Prìncipi perduti

di Lisaralin
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#2 - Stelle cadenti


I marinai della Stella di Sindria a quest’ora vorranno gettarli fuori bordo. Le notti sono fresche ma gradevoli a questa latitudine, il legno del ponte sotto la schiena conserva ancora il calore del giorno e l’aria profuma di sale, di avventura e di promesse. Nessuna meraviglia che Alibabà e Hakuryu preferiscano fare le ore piccole a raccontarsi aneddoti e fantasticare di donne che non hanno mai avuto piuttosto che rintanarsi in cabina agli ultimi bagliori del tramonto. Dormire è uno spreco di tempo quando si è giovani e il mondo è pieno di dungeon da conquistare e torti da raddrizzare.
L’eco delle loro risate viaggia lontano sull’acqua. È il bello delle conversazioni tra amici: tra la filosofia sul senso della vita e le barzellette sconce trascorrono appena una risata e un battito di ciglia.
“Sono fori nella volta celeste,” afferma Hakuryu serio, “da cui trapela la luce dell’infinito che circonda i mondi.”
Questa è ancora più divertente di una barzelletta sconcia.
“Chi lo ha detto? Un ubriaco?”
“Non conosci Lat Poen? È il filosofo più importante di Kou!”
Stavolta Hakuryu non lo frega. Alibabà ha studiato nella biblioteca reale di Balbadd, e la filosofia faceva parte della sua educazione di principe tanto quanto la politica e il commercio.
“È una teoria superata. Tutti gli studiosi moderni concordano nel dire che le stelle sono riflessi di mondi lontanissimi dal nostro. Quelle che noi chiamiamo stelle cadenti sono avvenimenti talmente grandiosi da produrre una luce visibile in tutto l’universo.”
“Wow.”
Il silenzio abbraccia per un attimo il grembo del mare e l’immensità nera del cielo. Una scia luminosa attraversa l’oscurità come una freccia, uno scintillio d’argento che nasce e muore nel buio.
“Cosa credi che fosse?”
La voce di Hakuryu è un sussurro, quasi temesse di disturbare un evento sacro.
“Non saprei… qualcuno ha appena vinto una gara di rutti da qualche parte nel cosmo?”
Tanti saluti all’atmosfera di sacralità. Il marinaio di vedetta sbuffa e si tappa le orecchie mentre l’ennesima risata fa tremare il cielo e le stelle.
 

Hakuryu è un uomo diverso.
È cresciuto, ha preso sulle proprie spalle il fardello del comando. È un conquistatore di dungeon e un individuo con la stoffa di re, il prescelto del Magi oscuro Judal. Ha intrapreso la via tenebrosa della vendetta e immerso le mani fino ad affondare nel sangue corrotto di sua madre.
Tuttavia questo non significa che non ricordi gli avvenimenti della sua vita precedente, quando era ancora un bambino piagnucoloso e tremante di fronte alle visioni della Grande Madre Sacra Madaura.
Anche sforzandosi non potrebbe mai dimenticare le cose che contano davvero.
Il suo ultimo saluto ad Alibabà è silenzioso, ma non per questo meno partecipe. Neanche la gioia della vittoria può cancellargli quel retrogusto amaro sul fondo della gola quando lo vede giacere come un pezzo di marmo sul tappeto volante di Aladdin. Non era così che doveva finire.
Addio, amico di un tempo. La luce nei tuoi occhi non brilla più, ma oggi l’universo è stato abbagliato da una nuova, splendida stella cadente.


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Note: l'idea delle stelle come fori nella volta celeste ovviamente non è di un filosofo di Kou, ma di un suo collega terrestre :P




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