Yuuri mi ha chiesto di venire nel suo appartamento.
Era il 25 dicembre alle dieci di mattina, stavo ancora dormendo quando la suoneria del telefono mi svegliò.
*Pronto,Viktor? Vieni alle otto da me.* e attaccò.
Così eccomi qui alle sette e cinquantanove davanti all'appartamento numero quattordici, vestito di tutto punto e con un mazzo di rose rosse in mano. Suono il campanello, e intanto il mio cuore batte all'impazzata, non riesco a stare fermo. Yuuri, ma che effetto mi fai?
L'attesa sembra lunghissima, ma alla fine apre la porta. Indossa il suo abito migliore, e i capelli sono sparati in aria, come se ci avesse passato la mano migliaia di volte.
-Ciao Viktor.
-Ciao Yuuri.
-Prego, entra.
Mentre lui odora il mazzo di fiori, ho mosso qualche passo, ma subito mi blocco. In mezzo al salotto torreggia un bellissimo albero di Natale, pieno di luci e decorazioni. A fianco all'albero c'è un tavolo imbandito, con tanto di candele. La luce proviene solamente da quelle e dall'albero, e crea un'atmosfera molto romantica. Fuori nevica e l'aria odora di katsudon.
-Yuuri...
-Buon compleanno Viktor. Sai, q-quando mi hai detto che in Russia non si festeggiano molto i compleanni, ho voluto organizzarne uno, e p-poi volevo dimostrarti quanto t-tengo a te-
Non lo feci nemmeno continuare. Lo abbraccio forte. All'inizio era un po' rigido, poi si è sciolto e mi ha circondato il collo con le braccia. Quant'è bello, lo era quando era ubriaco e lo è adesso. Il suo profumo mi inebria le narici, sa di sapone e di un odore che solo Yuuri ha. E che mi fa impazzire.
-Ti ringrazio, nessuno ha mai fatto questo per me.
Lui non risponde, giocherella con le mani e inizia ad arrossire.
-Viktor, come si dice "ti amo" in russo?
-YA lyublyu tebya.
-Allora YA lyublyu tebya, Viktor.
Rimango inizialmente sorpreso, però subito dopo sento un calore intenso partire dal cuore per poi diffondersi in tutto il corpo. Sorrido e dico: -YA lyublyu tebya, Yuuri.
E ci baciamo.
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