, che rise.
“Riportamelo
indietro Rufy, ti prego” fu
la risposta che sentì il moro, sfoggiando uno dei suoi soliti
sorrisi che dimostravano quanto in realtà capisse la sua
ciurma.
“Non
preoccuparti Zoro, ci penso io” fu
la risposta non detta.
***
Ci
aveva pensato eccome Rufy. Aveva riportato indietro Sanji, aveva
preso a calci quelli del Germa 66 e Big Mom ed era riuscito ad
uscirne vivo. Più o meno.
Fortunatamente
Chopper era andato con loro perché lo scontro era stato
massacrante e sia Sanji che Rufy ne erano usciti male.
Ma
erano di nuovo tutti insieme; solo questo contava.
Rufy
si era ripreso come suo solito abbastanza in fretta, stupendo ancora
una volta i suoi nakama, ma Sanji non era ancora in condizioni di
muoversi e per questo Chopper lo aveva costretto a letto.
Il
cuoco aveva provato a ribattere ma la piccola renna si era infuriata
e gli aveva urlato contro per mezz'ora, convincendolo infine a non
fare stupidaggini.
Era
per questo che ormai da due giorni stava lì disteso a letto,
annoiandosi a morte; Rufy era passato a trovarlo, spiattellandogli
davanti un enorme cosciotto di maiale, esclamando che la carne
aiutava la guarigione.
Nami
gli era saltata al collo non appena lo aveva visto sveglio,
scoppiando a piangere felice di riaverlo con loro e per una volta
Sanji non era esploso in milioni di cuoricini per quell'abbraccio,
consapevole di quanto quella storia avesse scosso la navigatrice.
Poi
era arrivato Usopp, raccontandogli di come a Dressrosa avesse
sconfitto Sugar e Trebol, con mirabolanti mosse degne di un super
eroe.
Dopo
il cecchino si era presentata Robin con due tazze di tè, che
gli si era seduta accanto e gli aveva sorriso dolcemente mormorando
un “È bello riaverti con noi” tra un sorso e
l'altro.
Immancabile
era stata la visita di Brook, che gli aveva suonato col suo violino
quella che lui definiva una serenata energizzante per accelerare la
sua guarigione.
Franky
era piombato in stanza poco dopo, urlando quanto fosse “Suuuuper
contento di rivederlo”.
Erano
andati tutti a trovarlo, tutti tranne uno.
Sanji
aspettava quella maledetta testa d'alga, seduto con la schiena
appoggiata ai cuscini e una mano sotto al mento a sorreggere la
testa, il gomito appoggiato al davanzale della finestra e lo sguardo
perso fuori.
Pensava
a quanto fosse stato vicino a perderlo per sempre, quello stupido
spadaccino che gli aveva trafitto il cuore come una lama affilata,
quando questi entrò nella stanza senza fare rumore.
“Ohi
cuoco” lo salutò, la voce bassa e roca che ogni volta lo
faceva impazzire.
“Ohi
spadaccino” rispose Sanji, voltandosi verso di lui e
sorridendogli debolmente.
Fu
una questione di attimi, Zoro attraversò la stanza in un
baleno e s'impossessò delle labbra del biondo, impegnandolo in
un bacio che sapeva di tante cose.
“Mi sei mancato”
Gli
disse leccandogli il labbro inferiore.
“Non farlo mai più”
Continuò,
iniziando a giocare con la sua lingua.
“Non ti lascerò
mai più”
Concluse
stringendolo in un abbraccio possessivo.
Quando
si separarono, Sanji era pronto a fare una battuta di qualsiasi tipo,
ma le parole gli rimasero incastrate in gola quando incontrò
lo sguardo dello spadaccino.
Sorrise
dolcemente invece, accarezzandogli una guancia e baciandolo di nuovo.
“Non ti libererai mai
così facilmente di me”
ANGOLO
AUTRICE
Che dire? Bah più leggo il
manga più l'unica cosa che voglio è abbracciare stretto
stretto quel poraccio di Sanji! Ma io non posso farlo quindi ci pensa
Zoro!
È un bel po' che non
scrivo né pubblico qualcosa, spero di non essere andata OOC e
che questa piccola One-shot senza pretese sia piaciuta a qualcuno.
Come sempre un grazie enorme va
alla mia beta hebi, che sempre e con santa pazienza si legge i mie
parti, senza conoscere One Piece! GRAZIE ZOCINA!
Beh alla prossima, sesshy!
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