Qui parla un angelo

di Giulia12g
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Da qui finalmente posso godermi una bella visuale, da qui posso vedere mia figlia. La vedo la mia Jay, finalmente posso guardarla in quei suoi occhi così simili ai miei, posso vedere una giovane donna con il suo cuore grande e coraggioso. Sono con lei ora, molto più di quando le stavo vicino, quando le stavo vicino non le ero mai stato così lontano. Ora finalmente posso vederla crescere, posso vedere come ogni giorno impara cose nuove, come sperimenta la sofferenza, la gioia, la vita. Sento che quello che più desidera da me è che l’abbracci la sera mentre è sola nel suo letto, e si culla nelle mie braccia fatte di pensiero. Quando era piccola io e Jay ci mettevamo insieme nel lettone e le raccontavo sempre la solita storia che terminava con una ninna nanna nel dialetto del mio paese. Era piccola eppure era il mio dono più grande. Sento anche e me lo dice spesso che vorrebbe rendermi fiero di lei e Dio che è qui accanto a me, solo lui sa quanto lo sia. Non potevo desiderare una figlia migliore di lei, forse non me la merito nemmeno. A volte provo a parlarle, provo a dirglielo, cerco di far arrivare la mia voce da dentro di lei, ma non mi ascolta è ancora troppo sorda dal dolore, mi evita come ha sempre fatto durante la mia malattia. Lo sente  come un peso, come una colpa schiacciante, quella di non avermi più dato attenzione anche quando io la richiedevo disperatamente, ma come biasimarla? Io la amo più di qualsiasi altra cosa e soffro quando sento che pensa che lei non è importante per nessuno, anzi dovrebbe sapere che lo è e non solo per me, ma per molte altre persone che la amano. Io posso amarla come solo un padre può amare sua figlia, ma ci sono persone che la amano a modo loro. Sono così felice di dire che la morte non ci ha separati, anzi ci ha riuniti, ora possiamo parlare, possiamo condividere cose, possiamo abbracciarci con il pensiero. Vorrei poter cancellare tutta la sofferenza che le ho procurato, ma per quanto i miei poteri di angelo custode siano forti non posso intromettermi con gli eventi terreni, soprattutto non quelli del passato. Posso offrirle la mia mano quando si sente crollare, posso sussurrargli quanto la amo, posso incoraggiarla, darle un po’ di forza, ma il resto del lavoro è tutto suo. Io custodisco i suoi segreti, le sue paure, la sua fragilità. Le sto accanto quando posso  e prego sempre che sia felice. La morte non ci ha separati, ci ha uniti, perché l’amore non finisce dove finisce la vita.




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