Tramonto d'autunno

di lmpaoli94
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Capitolo 1 
Una giornata incredibile
 
«Devi trovare al più presto un lavoro, altrimenti ti rispediamo a casa Francesco», gridava mio zio come una funesta tempesta. 
«Va bene, va bene, vado…» risposi senza sapere cosa dire.
«Se anche stasera torni a mani vuote…»
«Non succederà. Ho fatto una promessa a mia zia…»
«Quella sciocca donna… Non posso credere di averla sposata… Adesso va e non perdere più tempo.»
Fuori faceva un freddo cane per essere una mattina di novembre. Di solito non fa mai così freddo a Roma in questo periodo.
Incontrai mio cugino Vincenzo che più che essere un parente era un mio grande amico. 
Potevo raccontargli tutto quello che mi accadeva senza correre il rischio che spifferasse tutto.
«Dove ti incammini di buon mattino, Francesco?»
«Devo cercare un lavoro per portare il pane sulla tavola a casa dei miei zii, altrimenti mi rimandano a casa dai quei miei genitori spocchiosi».
«Si dia il caso che oggi sia la tua giornata fortunata. Cercano un muratore o un barista qui nei dintorni, se ti sbrighi forse riuscirai a trovare posto».
«Grazie Vincenzo. Sei sempre il migliore».
«Farei qualsiasi cosa per il mio cugino preferito».
Dopo averlo abbracciato velocemente, mi diressi verso la direzione da lui indicata. 
Ma purtroppo anche oggi la sfortuna si faceva beffe di me.
«Mi dispiace ragazzo, ma abbiamo ceduto l’ultimo posto disponibile a questo giovanotto».
«Ah bene… Grazie lo stesso» dissi al capo cameriere.
Stessa sorte mi capitò con il capo della ditta di muratori che Vincenzo mi aveva detto.
“Bene… E adesso cosa faccio?”
Non avevo per nulla voglia di tornare senza un lavoro in tasca.
A quel punto mi diressi nel mio bar preferito, dove servono il miglior caffè di tutta Roma.
«Buongiorno Francesco e ben alzato» disse il mio amico Gaetano con tutto il sorriso che possedeva.
«Non direi proprio che oggi sia un buongiorno per me, Gaetano. Sono ancora disoccupato».
«Vedrai, è solo questione di tempo. La fortuna arriverà anche a te».
Gaetano era una persona positiva e sempre di buon umore. Il contrario di come sono io.
Ed era anche per questo che mi recavo sempre qui da lui nei momenti in cui ero giù di morale.
«Ma quale questione di tempo… Ormai non credo più alla fortuna e alla buona sorte» ribattei con tono cupo.
«So come farti tornare il sorriso. Hai bisogno di un buon caffè».
Non poteva avere più ragione di così. Quando me lo porse i miei problemi svanirono nel nulla.
«Ti ringrazio Gaetano. Era proprio quello che mi serviva».
«Eeeh che ti dicevo io? Un buon caffè risolleva l’anima di ogni persona che lo sa gustare» ribattè saggiamente il mio amico barista.
Mentre mi alzai per continuare a fare il mio giro per cercare un lavoro, vidi una persona che mi sembrava familiare.
Era una splendida donna che indossava un vestito lungo blu scuro, delle scarpe con il tacco e nascondeva i suoi occhi da dei vistosi occhiali da sole.
Ma quegli occhiali non bastarono per farsì che rimanesse in incognito per me.
"No, non può essere lei. È impossibile!" 
E in quel momento per poco non svenni dalla sorpresa.




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