Gran Pulse.
Non credevo potesse esistere un mondo vivo, da qualche parte
nell'universo.
Cocoon si può definire un mondo vivo? Basta alzare lo
sguardo per vederlo là, traslucido nel cielo sfavillante di
blu, l'imperfezione del suo guscio spezzato che gli dà
un'aria malata, come se il contatto con l'esterno l'avesse contaminato.
Cocoon, la stella malsana nel cielo di Gran Pulse, visto da qui
è un mondo morto.
È strano come lo sia sempre stato, un mondo morto anche
appena nato, solo perché nel suo destino era già
scritto che dovesse essere sacrificato, insieme a tutta la sua gente.
Cos'altro può essere se non un contenitore semivuoto, che ha
perso il meglio di sé al momento della sua apertura, come un
bozzolo perde in un istante la farfalla che ha nutrito al suo interno
per un lungo periodo?
-Ancora a pensare, Hope?-.
La sua voce mi sfreccia nella mente a velocità sorprendente,
scombinandomi tutti i pensieri, poi Vanille si lascia cadere accanto a
me con uno dei suoi soliti sospiri liberatori.
-Non sai che pensare troppo dopo una giornata faticosa non ti riposa
per niente?- mi ammonisce con rimprovero, piegando la testa sulle
ginocchia raccolte al petto per guardarmi da sotto in su. Scoppio a
ridere, scuotendo la testa:
-Ma dai! E questo chi lo dice?- la prendo in giro. Lei solleva una mano
a indicare dietro di sé con il pollice:
-Lightning – e poi avvicina il suo viso al mio, con fare
sapiente e circospetto – Consigli di guerra-.
Scoppiamo a ridere entrambi di gusto, ignorando il lamento immediato di
un invidioso Snow:
-Ehi, ci si diverte lì o sbaglio?-.
Ci ricomponiamo quanto basta per fargli un cenno scherzoso con le mani,
poi il silenzio cala prepotente fra noi, facendomi tornare ai miei
pensieri.
Gran Pulse.
È così diverso da casa, qui...per certi versi
capisco il motivo per cui lo si temeva, per altri invece non lo
comprendo.
Cocoon e Pulse sono totalmente incompatibili fra loro: il primo
è un esperimento venuto male, il secondo potrebbe essere
un'opportunità per ricominciare, ma è
così assurdo pensarlo che lo rifiuto.
Questi due mondi sono la prova che è la natura a colonizzare
l'uomo, non il contrario; e prima ancora dell'uomo vi è la
sua propria natura, composta da istinti e non da brame, da
volontà e non da desideri.
Pulse è così...viscerale, in ogni cosa.
Conoscerlo significa andare sempre più a fondo, sempre
più distante dal punto di partenza, per scoprire la
crudeltà più pura, la libertà
più sfrenata, l'espressione più intensa di
istinti, suoni, colori, forme.
Al contrario, scoprire Cocoon significa disseppellire ciò
che è stato malamente nascosto, portarlo in superficie ed
esporlo agli occhi del mondo, come una doppia faccia malvagia celata
dietro a una maschera benevola.
Cocoon è un bozzolo di finzione, mentre Gran Pulse non teme
di mostrarsi per ciò che è: pulsante di natura
viva, una natura così potente e padrona di tutto da non
temere giudizi.
-Nostalgia di casa?-.
Torno a guardare Vanille, che ha allungato le mani dietro di
sé e vi si è appoggiata, il volto rovesciato
all'indietro per ammirare il turchese perfetto del cielo.
Tutto di lei parla di Pulse, mi domando perché non me ne
sono accorto prima.
Vanille è sfacciata quanto Gran Pulse: lo è nei
suoi movimenti esuberanti, nella sua voce squillante, nei suoi colori
accesi, nel suo profumo penetrante, nella piena delle sue emozioni,
nella sincerità senza paura che traspare dai suoi occhi...in
tutto.
Eppure c'è qualcosa che la rende Vanille, differenziandola
non solo da noi ma anche da Fang, che pure riflette i caratteri del
proprio mondo di provenienza, ed è la meraviglia con cui fa
sempre tesoro di ogni singola cosa.
Sto guardando Vanille ammirare il cielo della propria casa, eppure
è come se lo stesse guardando per la prima volta,
esattamente come me: gli occhi sgranati, come a volerli riempire il
più possibile di questa visione, gli angoli della bocca
appena sollevati in un sorriso di pace e serenità, una
concentrazione che fa quasi tenerezza, tanto è assorbita dal
mondo intorno.
Mi volto appena a cercare Fang, che sta indicando qualcosa con la
lancia a Light, oltre le montagne che dobbiamo attraversare.
È lei l'esperta di Pulse fra lei e Vanille,
perché per lei essere qui è naturale come
respirare, perché Pulse è suo e nessuno ha
potuto toglierglielo, mai.
Invece Vanille Pulse ce l'ha dentro, scorre nelle sue vene e la rende
quello che è, senza timore di mostrarsi e...
-Hoooope? Ci sei?-.
La mano di Vanille mi sventola a un palmo dal naso e mi spaventa,
facendomi bruscamente tornare alla realtà:
-So di essere una bella ragazza, ma un po' di discrezione!- finge di
lamentarsi, scandalizzata. Per tutta risposta, divento rosso come un
peperone:
-Io non...non ti stavo fissando!- tento di rimediare, guardando
altrove...e incontrando a distanza il pollice sollevato di Snow, che mi
fa l'occhiolino:
-Così si fa, ragazzo!-.
-Ma...ehi!- mi arrabbio, avvampando ancora di più quando
sento la risata cristallina di Vanille, che si sdraia accanto a me
tenendosi la pancia e rannicchiandosi di lato, scossa dai singulti.
-Mi fa piacere farti divertire...- mugugno, ancora imbarazzato. La vedo
scuotere freneticamente la testa, alcuni capelli rossi sfuggiti ai
codini che seguono il movimento del suo capo:
-Non prendertela Hope, ma era da un pezzo che non ridevo
così!-.
...cioè da ieri sera, quando Lightning ha dato per scherzo
un pugno così forte a Snow da spingerlo dritto nel fuoco da
campo, così io e lei abbiamo dovuto
“spegnerlo” con una buona dose di Idro che l'hanno
fatto diventare un chocobo bagnato e, per giunta, bruciacchiato.
Credevo non ci avrebbe parlato per giorni, tanto l'abbiamo preso in
giro, ma non è nemmeno colpa nostra se il Chocobino di Sazh
l'ha trovato così attraente da scambiarlo per sua mamma e
dormire nei suoi capelli la notte...salvo scappare a gambe levate
all'alba di stamattina quando ha scoperto l'amara verità.
-Hope, ti sei...?-.
-No – le rispondo di getto, inclinando il viso verso l'alto
per ammirare anche io il cielo – Non ho nostalgia di casa.
Questo posto è meraviglioso-.
Vanille sgrana gli occhi e sfodera un sorriso splendente, prima di
annuire:
-A Gran Pulse si fanno le cose in grande, come vedi- commenta,
indicandomi con il dito uno dei mastodontici soffioni della vallata ai
nostri piedi.
In questo momento un'Anfisbena cala in picchiata proprio su uno di
essi, distruggendone la sfera perfetta e spargendo al vento una miriade
di semi volanti.
-Gran Pulse non conosce pietà per ciò che
è bello – sospira Vanille, giocherellando con un
filo d'erba ma badando bene a non strapparlo –
Perché è sempre in grado di fare di meglio-.
Detto questo mi indica lo stesso punto dove prima sorgeva il soffione,
in cima al quale adesso si trova l'Anfisbena, le cui ali colorate
riflettono la luce quasi come la corazza lucida di un maggiolino. Il
mostro è in evidente stato di riposo: le ali spalancate, il
muso rivolto al cielo, sembra un gatto che si crogiola ai raggi del
sole.
-Non sono molte le opportunità di avere una pausa,
qui - Vanille si rivolge a me e fa spallucce – Gran
Pulse è sempre così frenetico, tutto è
sempre in fuga da tutti-.
Come per sottolineare le sue parole, l'Anfisbena spicca il volo e si
allontana all'orizzonte in una nuvola di semi di soffione,
probabilmente per l'apertura di una nuova battuta di caccia.
Osservo il mostro divenire sempre più piccolo, le sue ali
che si confondono con il corpo, non fosse per il sole che le fa
brillare, poi mi rivolgo a Vanille:
-E tu? Stiamo per tornare a Oerba...nostalgia di casa?-.
La vedo di sottecchi sorridere teneramente:
-Gran Pulse è la mia casa – si guarda intorno
raggiante, come per trovare conferma nelle sue parole, poi si posa una
mano sul petto e incontra il mio sguardo – Oerba mi ha vista
nascere: la porto nel cuore e nel mio nome, come potrei averne
nostalgia?-.
Quindi scoppia ancora a ridere, socchiudendo gli occhi come una
bambina, in quell'atteggiamento che in passato mi aveva fatto domandare
se dovessi prendere sul serio questa ragazza così strana,
quasi venisse...da un altro pianeta, già.
-È cambiato così tanto in pochi giorni... - mi
ritrovo a mormorare pensoso, non appena lei ha smesso di ridere - Sono
diventato di colpo così diverso dal ragazzino che ero una
volta, che quasi mi spavento. Un tempo sarei rimasto atterrito
dall'immensità di questo mondo, dalla solennità
con cui il più forte prevale sul più
debole...forse perché il più debole fra i deboli
ero io-.
Vanille si raccoglie appena più vicina a me, inclinando il
viso e rimanendo in silenzio ad ascoltarmi:
-Ci siamo tutti conosciuti nei momenti peggiori delle nostre vite
– ricordo – Non abbiamo fatto altro che buttarci
addosso a vicenda i nostri problemi: io la morte di mia madre, Snow la
scomparsa di Serah, Lightning la sua rassegnazione, Sazh la sorte di
suo figlio, tu la tua condizione di L'Cie di Pulse, Fang la sua
apprensione per te...nessuno di noi sapeva ciò che era
nascosto nel cuore dell'altro, ma ne percepiva il peso sulle spalle,
anche se a volte si trattava solo di bugie – faccio una pausa
per riprendere fiato, notando che gli occhi di Vanille si sono
abbassati, improvvisamente tristi – Ma, parlo personalmente,
tutto questo mi ha portato a crescere, mi ha portato a capire quanto di
me stesso sono in grado di mettere in gioco per poter vincere, quanto
sia importante essere liberamente ciò che si è e
non ciò che gli altri vogliono che tu sia...ognuno di voi mi
ha insegnato qualcosa, qualcosa che ho fatto mio-.
Vanille torna a guardarmi e solleva le sopracciglia, meravigliata:
-Sul serio ti ho insegnato qualcosa?!- esclama, improvvisamente
dimentica della sua tristezza precedente. Sorrido e soffio una risata:
-Certo, la discrezione!- la prendo in giro, mimando alcuni suoi
atteggiamenti in battaglia e poi scoppiando a ridere non appena sul suo
viso si dipinge un'espressione di disappunto:
-Ma come...sono davvero così?-.
-Scherzavo, Vanille – preciso con un sorriso divertito,
sollevando le mani e abbassando poi lo sguardo sulle scarpe, tornato
serio – Da te più di tutti ho imparato
che il tuo sorriso spesso nasconde una smorfia d'angoscia, che i tuoi
occhi da bambino felice sono gli stessi che hanno pianto lacrime di
disperazione, che il tuo atteggiamento spensierato ti fa piovere
addosso i pensieri di colpo e tutti insieme, la notte prima di
addormentarti-.
Non ho ancora il coraggio di sollevare lo sguardo, ma sento il sospiro
tremante di Vanille:
-Ma...vi ho raccontato così tante bugie...-.
-Tu sei come Gran Pulse, Vanille – la interrompo d'istinto,
incontrando il suo sguardo in uno slancio di coraggio –
Sempre in corsa, senza filtri, disposta ad andare avanti anche quando
ci sono mille ragioni per guardare indietro, sincera in ogni
espressione...-.
La vedo arretrare di un passo, colpita dall'intensità delle
mie parole. Nemmeno io mi credevo in grado di fare un discorso del
genere.
-Io...io sono come Gran Pulse...- mormora intanto lei fra
sé, soppesando il concetto.
Io annuisco, ancora più convinto di queste parole non appena
le sento uscire dalla sua bocca, tanto da trarne forza per concludere:
-...e sai, sono queste caratteristiche a renderlo magnifico-.
***
Gran Pulse.
A volte mi chiedo se l'avrei visto comunque, anche se non avessi
sofferto per poterlo raggiungere. Forse ha ragione Vanille, venire qui
è stata la promessa di una vita precedente, forse questa
vita è l'inseguimento di qualcosa che ho scoperto ancora
prima di rinascere, addirittura forse questo
“qualcosa” sono io stesso.
Gran Pulse deve essere il mio terreno di prova, quel mondo che tiri
fuori quella parte di me che non oso ancora conoscere, quella parte che
Cocoon, la mia casa, il mio sangue, ha scolpito in me e poi ha nascosto
dietro la sua solita maschera, affinché io potessi
disseppellirla.
Ma la mia scoperta è cominciata ancora su Cocoon, quando la
vita mi ha messo alla prova tagliandomi fuori dal mondo che conoscevo e
scagliandomi in un contesto del tutto diverso, ostile, pertanto
è corretto dire che Vanille è come Gran Pulse.
Lei è stata la mia Gran Pulse su Cocoon, è stata
lei a prendermi per mano all'inizio e a portarmi a conoscere me stesso,
senza averne la minima intenzione, ma riuscendoci alla perfezione.
Forse non è niente di speciale, ma adesso che l'ho raggiunto
l'ho finalmente capito e ora, come tutte le cose su Gran Pulse, non mi
resta altro che scavare a fondo in me stesso per conoscermi di
più, ora che su Cocoon sono venuto allo scoperto.
Perciò...grazie Vanille, anche se non ti sembra di aver
fatto niente di speciale.
***
Vanille solleva uno sguardo tremante non appena finisco di parlare, poi
apre un bel sorriso raggiante e commosso, portando le mani al petto e
trattenendosi dal suo solito saltellare:
-Grazie, Hope-
sussurra grata, trasformando il sorriso nella sua solita risata.
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