Io davvero non lo so cosa sia
questo.
Non doveva
uscire così. Lo giuro çç
E invece
così è andata. *fa spallucce* Succede gente.
Iniziativa: Questa
storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle
Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero
Parole: 953
Prompt/Traccia:
Tombola alcolica
Doveva
essere una cosa innocente, aveva detto Teresa.
Dovevano solo divertirsi, aveva detto Teresa.
Dopo anni di amicizia e di vicinato, Irene si dava ancora
dell’ingenua per aver nuovamente creduto a Teresa. Quella era
una contafrottole colossale, doveva pur saperlo, eppure pure in simile
occasione le aveva dato nuovamente corda. Doveva aver nuovamente
dimenticato il suo buonsenso da qualche parte nello sgabuzzino quando
aveva fatto le pulizie.
Non riusciva a collegare come quella “serata tra
ragazze” fosse decollata in una tombola alcolica, anche
perché ormai aveva ben quattro bicchieri di brandy che le
circolavano dentro il corpo e le annebbiavano il giudizio. Teresa,
seduta accanto a lei, le era spalmata addosso e se la rideva nella
grossa per chissà quale ragione. Era raro vederla
così, ma visto che stava vincendo la partita ed era ormai
ubriaca non le faceva troppo strano.
Teresa adorava primeggiare su tutto, era palese e ampiamente
riconosciuto, ma in quella situazione la cosa non giocava troppo a suo
favore.
« E quindi, Irene? »
« Cosa? » il sorriso sornione di Teresa
si allarga, compiaciuto.
« Non cosarmi!
L’hai capita bene, la mia domanda! » Irene vorrebbe
farle notare che era presa da ben altri problemi, come la questione
dell’aspirina da prendere la mattina successiva a quel
delirio, ma l’espressione da piccolo animaletto ferito di
Teresa riusciva sempre ad averla vinta con lei.
« Non l’ho capita. » brontola,
stoica, cercando di rimanere almeno composta. Hysteria, seduta di
fronte a lei, aveva già fallito in simile pratica
– non le dava torto, aveva dovuto bere una bottiglia di
tequila dopo aver fatto cinquina – e ormai era bellamente
spalmata sul tavolo senza più dignità. E meno
male che all’università avesse il soprannome di
“quella elegante”.
Comunque il suo perdere in quel gioco la manteneva piuttosto
sobria, al contrario del resto della compagnia che ormai era
così ubriaca da non ricordarsi nemmeno della partita.
Infatti se lei ancora era almeno cosciente di quello che diceva, e
pensava, non poteva dire lo stesso delle altre ragazze che le avevano
invaso la casa quella sera, al seguito di una Teresa felice ed
entusiasta per chissà quale nuova ragione. Nessuno sapeva
dirle di no, a quella, e Irene non poteva certamente dare torto.
Nel frattempo Teresa si è attaccata nuovamente al
suo braccio, biascicando qualcosa a riguardo di una bellissima bambina
mora che avrebbe tanto voluto avere un giorno insieme a lei –
era proprio ubriaca se arrivava a delirare a proposito di una sua
eventuale maternità, per la quale non era affatto portata
– e Irene la lascia fare per mera disperazione.
Con la coda dell’occhio nota che Noel e Sofia si
sono messe di nuovo a pomiciare sul suo divano. Sicuramente la mattina
dopo avrebbero negato il tutto, quelle due, anche il fatto che la mano
di Noel fosse evidentemente sotto la maglia di Sofia e che a questa
piacesse anche tanto simile cosa. Dovevano darci sicuramente un taglio
e uscire insieme, invece di soffiarsi addosso ad ogni occasione.
Prende un grosso respiro, massaggiandosi una tempia mentre
Teresa miagolava al suo orecchio.
La situazione delle altre non era decisamente migliore.
Rafaela ormai con tutta probabilità era entrata
in coma etilico dopo un bicchierino di rhum, mentre Luciela che era
stata condannata
ad estrarre i numeri si divertiva un mondo a farle le treccine. Notando
il suo sguardo inquisitore la ragazza si mette l’indice
davanti alle labbra, ridacchiando e chiedendole silenzio per la sua
preziosa sorellina che era ignara del suo nuovo look. Una cosa
bellissima, l’amore tra sorelle.
« Che palle. » Rosemary era rimasta
taciturna per tutta la serata. Non correva buon sangue, tra di loro,
visto che Teresa le aveva rifilato prima una cocente sconfitta coi i
voti degli ultimi esami, e poi si era rifiutata di “darle una
botta”. L’ultima cosa era solo Irene a saperla,
visto che Teresa la considerava la sua più grande amica
– e di conseguenza anche la sua confidente, o meglio, il suo
confessionale – e non mancava di raccontarle tutte le cose
più interessanti e scottanti della sua esistenza.
Teresa sorride sorniona, stringendosi ancora di
più a Irene che iniziava a sentirsi di troppo in quello
scambio di sguardi – e di certo non era così
spericolata a mettersi contro una come Rosemary – e
desiderando di fuggire.
Il mugolare di Sofia dal divano stava diventando
imbarazzante, tanto che Teresa scoppia a ridere divertita.
« Se proprio ci tenete, andate nella camera di
Irene! » gorgoglia divertita in direzione delle due ragazze.
« Cosa? No! » Irene sbianca, temendo
già per la purezza del suo giaciglio, ma viene presto
intercettata dall’amica.
« Quanto sei agitata, Irene! » cinguetta
lei. « Volevi che fossimo noi ad usarla per prime?
» Irene arrossisce, l’idea di fare quelle cose con
Teresa non l’ha mai sfiorata in verità, ma con
l’alcool in corpo e una certa tensione sessuale presente in
quella stanza l’idea non le sembrava tanto bislacca.
La ragazza tace, ignorando che Sofia ha preso per buona la
proposta di Teresa e si è trascinata davvero Noel nella sua
camera – con le labbra sempre attaccate però
–.
Irene vorrebbe fermarle, ma Teresa ormai è
così edera al suo corpo che non riesce a muoversi. Lo
sguardo omicida di Rosemary non la aiuta affatto.
Doveva essere una cosa innocente, le aveva detto Teresa.
Peccato che Sofia si sarebbe svegliata nuda accanto a Noel
quella mattina, nel suo letto, e avrebbe iniziato a sbraitare isterica.
Peccato che Rafaela avrebbe perso la sua compostezza, quella mattina,
minacciando la sua sorella con un cucchiaio per farsi rimettere a posto
i capelli. Peccato che Teresa sarebbe stata splendente come il sole
quella mattina, e lei avrebbe avuto bisogno di almeno tre
antidolorifici diversi per poter reggere la giornata.
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