Doveva essere
una cosa carina e fluffosa, LO GIURO, BUT SORIN HAPPENED e voglio
autodefenestrarmi per averlo fatto accadere.
Io vado a fare penitenza sui ceci, che è meglio, voi
godetevi la shot e incanalate i vostri istinti omicidi nei confronti di
Sorin.
Note aggiuntive: nella realtà storica Masamune si dice si
sia convertito al cristianesimo (mentre il Giappone nel Sengoku era
scintoista o buddista), quindi non stupitevi se è lui a
voler festeggiare il Natale. Just sayin'.
EDIT: questa storia ha un seguito, Dinner
and War
Iniziativa: Questa
storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle
Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole:
915
Prompt/Traccia:
Vischio
«
Cosa è questo. » nonostante la sfumatura
minacciosa dell’affermazione di Mori, che ormai non
chiedeva nemmeno più, sentenziava e basta,
Chosokabe non si lascia scoraggiare e sorride con sempre più
vivacità nonostante la sempre più pressante
sensazione di pericolo.
« Una tradizione! » esclama, con sempre
più crescente entusiasmo. « Masamune mi ha
raccontato di questa curiosa tradizione proveniente da oltreoceano.
» le sue parole paiono annoiare a morte il padrone di Aki,
tanto che Motochika si trova a doverlo presto trattenere per una spalla
in modo che non fuggisse.
« Avanti Mori, almeno per oggi puoi evitare di
essere un palo nel culo?
» Motonari lo fulmina con lo sguardo nel sentirlo parlare il
dialetto di Tosa, ma per fortuna non sembra più avere alcuna
intenzione di andarsene. Si volta nella sua direzione, incrociando le
braccia al petto, ma dando la parvenza di avere l’intenzione
di ascoltarlo almeno fino alla fine.
Motochika sorride vittorioso per quella piccola concessione.
Si trovavano tutti a Oshu, perché Masamune aveva
blaterato qualcosa a proposito della pace temporanea per
“rimembrare il Signore” e li aveva invitati per una
cena a casa sua. Inutile dire che nessuno, ma proprio nessuno, si
aspettava di trovare la residenza di Date tappezzata di una stranissima
pianta di colore acceso e dispettosamente pungente.
Masamune, fiero, aveva spiegato a cosa servisse e quale
fosse esattamente la tradizione correlata ad esso, ma Chosokabe aveva
presto capito che quella era solo una scusa per il dragone per poter
pomiciare con Sanada Yukimura senza dover dare troppe spiegazioni.
Questo, ovviamente, significava che poteva benissimo
approfittarne anche lui.
« E quindi ogni volta che si è con
qualcuno sotto al vischio,
un bacio è un obbligatorio gesto per attrarre la buona
fortuna. » Mori non sembra tanto convinto della sua
spiegazione, ma la sua espressione alla fine è sempre la
stessa in qualsiasi occasione, tanto che Chosokabe attende con ansia
una replica – hanno depositato tutti le armi
all’ingresso quindi, per fortuna, non potrebbe ucciderlo
– che nemmeno avesse combattuto una feroce battaglia.
Mori osserva lui, poi osserva il vischio giusto sopra le
loro teste, poi torna a fissare lui.
Motochika si sente scrutato persino nel profondo, tanto che
teme Mori possa vedere pure i suoi pensieri più perversi
– oh, avanti, era normale farsi qualche pensiero sconcio su
quel fondoschiena che si ritrovava – e saltargli alla gola
senza troppe remore.
« Va bene. » sentenzia,
all’improvviso, alzando leggermente il volto e chiudendo gli
occhi. Il cuore di Chosokabe perde qualche battito per la sorpresa.
Quello era il modo di Mori ad acconsentire a tutto quello?
Visto che continuava a tenere gli occhi chiusi Motochika
percepisce la sua attesa, mista alla tensione, e decide di
approfittarne prima che Mori possa effettivamente sfuggirgli dalle mani
perdendo la pazienza. Con cautela prende il suo viso tra le proprie
mani, avvertendo chiaramente la tensione del suo corpo in attesa di
quello che sarebbe venuto dopo. Vorrebbe tanto baciarlo sulle labbra, e
forse è anche quello che Mori si aspetta. Non sa se gli
piacerebbe, forse così si farebbe odiare anche di
più.
Solo quando è terribilmente vicino al volto di
Mori, a quelle labbra sottili, ai loro respiri che si mischiano,
Motochika cambia improvvisamente direzione stampando un bacio
affettuoso sulla guancia di Motonari. Questi sbarra gli occhi, rosso in
volto per la sorpresa di quel gesto, ma appare anche grato per la
castità di quel contatto.
Non parlano, rimanendo pacificamente in silenzio ad
osservarsi, avvolti nell’imbarazzo non più teso ma
quasi piacevole.
Motochika riprende a respirare tranquillo, sorridendo beato
per essere riuscito in tale impresa e senza rischiare la vita per
averlo compiuto. Persino Mori sembrava tranquillo, mentre teneva la
mano sul punto dove gli aveva sfiorato la guancia con le labbra.
« Sunday
Mori!! » all’improvviso, entrambi si irrigidiscono.
Mori, soprattutto, si volta con terrore dissimulato verso la fonte di
quel richiamo. Otomo Sorin era diventato il suo incubo e la sua
persecuzione da diversi mesi. Il predicatore sembrava avere una sorta
di localizzatore interno, visto che riusciva a scovarlo ovunque.
Noncurante dell’atteggiamento maldisposto di
entrambi i capi sudisti, Sorin si avvicina gioioso blaterando qualcosa
a proposito di quella sacra festività che persino Date
Masamune aveva imparato a rispettare.
Quando però è vicino a loro nota il
vischio sopra le loro teste e sorride.
E’ davvero un attimo.
Chosokabe lo vede gettare le braccia al collo di Mori e
coglierlo di sorpresa baciandolo sulle labbra. Vorrebbe urlare. Quel
bacio sembra durare un’eternità ai suoi occhi,
tanto che vorrebbe essere lui stesso ad afferrare Sorin per la gola e
sbatterlo fuori. E picchiarlo. Tanto e forte. Poco importava che i
monaci fossero persone sacre – o di altre religioni
–. Mori sembra paralizzato, incapace improvvisamente di
reagire, mentre Sorin si stacca da lui tutto pimpante.
« Che questo bacio possa portarti fortuna, Sunday Mori!
» esclama, sorridendo sempre di più se possibile.
Mori non replica, come di pietra, ma i suoi occhi fissano Chosokabe
quasi con rabbia. Peccato che Motochika sia già accecato
dalla propria, tanto da non riuscire a vederlo.
« Sunday
Mori, sembri teso! » commenta Sorin, per poi portarsi una
mano al viso con finto scandalo. « Non dirmi che quello era
il tuo primo bacio? » Mori trema vistosamente, il rossore che
improvvisamente prende posto sul suo viso, e simile reazione
è davvero la goccia che fa traboccare il vaso.
« Goddamit, dove
cazzo ha preso quella ancora?? »
« Non lo
sappiamo, Masamune-dono!!
»
« Che
qualcuno gliela tolga! »
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