Sirius
era
sdraiato sul suo letto,le mani incrociate dietro la nuca,mentre
l'orologio attaccato alla parete ticchettava senza sosta,scandendo
i
minuti mancanti alla discesa all'inferno. Come ogni vigilia di
Natale,d'altronde. I suoi genitori (soprattutto sua madre) da
quello
che riusciva a ricordare,avevano sempre avuto la tradizione
di
invitare i loro parenti per le festività. Alquanto ipocrita,visto
che passava il resto dell'anno a criticarli con commenti
sprezzanti e
maligni. “Quell'incompetente di mio fratello” era solita
dire “non é riuscito neppure ad assicurarsi un erede maschio
per continuare la stirpe.” Durante
quei
giorni speciali,tuttavia,il
suo
bersaglio si spostava su qualcun altro:lui. Il grifondoro fece
una smorfia,mentre udiva un rumore di passi veloci avvicinarsi
alla
sua stanza. La maniglia si abbassò con uno scatto,ma la porta
non si
aprì. -Sirius- la voce secca di sua madre lo raggiunse,smorzata
dal
legno -sono arrivati,scendi.- Non c'era bisogno di prounciare il
resto della frase perché la capisse:“o te ne pentirai
amaramente.” Non
rispose,attendendo che la donna se ne andasse,ma quando non udì
alcun suono che indicasse il suo allontanamento capì che lo
stava
aspettando fuori dalla porta. Con un sospiro,il ragazzo si alzò
per
andare ad aprire. Non si era sbagliato:non appena oltrepassò
l'uscio,lo sguardo gelido della donna lo percorse con disgusto
da
capo a piedi.
-Sembrate
entusiasta,madre- commentò il grifondoro in tono di
scherno,sfoggiando con orgoglio la maglia degli AC/DC:adorava quel
gruppo babbano. -Taci,insolente- replicò lei,e Sirius si rese conto
con un moto di soddisfazione che ormai la superava in altezza di
diversi centimetri. Poi la donna si voltò,e senza aggiungere altro
si allontanò. Sbuffando,il ragazzo la seguì. Sirius era tutto,meno
che un codardo:avrebbe sacrificato la sua vita per salvare coloro a
cui voleva bene,senza esitare un attimo. Quando era in quella
casa,tuttavia,il suo coraggio di grifondoro evaporava completamente.
Deglutì mentre entrava nel salone,tenendo alto lo sguardo. Gli occhi
di tutti si puntarono immediatamente su di lui,e dovette mordersi la
lingua a sangue per non fare una delle sue solite battute
sarcastiche.-Oh,guarda
chi
c'è- Bellatrix ridacchiò sottovoce,assumendo un tono infantile
-il piccolo grifondoro ha deciso di onorarci con la sua presenza?-
Sirius strinse i denti,rivolgendo a lei e al suo fidanzato uno
sguardo disgustato. Lestrange era il classico purosangue che la sua
famiglia adorava:ricco,bello...arrogante,borioso,viscido.
Considerava
le donne alla stregua di un oggetto,ma con la sua cara partner era
davvero capitato male. -Faresti meglio a tenerla al guinzaglio- gli
bisgliò,sogghignando. Un lampo di rabbia feroce attraversò gli
occhi di sua cugina,e il ragazzo vide la sua mano avvicinarsi
pericolosamente alla bacchetta. -Bella- la voce glaciale di suo
padre
tuonò nella stanza -non ne vale la pena. E tu- aggiunse -siediti.-
Lentamente,Sirius obbedì.Il fatto che non lo avesse neppure chiamato
per nome gli fece nascere uno strano fastidio all'altezza del petto.
Scrutò l'uomo di sottecchi,ma lui non lo degnò di uno sguardo.
Accanto a lui,Regulus teneva gli occhi incollati sul piatto. Dopo
quell'episodio,la cena continuò in modo tranquillo (era come se
avessero deciso di fare finta che non esistesse.) A lui,in
realtà,stava più che bene:finita quella messinscena,se ne sarebbe
tornato nella propria camera,contando i giorni che lo separavano dal
rientro ad Hogwarts. Le cose,però,non andarono come sperava.
Kreacher aveva appena posato il dessert sul tavolo,quando Bellatrix
gli rivolse uno sguardo maligno. -Lo sai,Sirius- cantilenò
improvvisamente -girano strane voci sulle persone che frequenti. Si
dice che tu vada in giro con il figlio dei Potter.- Al solo sentire
quel nome,l'intero tavolo si zittì. Suo nonno Pollux lasciò cadere
la forchetta nel piatto con un tintinnio,assottigliando la bocca in
una linea severa. Il ragazzo le rivolse uno sguardo furioso,aprendo
la bocca per risponderle a tono,ma prima che potesse ribattere la
voce viscida del fidanzato di Narcissa s'intromise nella
conversazione.-Un
Potter?-
Chiese nel suo solito tono strascicato,storcendo il naso
-stai scherzando,spero. Sono una delle famiglie peggiori che abbia
mai incontrato:dei babbanofili privi di alcun senso della decenza.
Probabilmente sono secondi solo ai Weasley.--Questi-
soffiò Sirius,stringendo con forza la stoffa della tovaglia -non
sono affari vostri.-
-E
c'è
di peggio- Bellatrix ridacchiò,ignorandolo -é anche amico di
un sangue sporco. Oh,dovresti vederlo:non c'è un giorno in cui i
suoi vestiti siano tutti interi. Probabilmente é talmente povero
che
li ha dovuti raccogliere nell'immondizia.- La battuta fece ridere
anche Narcissa,e a quel punto non ci vide più. Balzò in piedi e
sguainò la bacchetta e gliela puntò contro,le mani tremanti. -Non
ti permettere mai più di insultare i miei amici,sgualdrina!-
-Altrimenti?-
Replicò
lei,mentre una luce folle le illuminava le iridi -mi
ucciderai,Siry?- Chiese,sporgendo
il
labbro con aria di scherno -non ne saresti...- Prima che potesse
terminare la frase,uno schiantesimo violento si abbatté sul
tavolino. Piatti,posate e bicchieri caddero a terra,in frantumi.
Narcissa gridò con aria isterica,alzandosi di scatto,mentre il suo
fidanzato le si parava davanti per proteggerla. Ci fu qualche
secondo
di silenzio,poi Orion si alzò,guardandolo negli occhi per la prima
volta da quando era sceso. Il suo viso,tanto simile a quello del
figlio,non lasciava trasparire alcuna emozione. -Ti consiglio di
smetterla- disse,con calma glaciale. Sirius scosse la
testa,nauseato
-no. Ho smesso di tacere. Mi avete stancato,tutti.
Con le vostre assurde convinzione,le vostre menti chiuse e
ipocrite...siete marci,marci
fin
dentro all'anima,ed io non ho intenzione di diventare come voi.
Mi hai sentito?Io non...- Prima che potesse finire di parlare,suo
padre alzò la bacchetta -crucio.- L'incantesimo
lo
colpì in pieno,e Sirius fece l'unica cosa che non avrebbe mai e
poi mai voluto fare:gridò. Non durò molto,ma fu come se qualcuno
avesse infilzato la sua pelle con centinaia di coltelli bollenti.
Cadde a gattoni,ansimando. Le lacrime gli offuscurano la vista,ma
si
rifiutò di lasciarle uscire. -Arrenditi,Sirius- nonostante avesse
appena sussurrato,la voce dell'uomo gli giunse alle orecchie come
se
avesse gridato -non puoi batterti. Non qui...non con me.-
Il
grifondoro strinse i denti,poi sogghignò e replicò:-va'...a
farti...fottere da un centauro.-
La
seconda cruciatus fu più lenta e dolorosa,e quasi soffocò per
trattene il grido di dolore. -Sirius,ti prego. Da' retta a
nostro
padre- la voce terrorizzata di Regulus lo riscosse,quel minimo
che
gli consentì di riacquistare lucidità e permettergli di
afferrare
la bacchetta. -Accio scopa!- Dallo sguardo attonito dei
presenti,intuì che non era la mossa che si aspettavano. Quando
si
resero conto di quello che aveva fatto,però,aveva già impugnato
la
sua Nimbus 1500. -Me ne vado- sibilò,indietreggiando lentamente.
A
quel punto,la maschera di indifferenza di Orion Black crollò -tu
non
vai da nessuna parte- sibilò furibondo,sollevando la mano,ma
Sirius
lo bloccò puntandogli la bacchetta al petto. -Fossi in voi non
lo
farei,padre- lo
avvisò,sottolineando con disprezzo quell'appellativo. -La mia
pazienza é agli sgoccioli- ed era vero:provava così tanto
risentimento nei suoi confronti che...
-Sirius-
sua
madre si fece avanti,affiancando il marito -se esci da quella
porta,non azzardarti a tornare,mi hai capito?-
-Non
vi
preoccupate,madre- replicò lui,ridendo amaramente -non lo farò.-
Poi si volse verso suo fratello,una luce speranzosa nello sguardo
-Regulus- lo chiamò. Il ragazzino era come paralizzato,bianco in
volto -ti prego,vieni con me. Non permettergli di rovinarti. Ti
prego,Reg...- ma lui non si mosse. -Non posso- bisbigliò -per
favore,Sir,ragiona. Stai sbagliando tutto,torna qui...-Sirius
scosse
la testa,avvertendo la bile salirgli in gola. C'erano tante cose
che
avrebbe voluto dirgli,tante parole,una frase che non gli aveva mai
detto e che premeva per uscire dal fondo della sua gola. -Addio-
disse invece. Poi si voltò,ed uscì per sempre dalla sua vita.
Quel
“ti voglio bene,Reg” fu
il suo ultimo pensiero,prima di librarsi nel cielo notturno.
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