The
Newstart: nuova vita.
21 Dicembre, 02:40 PM;
Alla
fine delle superiori Kyousuke Tsurugi aveva abbandonato tutto della sua
precedente vita. Era stata una scelta impulsiva, dettata da un forte
bisogno di allontanarsi da ogni fatto spiacevole che aveva
caratterizzato il suo passato. In particolar modo, il suo intento era
quello di lasciarsi alle spalle la brusca fine dell'amicizia con Tenma
Matsukaze, che fino al terzo anno delle medie era stato per lui una
delle persone più importanti, prima che decidesse di
rovinare il loro rapporto dichiarandosi gay e affermando di essere
innamorato del sottoscritto.
Qualcosa del genere, nel bel mezzo dell'adolescenza, non era stato
facile da digerire. Così, confuso, aveva troncato ogni
rapporto con Matsukaze proseguendo la sua strada da solo.
A seguito del diploma Kyousuke aveva passato ogni giorno a programmare
il proprio futuro. Con dedizione si era premurato di costruire i
pilastri che lo avrebbero sorretto, aveva abbandonato casa ed era
partito per Tokyo intenzionato più che mai a laurearsi in
medicina. Però dopo essersi iscritto
all'università, insoddisfatto, non aveva atteso altro che
qualcuno venisse a distruggere la sua nuova vita, o che quantomeno la
rivoluzionasse. E così era accaduto: e quel qualcuno era
stato proprio lo stesso Tenma Matsukaze. Kyousuke lo aveva rincontrato
per caso a Tokyo e Tenma, con il potere di semplici parole e sorrisi,
si era insinuato di nuovo nella sua esistenza, stravolgendola.
Da quando si erano rincontrati Kyousuke aveva preso ad essere meno
solitario e spruzzi di felicità avevano animato quelle che
prima erano tante grigie giornate che si susseguivano con monotonia. E
non solo! Addirittura, quel che nel passato lo aveva preoccupato tanto
da farlo scappare, si era tramutato in realtà e
quotidianità: si era innamorato di Tenma, e si erano anche
fidanzati finendo, dopo circa un anno dal loro incontro, a condividere
un appartamento in periferia.
Questo aveva portato una sequela di situazioni positive e proficue:
prima di tutto Kyousuke non aveva più alcun peso a gravargli
all'altezza del petto; secondo, aveva ripreso a giocare a calcio, sport
da lui tanto amato in passato, ma abbandonato a seguito della frattura
con Tenma. E per finire, punto più importante, il Newstart -
fastfood economico in stile occidentale nel quale i due si erano
ricongiunti - aveva
deciso di far loro uno sconto.
« Oh, insomma! Siete degli amici, non posso farvi pagare il
prezzo intero. Soprattutto in questo periodo dell'anno, eh. »
stava dicendo una convinta Miyu (l'insopportabile figlia della
proprietaria del negozio) da dietro la cassa, mentre giocherellava con
una ciocca di capelli rossi. Vagò con lo sguardo
tutt'intorno, un'espressione di sufficienza nel voler evidenziare il
significato delle sue parole e la loro veridicità.
Il negozio era addobbato con decorazioni natalizie: palline colorate
pendevano dal soffitto, festoni luccicanti di snodavano per le pareti,
a sovrastare ogni tavolo c'era un rametto di vischio - invito a
baciarsi ignorato da ogni cliente - e infine il campanellino alla porta
d'ingresso, sebbene tintinnasse 365 giorni all'anno, assumeva in quel
periodo un suono adeguato e quasi piacevole. Mentre ad attendere i
clienti all'entrata vi era un enorme pupazzo di Santa-san* che,
più che sembrare ospitale e amichevole, aveva un'aria
piuttosto inquietante.
Un tempo vigeva in quel locale un arredamento sobrio che permetteva a
Kyousuke di entrare lì dentro senza essere colto da una
crisi di nervi, ma era bastato l'avvenire di quella festa a rendere
ciò un lontano ricordo. A sua detta il fast food si era
trasformato diventando... Pacchiano, esagerato, sgradevole e una
sequela di altri epiteti negativi.
Tuttavia quel bizzarro quanto improvviso cambiamento era più
che giustificato: era ormai nota al ragazzo l'esuberante natura della
proprietaria. La signora Mizuyaji e la figlia Miyu non erano quel tipo
di persone che hanno paura di esagerare. E una dimostrazione di
ciò erano anche i tovaglioli divenuti rigorosamente verdi e
rossi e i menù a cui erano stati aggiunti piatti a tema
natalizio. Per non parlare dei piccoli abeti colorati che ornavano il
centro di ogni tavolo.
« Sul serio Miyu-chan, non ti devi preoccupare. È
giusto trattarci come dei normali clienti, sei troppo gentile
»
insistette Tenma, ricacciandole in mano i soldi che la ragazza aveva
rifiutato.
Miyu mise le braccia dietro la schiena e poi, con la faccia di chi
è stato sottovalutato, scosse il capo con disappunto.
« Niente storie Tenma! Offre la casa. » concluse
poi, con un risolino vittorioso.
Davanti a quella scena Kyousuke si limitò a roteare gli
occhi infastidito. Gli aveva sempre dato la nausea la vista di certi
scambi di gentilezze, specie se si trattava di azioni fittizie e
artificiose.
Rispetto al suo fidanzato - troppo ingenuo per accorgersene - Kyousuke
poteva vantare un'ampia conoscenza del carattere di Miyu, tanto da
poter affermare che il suo era finto buonismo per ottenere situazioni a
lei redditizie.
« Allora, vivete assieme ora, giusto? » Ecco la
conferma alla sua tesi: quella ragazza barattava buone azioni in cambio
delle informazioni altrui che non la riguardavano affatto. Il
perché lo facesse Kyousuke lo ignorava, sapeva solo che Miyu
da quando l'aveva conosciuta aveva tentato di infiltrarsi nella sua
vita inconsapevole - o consapevole? - di essere indesiderata. E con
l'arrivo di Tenma la situazione si era aggravata. Miyu non aveva
impiegato molto a scoprire della loro relazione dato che il Matsukaze
non si faceva problemi a raccontarle di tutto e di più,
senza che ci trovasse nulla di strano nella assidua
curiosità dell'altra.
« Oh, beh... » arrossì Tenma, in cerca
delle parole più adatte da usare. Kyousuke lo
zittì con un'occhiataccia, ma la ragazza se ne accorse e lo
fissò con aria di sfida. Era determinata a scoprirlo: aveva
sentito i due accennare a una "casa condivisa" e si era subito gonfiata
di curiosità. Giocò dunque una delle sue migliori
carte: fare la vittima. In genere le bastava stuzzicare un po' l'animo
buono di Tenma per ottenere quel che voleva.
« Oh, andiamo... A me potete dirlo »
esordì con una faccia dispiaciuta, « siamo amici
dopotutto... no? »
« No » rispose fulmineo Kyousuke, ricevendo per
reazione una gomitata e un rimprovero dal fidanzato.
« Ma certo che siamo amici Miyu-chan! » si
affrettò a correggere Matsukaze, « e
sì, abbiamo comprato un appartamento non troppo lontano da
qui e adesso viviamo assieme. »
Miyu 1, Kyousuke 0.
In quello stesso istante risuonò il campanellino e fece il
suo ingresso la signora Mizuyaji, proprietaria del fastfood.
« Biscottini miei! » disse la donna appena li
raggiunse. Rispetto a Miyu, Kyousuke considerava la Mizuyaji molto
più tollerabile, ciononostante la brutta abitudine di
affibbiare a qualsiasi persona improponibili soprannomi gli impediva di
cancellarla dalla sua lista nera.
La signora era di ritorno dal parrucchiere, dato che il caschetto
orribile che aveva prima era scomparso, e il nuovo taglio con l'assenza
di una frangetta le dava un aspetto più dignitoso. Ora il
colore dei suoi occhi risaltava: verdi e luminosi come quelli della
figlia, sebbene velati dalla stanchezza.
« Che bello vedervi così spesso qui, tra l'altro
siete sempre assieme... La vostra dev'essere una grande amicizia
» il suo tono vacillò sull'interrogativo il che
fece avvampare i diretti interessati.
« No, no, è che abitiamo vicini! »
giustificò Tenma, grattandosi il capo come era solito fare
quando rispondeva a domande scomode. Kyousuke annuì per
confermare dato che non era il caso di spiegare alla donna come stavano
davvero le cose.
Ci fu qualche attimo di silenzio in cui i due sperarono che la Mizuyaji
si fosse bevuta quella storiella, dopodiché Miyu
scoppiò a ridere inesorabile. La madre la guardò
con cipiglio interrogativo.
« Comunque, tesori miei, che pensate del nuovo arredamento?
» Tenma e Kyousuke si scambiarono uno sguardo agitato,
cominciando a sudare freddo. Per fortuna la Mizuyaji
continuò il suo monologo « Non so se si
è notato, ma io adoro il Natale! »
urlò, proiettando le braccia verso l'alto e facendo un mezzo
giro su se stessa, incurante degli sguardi dei clienti e degli altri
dipendenti (che comunque oramai si erano abituati a quelle stranezze.)
Saltellò versò la vetrata e prese a osservare il
paesaggio niveo al di fuori « io amo il Natale, troppo. In
occidente lo festeggiano molto più in grande rispetto a noi.
Inoltre il periodo natalizio mi ricorda mia madre: lei era francese
quindi era solita raccontarmi come festeggiava e a ogni suo racconto io
restavo estasiata. Per me il Natale deve essere festeggiato come si
deve... Non mi importa come andrà fuori, ma in questo
negozio si sentirà il vero spirito natalizio! »
« Già è una festa magnifica »
fece Kyousuke, perplesso per quel che la Mizuyaji stava blaterando,
« ma adesso dobbiamo proprio andare. »
« Di già? » disse la donna, delusa.
Intervenì Miyu: « Esattamente! Mi dispiace mamma,
ma hanno da fare. Puoi raccontare a me le storie della nonna.
» la ragazza girò il capo verso Tsurugi per fargli
l'occhiolino a volergli dire "mi devi un favore."
Kyousuke annuì e dopo aver guardato il suo fidanzato
annunciò: « Okay, allora noi andiamo. Arrivederci.
» dopodiché uscirono dal Newstart.
Sulla strada di casa Tenma gli tese timidamente la mano. Kyousuke ci
pensò su per un bel po' prima di afferrarla: non era il caso
di camminare per strada in quel modo,** specie per loro che erano due
maschi. Ciononostante alla fine cedette alla muta supplica del suo
ragazzo, visto che la via che avevano imboccato pareva essere deserta.
Non smise però di guardare intorno con circospezione. Non
che gli importasse qualcosa di quel che la gente potesse pensare di lui
però... Non voleva problemi. Specie non voleva che ne avesse
Tenma, anche se quest'ultimo pareva del tutto a suo agio in quel
momento.
Tenma sarebbe stato pronto a lottare per i suoi ideali in qualsiasi
momento, difendendoli più che poteva e senza mai tirarsi
indietro. Sarà stato per quello che aveva rivelato la sua
omosessualità ai suoi genitori molto tempo prima, senza
farsi scrupoli e non mancando di coraggio, mentre Kyousuke non lo aveva
ancora detto a nessuna delle persone che gli stavano a cuore.
Quelli che erano a conoscenza delle loro relazione, difatti, erano in
pochissimi, ed erano stati informati tutti da Tenma: oltre Miyu a
Tokyo, vi erano poi i genitori del castano e due ex compagni delle
medie, Shinsuke e Aoi. E non solo, Matsukaze avrebbe potuto anche
urlarlo ai quattro venti in quello stesso istante senza alcun problema.
E poi... C'era Kyousuke. Lui non l'aveva detto a nessuno, né
a qualcuno della famiglia, né ad amici (sia
perché non ne aveva, sia perché se ne avesse
avuti non glielo avrebbe raccontato.) Con i ragazzi delle medie e delle
superiori aveva perso ogni contatto, e anche prima non aveva con loro
tutta la confidenza necessaria per scambiare aneddoti sulla vita.
L'unico "amico" che gli rimaneva era Hakuryuu, ma la voglia di
informarlo era davvero nulla. Mentre per quanto riguardava la sua
famiglia... La faccenda era molto più complicata.
Non era che si vergognasse... Insomma, era venuto a conti fatti con
quello che era il suo orientamento sessuale ormai da tempo, e
più volte, grazie al suo animo buono, non aveva esitato a
rispondere alle dichiarazioni delle ragazze con un diretto "sono gay".
Più che altro non credeva che fosse così
importante che il mondo lo sapesse. Cioè, ovviamente il suo
fidanzamento con Tenma era importante, ma anche se quest'ultimo fosse
stato una donna la maggioranza della gente che conosceva sarebbe
rimasta all'oscuro della loro relazione. Era un tipo riservato, lui.
Kyousuke rifletté sul fatto che non gli creava nessun
problema quel che era, e quel che formava con Tenma, ma... C'erano
delle persone a cui avrebbe dovuto rivelarlo, e a cui non era ancora
riuscito a dirlo proprio per paura della loro reazione.
« Guarda Kyousuke! Sta nevicando! » venne
risvegliato dai suoi pensieri dallo strillo entusiasta del suo ragazzo.
Si accorse solo a quel punto, vagando con gli occhi ambrati verso il
cielo, che dei fiocchi di neve stavano danzando sulle loro teste.
Con i pro e i contro doveva ammettere che la sua nuova vita non gli
dispiaceva affatto... Anzi.
Kyousuke si voltò verso Tenma e, nell'incrociare il suo
sguardo dolce, sorrise.
Non sapeva ancora come lo avrebbe detto alla sua famiglia, ma con o
senza il loro consenso non si sarebbe pentito di nulla.
21 Dicembre, 04:50 PM;
Il
pomeriggio era il momento che Kyousuke dedicava allo studio.
Raccoglieva tutti i libri e i quaderni lasciati in disordine nella
stanza, prendeva i suoi occhiali da lettura e si accucciava accanto a
un bracciolo del divano, e lì restava interi pomeriggi e
sere finché non assimilava per bene la lezione. O almeno,
questa era stata la sua sana abitudine prima che nella sua vita
subentrasse Tenma: perché Tenma ogni pomeriggio andava a
giocare a calcio con la sua squadra, e delle volte trascinava con
sé il suo fidanzato. Così, mano a mano, i voti di
Tsurugi erano finiti con il calare, e ora il ragazzo si ritrovava a
dover recuperare interi paragrafi in pochissimo tempo prima che si
avvicinasse il prossimo esame.
Kyousuke sospirò strofinando i polpastrelli su una pagina
come per convincersi che fosse vera. Gli occhi gli caddero sulle
migliaia di parole l'una troppo vicina all'altra e il primo impulso che
lo colpì fu quello di chiudere il tomo di medicina e
rinunciare. Si rimproverò per questo pensiero.
« Ehi, Kyousuke! » nel salone entrò
Tenma, con un sorriso radioso sul volto. Trovò, come di
consuetudine, l'altro sul divano accerchiato da una pila di libri.
« Io sto andando agli allenamenti. » disse,
saltellando verso il suo ragazzo (il perché saltellasse era
dovuto o a una certa felicità o al disordine che c'era nella
stanza)
« Okay » fece Kyousuke, alzando gli occhi.
« A dopo allora! » Matsukaze gli diede un bacio a
stampo, cogliendolo di sorpresa.
« Ciao » Tsurugi invece lo congedò senza
troppe cerimonie, come suo solito. Nonostante ciò Tenma
sorrise, e dopo aver detto « A più tardi, Kyoucchan!
» uscì dalla stanza.
Ma quel nomignolo... Da dove veniva fuori? Kyousuke
rabbrividì. Restò con lo sguardo fisso su un
punto impreciso del pavimento finché non sentì il
tonfo della porta d'ingresso annunciargli che Tenma era ufficialmente
andato via.
Gli era un po' dispiaciuto che non gli avesse proposto di uscire
assieme. Anche se da un altro lato sapeva che questo non poteva che
essere una cosa positiva, così non avrebbe avuto distrazioni.
Sì che amava il calcio, e Tenma glielo aveva anche fatto
ricordare, ma quello sport non sarebbe mai diventato il suo lavoro.
Kyousuke ormai era interessato a laurearsi in medicina e abbandonare
l'università per il calcio - per quanto lo amasse e per
quanto lo divertisse poter giocare con il suo ex compagno delle medie -
era per lui un opzione impensabile, specie considerando i sacrifici che
facevano ogni giorno i suoi genitori per permettergli di studiare in
una città per niente vicino a casa. Il suo dovere, dunque,
era solo quello di impegnarsi al massimo con gli studi.
Troncò il filo dei suoi pensieri e si decise ad aprire il
libro. Ma, giusto giusto, in quello stesso momento il cellulare
squillò, e la tentazione di prenderlo si fece fin troppo
grande.
- Mi puoi aprire? Ho
scordato le scarpe da calcio... E anche le chiavi ^^"
Era un messaggio da parte di Tenma che, tanto per cambiare, si era
scordato qualcosa.
Kyousuke si alzò svogliatamente e andò ad aprire
la porta. Si ritrovò davanti lo sguardo imbarazzato del suo
ragazzo.
« Ehm... » Tenma stava per giustificarsi, ma con un
secco "sbrigati" Kyousuke non gliene diede il tempo. Non che fosse
arrabbiato, era più che altro scocciato. Nonostante questi
inconvenienti spiacevoli Kyousuke non poteva lamentarsi della sua vita,
né del suo ragazzo. Lo rendeva felice, al di là
della sua stupidità, e ogni cosa in sua compagnia diventava
più piacevole e sopportabile.
Matsukaze ci mise un paio di minuti a recuperare le sue cose, anche se
parvero ore interminabili. Quando raggiunse la porta d'ingresso
incrociò lo sguardo infuriato di Tsurugi e si
ritrovò a deglutire.
« Okay, scusa- a dopo! » e corse a gambe
levate. Ma ci pensò Kyousuke a fermarlo,
afferrandolo per un polso e attirandolo verso di lui. Matsukaze
soffocò un urlo che poi morì fra le loro labbra.
Quando si staccarono, si guardarono negli occhi con un
intensità che...
« Vai! Sei in ritardo! »
« Oh, s-! Giusto! Ciaaoo! »
Appena chiuse la porta - senza mancare di sospirare esasperato -
Kyousuke restò fermo lì davanti per qualche
secondo, sorridendo inconsciamente.
Si recò nel salotto, dove aveva lasciato tutti i suoi libri,
e si promise - e si impose - che era il momento di darci dentro con lo
studio e di mettere da parte qualsiasi altra distrazione.
Così aprì il libro di prima, ma... Il suo
cellulare squillò di nuovo. Incredulo, si ritrovò
a sospirare per la milionesima volta della giornata. Pareva che tutti
gli dei esistenti e non e le forze soprannaturali in generale si
fossero alleate contro di lui.
Prese il cellulare fra le mani, domandandosi come potesse Tenma
scordare così tante cose, ma restò sorpreso
quando si accorse che quel che faceva vibrare il suo telefono non era
un altro messaggio. No, era una chiamata: una chiamata da Yuuichi.
Kyousuke inarcò un sopracciglio, confuso, curioso e
preoccupato. Suo fratello non lo chiamava mai nel pomeriggio
perché sapeva che a quell'ora si dedicava allo studio.
Kyousuke aveva più volte richiesto di non chiamarlo
perché non avrebbe risposto e Yuuichi non era il tipo da non
dargli retta.
Se suo fratello lo "disturbava" in un momento simile... Forse doveva
dirgli qualcosa di importante. Sopratutto perché i due si
erano già sentiti due giorni prima e in genere Yuuichi lo
chiamava solo una volta alla settimana per chiedergli come andava la
vita a Tokyo. Anche se c'era da dire che quando si erano sentiti
l'ultima volta Kyousuke aveva notato una variazione nel tono del
fratello, come se gli stesse tenendo nascosto qualcosa... Che fosse il
momento di scoprirlo?
Kyousuke deglutì, per poi prendere il cellulare e, sperando
che tutto andasse bene e che le sue fossero solo assurde paranoie,
rispondere alla chiamata.
« Pronto? »
« Oh, Kyousuke, ciao! Scusa se ti chiamo a quest'ora, so che
mi avevi detto di non disturbarti nel pomeriggio, ma ho una cosa davvero importante
da dirti... »
*babbo natale in giappone
**onestamente non posso confermare che sia vero o no perché
non sono mai stata in Giappone, ma... da alcune fonti trovate su
internet ho potuto capire che non è una consuetudine vedere
coppiette stringersi per mano o regalarsi effusioni per
strada.
{{ blaterazioni.
}
salve genteh! è davvero un'eternità che non
pubblico su efp... btw, questa è una storia che ho iniziato
a scrivere circa un anno fa e che ho concluso questa estate. L'ho
già pubblicata sul mio profilo wattpad, ma adesso la sto
mano a mano revisionando e postando qui.
Non penso che sia un granché ma ci sono molto affezionata
perché è la mia prima (e unica ahah) long
completa, e c'è tanto tanto lavoro dietro. Spero che possa
piacere a qualcuno dunque ;; E anche se non andasse così
sarei comunque davvero lieta di ricevere critiche costruttive, dato che
non mi dispiacerebbe migliorarmi.
Non penso di avere nient'altro da dire (?)
Spero che il primo capitolo vi abbia incuriositi ^^
_Fernweh (che a breve
dovrebbe cambiare nickname)
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