- Nick
forum/ Nick EPF:
AtobeTezuka
- Beta
reader (eventuale): //
- Contest:
Romanticismo d'altri tempi
- Titolo:
Il
dolore del Conte e la fragilità del Duca
- Generi
obbligatori: storico,
romantico.
- Generi
secondari:
Angst, Malinconico in alcuni punti, triangolo
- Rating:
Giallo
- Avvertimenti:
//
- Lunghezza:
1410 parole
- Periodo
storico:
Inghilterra fra XVIII e XIX, durante la Rivoluzione industriale in
Inghilterra.
- Introduzione:
Il matrimonio fra Leopold Duca di Merseyside e la contessina
Isabelle, sorella di Alexander conte di Berkshire, è
imminente e
Alexander si rende conto che deve dire addio all’uomo di cui
da
anni è innamorato.
- Note
dell’autore (eventuali):
Diciamo che questo è più un esperimento, credo
non riuscito perché
per vedere se fossi in grado di scrivere racconti storici e prendere
la mano con queste ambientazioni, comunque ho fatto un po’ di
ricerche per i titoli da usare e i luoghi di origini li ho dalle
contee su Wikipedia.
Questa storia partecipa al contest "Hold my Angst (Flash contest - Edite ed inedite) - Seconda edizione" indetto da BessieB sul forum di EFP.
- Per
il font del titolo e del messaggio
http://www.dafont.com/it/wolgast-script.font
- Il
dolore del Conte e la fragilità del Duca
- Ogni
riferimento a persone esistenti
- a
fatti realmente accaduti è puramente casuale
- inoltre
tale racconto è senza scopo di lucro
- Inghilterra
1807 contea di Merseyside
- «Duca
cosa fate!? Siete il promesso sposo di mia sorella!».
- Alexander
non avrebbe mai immaginato prima di allora che le labbra del Duca di
Merseyside potessero avvicinarsi alle sue in quella maniera
così
impudica. Leggeva una strana luce in quelle verdi iridi: era
desiderio quello che provava? Non poteva essere, Leopold duca di
Merseyside non poteva volerlo.
- «V’irrita
tanto che io provi interesse verso di voi? Vostra sorella è
una
fanciulla graziosissima lo ammetto, ma le donne non suscitano quel
tipo di interesse, forse sono strano ma gli uomini mi intrigano
decisamente di più». Vedeva la bocca che sempre
aveva ammirato ed
amato, ma non poteva lambirla: era disdicevole per due maschi avere
atteggiamenti che solo un marito e una moglie avrebbero dovuto avere.
«Anche per voi è lo stesso, credete che non mi sia
mai accorto dei
vostri sguardi intensi e del modo lussurioso con cui i vostri occhi
guardano la mia persona?».
- Come
aveva fatto a capirlo? Per il Conte di Berkshire diventava difficile
mantenere la dignità. Si sentiva messo a dura prova dagli
smeraldi
di Leopold, che in quell’instante lo tentavano più
di ogni altra
cosa. «Vi sbagliate Duca! Io non vi ho mai guardato o provato
attrazione nei vostri confronti, dovete aver frainteso: vi ammiro, ma
la mia stima si ferma alla vostra autorità che diventa
sempre più
influente nella nostra società».
- «So
che mi state mentendo, voi per me siete come un libro aperto e i
vostri sguardi per me sono semplici da decifrare e i pensieri facili
da intuire: “Se
le nostre famiglie dovessero scoprirci, la nostra posizione
sarà
completamente compromessa”
scommetto che nella vostra mente state formulando una frase piuttosto
simile».
- Doveva
ammetterlo che ci era andato piuttosto vicino, ma non riusciva a
capire come avesse fatto a leggergli la mente in quella maniera,
forse c'entrava il fatto che fossero amici da anni, ancora prima del
fidanzamento con sua sorella ed era normale che avesse imparato a
conoscerlo così a fondo.
- «Non
so se voi sappiate che anch’io provo le medesime paure, ma
non
potrei mai reggere al pensiero che le nostre famiglie possano in
qualche modo ostacolarci: io vi amo Lord Alexander e anche voi
provate lo stesso per la mia persona, me lo dicono i vostri occhi che
come diamanti non riescono a mascherare il loro enorme
valore».
- Quella
dichiarazione d’amore fu la loro rovina, ma i due poco
più che
diciassettenni, erano deboli di fronte al desiderio per resistere
all’impeto crescente, lentamente
s’impadronì di ogni loro
briciolo di orgoglio e di identità macchiando i loro
reciprochi nomi
per colpa di quel sentimento chiamato amore.
- Inghilterra
1810 contea di Merseyside
- Lord
Alexander
- Vi
attendo nelle mie stanze
- Leopold
Duca di Merseyside
- Il
Conte di Berkshire aveva appena terminato di leggere il biglietto del
Duca di Merseyside. Come sempre la scrittura era impeccabile e degna
di un uomo del suo alto rango sociale.
- In
quell’istante era assalito dalla più grande e
intensa confusione,
mai prima di allora aveva nutrito dubbi di una tale
intensità;
Andare da Leopold e giurargli amore eterno, correndo contro al
rischio di essere scoperti e rinnegati dalle loro famiglie? Andare
da lui e recidere ogni legame? Scappare il più lontano
possibile da
quel giovane uomo che l’indomani sarebbe diventato suo
cognato?
- Ognuna
di quelle eventualità avrebbe fatto soffrire entrambi
più di quanto
avrebbero immaginato, ma Alexander non era pronto per rinunciare al
suo amato, non ancora almeno.
- Avrebbe
voluto più tempo, solo un altro misero giorno gli sarebbe
stato
bene, ma non poteva accettare che tutto fosse già esaurito.
- Al
pensiero che Isabelle avrebbe dovuto passare una nottata
d’amore
con il Leopold di Merseyside, il cuore era completamente lacerato.
- Quelle
labbra che fino ad allora erano state di sua esclusiva
proprietà,
avrebbero dovuto unirsi con quelle di sua sorella minore, quella
dolce ed ingenua fanciulla che nemmeno sapeva cosa fosse un uomo.
- “Perché
mi sono dovuto innamorare di voi Duca?”
- Tutto
il suo petto doleva e non riusciva a capire come mai avesse scelto
proprio il futuro marito di sua sorella. Erano quei capelli rossicci
segno dell’origine scozzesi da parte di madre? Per quegli
occhi
verdi che sembravano smeraldi incastonati su un viso a dir poco
perfetto? Per quel viso elegante e raffinato che solo un nobiluomo
possedeva? Non lo sapeva dire con certezza ma, da quando aveva capito
il perché, non riuscisse a smettere di ammirare la bellezza
dell’amico e futuro cognato, aveva iniziato ad evitarlo cosa
che
alla fine a nulla era servita.
- “Odio
questa situazione!”
- Voleva
piangere, imprecare contro chiunque avesse potuto, ma aveva una
dignità. Era un Conte e non poteva abbassarsi a livelli
così
miseri, ma il dolore e la gelosia che nutriva per Isabelle erano
insopportabili e non desiderava altro che essere al suo posto.
Già
s’immaginava con quel vaporoso abito da sposa che aveva fatto
preparare da una delle più grandi sarte
dell’Inghilterra: sarebbe
calzato meglio a lui che a lei.
- Fu
in quell’istante che Alexander capì che stava
candendo in basso:
non poteva provare simili sentimenti per la più giovane. Non
ne
aveva colpe ma pur sapendolo, non riusciva a tollerare quel
matrimonio che nessuno voleva sul serio, a parte sua madre che
desiderava unire le loro famiglie e vantarsi con un: “Nostra
figlia
sposerà il Duca di Merseyside”
- Ormai
tutto sembrava avere un che di malinconico. Non avrebbe più
potuto
passare il tempo con il Duca e avrebbe fatto meglio a non rammentarli
più, ma era difficile se non impossibile ed era certo che
mai
avrebbero smesso di riecheggiare nella sua memorie.
- doveva rescindere tutti i legami che avevano e dirsi per sempre addio. Sarebbe
stato difficile e Alexander lo sapeva benissimo, ma quella era la
scelta migliore che potesse fare, per le loro famiglie e
l’onore di
essere dei nobiluomini.
- La
sofferenza sarebbe stata atroce, forse ancora più
insopportabile di
quanto già non fosse, ma ormai aveva deciso e nulla lo
avrebbe
fermato.
- Inghilterra
1810 contea di Merseyside – stanze del duca di Merseyside
- «Lord
Alexander vi stavo aspettando».
- Il
Duca di Merseyside era sempre stato una persona forte e con un alto
contegno emotivo, Alexander ricordava che da bambini mai una volta
aveva pianto nemmeno quando si ruppe un braccio giocando con lui.
Vicino a quella finestra c'era solo un fragile uomo in lacrime con
un’espressione completamente disperata.
- Il
senso di colpa in quell’istante lo stava devastando.
- Era
per causa sua se Leopold aveva un aspetto così indecoroso
per un
aristocratico e soprattutto se quegli smeraldi stavano perdendo la loro
brillantezza unica. “State soffrendo per me?” si
chiese il
ventenne avvicinandosi al coetaneo.
- «Duca,
io vorrei…».
- «Lord
Alexander, non c’è bisogno che mi spieghiate
nulla, sono
consapevole che avete intenzione di lasciarmi questa notte. Io non vi
voglio imporre nulla, non vi chiederò di restare con la mia
persona». Non ci sarebbe voluto un genio per capire quanto si
stesse
sforzando in quel momento: cercava di controllarsi ma quel pianto
disperato aveva preso il controllo su tutto il resto. «Non
pretenderò il vostro amore… non…
non… ». e in quell’istante
crollò letteralmente abbandonando le sue facoltose origini.
- I
singhiozzi erano il suono più terribile che Alexander avesse
mai
udito.
- Era
così fragile in quell’istante che il conte era in
grado di
avvertire tutto il dolore Leopold Era così atroce che non
poté non
sentirlo egli stesso.
- Stava
lottando per trattenere quelle lacrime che sembravano voler penetrare
i suoi diamanti,
com'era
solito rinominarli il Duca.
- «Mi
dispiace di avervi ferito Duca, io non avrei voluto causarvi tanto
dolore: vi prego di accettare le mie più sincere
scuse».
- Ormai
Alexander sapeva di aver raggiunto il limite e quel liquido salato
aveva contaminato anche i propri occhi e fu impossibile continuare a
trattenerlo.
- Fu
in quell’istante che il Conte di Berkshire avvertì
quelle forti
braccia tanto familiari cingergli le spalle.
- «Lord
Alexander non fate corrodere i vostri diamanti da qualcosa di
così
misero, non riesco a sopportare che voi stiate piangendo per la mia
persona: scordatevi di me così non soffrirete più».
- «Mi
dispiace deludervi, ma io non potrò mai dimenticarmi di voi.
Duca io
vi amo ma devo lasciarvi per il bene del mio casato».
- «Vi
capisco benissimo».
- Le
labbra dei due nobiluomini si avvicinarono reciprocamente in quello
che entrambi sapevano sarebbe stato l’ultimo intimo istante
che
avrebbero condiviso.
- «Addio
Duca».
- «Addio
Lord Alexander».
- Tutto
terminò quella sera, la più struggente e
devastante che avessero
mai provato in tutti i loro vent'anni di vita.
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