E'
la prima
storia che posto qui [e non per questo la prima che scrivo] spero che
possa piacere a voi quanto a me,
ne vado molto fiera.
Come forse capirete la storia è narrata da Yu, rivolgendosi
a Strify.
E beh cosa posso aggiungere? Buona letteura.
Beside
me
Il
mio cuore è a pezzi.
Rimpiange
le schegge che si sono staccate da lui con violenza.
Colpo dopo
colpo si è sformando.
Lasciando
solo l’ombra della sua antica beatitudine.
Desidera
affetto.
Reclama
amore.
È
diventato un diamante.
Decisamente
bello.
Ma freddo e
inanimato.
Osservo la
notte buia, sena luna e senza stelle.
Ormai
questo paesaggio non mi provoca più alcuna malinconia.
Ma una
sorta di comprensione.
È
oscura e tormentata.
Come lo
sono io.
Non mi
è mai capitata una giornata tanto sbagliata come quella che
è appena passata.
Spezzoni
confusi rinascono dai miei ricordi.
Una sveglia
fastidiosa.
Un guasto
alla macchina.
Una
strigliata del mio menager per il ritardo.
Quella
litigata rovinosa.
Mi sono
giocato l’ultima carta che avevo in mano.
L’unica
speranza che conservava ancora un filo di luce si è spenta
miseramente.
Una
pungente brezza invernale mi arrossa il viso pallido, creando un
contrasto crudele.
Mi
scompiglia i capelli neri come le piume di un corvo.
I miei
occhi di cristallo hanno perso colore.
Ogni parte
di me si è abbandonata allo sconforto.
Sono
distrutto.
Il mio
amore è a senso unico.
La mia
anima senza destino.
La vedo
vagare nella familiare oscurità del mio io.
Aleggia
pesante.
Pressata a
terra da un senso di colpa che non le permette di spiccare il volo.
Macigni
pesano sulle sue spalle.
Non
permettendo alle sue ali colorate di pece, di spiegarsi e vibrarsi nel
cielo limpido.
In un mondo
di colori.
Dove la
spensieratezza regna sovrana.
Dove si
può vivere senza pensare al futuro tanto meno al passato.
Il mio
animo rispecchia la mia essenza.
Sto
diventando chiuso e irascibile.
Continuamente
nervoso.
Forse
è con il mio comportamento che ti ho allontanato da me.
È
colpa mia.
L’autocommiserazione
è ormai il pane quotidiano delle mie giornate.
Insieme al
tuo ricordo.
Il tuo
volto angelico gira nella mia testa come una trottola impazzita.
Non si
ferma mai.
Nemmeno
quando dormo il tuo pensiero mi abbandona.
Chiudere
gli occhi un tempo era l’unico modo che avevo per lasciarmi
andare in un mondo fatto di fantasia.
Invece ora
rispecchia perfettamente la realtà.
In cui sono
obbligato a vivere.
Sai
perché sono ancora qui?
Perché
non ho ancora mollato?
Per te.
Ma tu non
lo capisci.
Hai
costantemente una maschera posata sul volto.
E quando
invece ne sei privo, io divento invisibile.
Forse
dovrei essere più sicuro di me.
Ma
perché continuo a incolparmi?
Non sono io
la causa di tutto.
Non sono io
quello che ignora.
Sono quello
ignorato.
Non sono io
quello che finge.
Sei un
astuto attore.
L’ho
sempre saputo.
Ma ora
è come se il tuo personaggio si sia fuso con il tuo io.
Impossessandosi
indelebilmente di te.
Parli e ti
diverti con tutti.
Ma quando
entro io.
Il tuo
sguardo si rabbuia.
I tuoi
occhi si spengono.
Il tuo
sorriso scompare.
Perché?
Perché
mi fai sentire il colpevole?
L’assassino.
Colui che
ti ha ucciso dentro.
Si solo
l’interno.
Perché
da fuori rimani il bel giocattolino di milioni di ragazzine in preda a
una crisi ormonale.
Bello e
impossibile.
Potevi non
esserlo per me.
Eri uno
qualunque un tempo.
Uno dei
tanti amici sparsi per il paese.
Poi sei
diventato quell’amico.
Il mio
confidente fidato.
Il mio
salvagente.
Ci sei
sempre stato.
Dalle
questioni più gravi a quelle banali.
Più
il tempo passava più diventavamo una sola cosa.
Fino quando
ho capito di non provare semplice affetto per te.
Tu lo sai.
Ne sono
più che certo.
E mi odi
per questo.
E io non
posso più sopportarlo.
Cammino per
la strada deserta.
Non vi
è anima viva se non qualche uomo mal vestito alla ricerca
disperata di qualche avanzo.
E due gatti
randagi accoccolati sotto un portico.
Sai mi
fanno quasi invidia.
Il freddo
mi ha intorpidito le mani.
Ma non ci
faccio nemmeno caso.
Tanto
è forte la voglia di te.
E continuo
a camminare.
Senza
nemmeno accorgermene sono sotto casa.
Il mio
cuore si sta disintegrando sotto i mie occhi.
Sotto le
mie mani incapaci.
Mi lascio
andare.
Cadendo in
ginocchio.
Le mani nei
capelli.
Stringono
con violenza.
Il dolore
non mi da soddisfazione.
Lacrime
disperate sgorgano dai miei occhi.
Non tento
nemmeno di fermarle.
Lo faranno
da sole giusto?
Ci
sarà un giorno in cui tutto finirà
E spero che
arrivi presto perché io così non resisto
più.
Un urlo
disperato nasce nel mio cuore.
Scalpita
dalla voglia di uscire.
È
stato tenuto segregato troppo a lungo.
Devo
gridarlo.
Devo
buttarlo fuori.
O mi
distruggerà.
“Ti
amo Seb” urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Sogghigno
tra me e me.
Vedendo
dove la disperazione mi ha fatto arrivare.
E mentre il
rumore di una serratura e passi veloci si avvicinano.
Io mi
lascio andare.
Cadendo a
terra privo di sensi.
Disperato.
Distrutto.
Innamorato.
Ti prego
salvami.
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