Questa
fanfiction si colloca
dopo “La Maledizione della Prima Luna”. Manca un
mese al
matrimonio di Will ed Elizabeth. Una sera, mentre Will è
ospite a cena a villa Swann, un violento temporale si abbatte su Port
Royal, e il giovane fabbro non può certo tornare a casa in
una
simile nottataccia...
Obbedendo
all'Amore
Il
temporale era scoppiato all'improvviso e non dava segno di voler
passare.
Pesanti
scrosci d'acqua colpivano i vetri di villa Swann, un vento impetuoso
agitava le palme e gonfiava il mare che ruggiva furioso in
lontananza, bagliori accecanti illuminavano il cielo.
Elizabeth
Swann lasciò ricadere la tenda che copriva uno dei vetri
della
sala da pranzo e si scostò dalla finestra.
“Non
puoi tornare a casa con questo tempo, Will. Sarebbe una
pazzia.”
dichiarò, rivolta al suo fidanzato. Spostò lo
sguardo
su suo padre, che sedeva a capotavola, per cercare approvazione.
Il
governatore Swann annuì. “Elizabeth ha ragione. La
soluzione
migliore è che tu rimanga qui a passare la notte.”.
“Vi
ringrazio, governatore Swann. Tuttavia, temo di disturbare.”
obiettò timidamente Will.
Il
governatore fece un cenno con la mano. “Nessun disturbo,
figliolo.
Non posso lasciare che il fidanzato di mia figlia rischi la vita
tornando a casa in una notte come questa. Faccio preparare subito la
stanza degli ospiti.”.
“Vi
ringrazio.”.
Il
governatore si alzò e lasciò la sala per andare
alla
ricerca di un domestico.
Approfittando
di quel momento, Elizabeth si avvicinò a Will.
“Temo
di disturbare...
cos'è
questo formalismo, mio bel pirata?” chiese con voce calda e
lievemente sensuale.
Will
levò la testa a guardarla.
“Tuo
padre mi agita ancora un po'. E' pur sempre il
governatore...”.
Elizabeth
sorrise comprensiva. “Presto sarete parenti. Cerca di vederlo
semplicemente come l'uomo che mi ha cresciuta.”
suggerì.
“Se
questo è il risultato, devo dire che ha fatto un ottimo
lavoro.” disse il ragazzo, sollevando con delicatezza una
mano
della sua fidanzata e baciandola. “Anche se tu saresti stata
perfetta indipendentemente dall'educazione ricevuta. La tua
perfezione è insita in te, amore.”.
Elizabeth
arrossì. “Ti ringrazio, mio pirata
gentiluomo...”. Tese
l'orecchio verso la porta, per assicurarsi che nessuno si stesse
avvicinando, poi si chinò a posare un bacio fulmineo ma
intenso sulle labbra del suo fidanzato, che rimase sorpreso ma felice
di quel gesto inaspettato. Elizabeth era un'aristocratica, è
vero, ma non era affatto imbrigliata nei pregiudizi e nelle
convenzioni tipiche della sua classe sociale.
Lei
era diversa.
Per
questo lui l'amava.
Il
governatore Swann tornò poco dopo annunciando che i
domestici
stavano preparando la stanza per Will. Lui, Elizabeth e il giovane
fabbro lasciarono la sala da pranzo e si spostarono in una sala
attigua, dove passarono la serata conversando e ascoltando Elizabeth
suonare alcuni brani al pianoforte.
Infine,
il governatore mostrò a Will la stanza che era stata
preparata
per lui per quella notte, e tutti e tre si ritirarono, mentre fuori
gli elementi continuavano a sfogare la loro furia.
******
Will
giaceva a pancia in su nel letto grande e soffice.
Com'era
diverso dal suo giaciglio spartano! Pensò che presto avrebbe
dovuto abituarsi a quelle comodità, che certo non gli
dispiacevano, ma avrebbe anche dovuto imparare a considerare come
fatti normali i domestici che si aggiravano per la casa,
l'atteggiamento di reverenza con cui si sarebbero rivolti a lui...
O
forse no?
Forse
Elizabeth avrebbe saputo portare nella loro nuova dimora un po' della
sua semplicità d'animo, della sua intolleranza per le
convenzioni?
Stava
rimuginando su questi pensieri, quando udì la porta della
stanza aprirsi e la luce di una candela oltrepassare la porta. Il
ragazzo si tirò su di scatto, in guardia, ma si
rilassò
quando, alla debole luce della fiamma, riconobbe la sagoma di
Elizabeth.
“Lizzie!
Amore mio, cosa ci fai qui?”.
“Posso
dormire con te?” domandò timidamente la ragazza.
“Il
temporale mi spaventa.”.
Will
sospirò. “E se domattina tuo padre ci trova
insieme?”.
“Non
succederà.”.
Will
sospirò di nuovo.
Era
diviso tra il desiderio di stringere il suo amore tra le braccia e
difenderla dalle sue paure e la volontà di proteggerne la
rispettabilità.
“Per
favore...”.
Di
fronte a quel mormorio, Will non potè più
resistere.
Scostò le lenzuola e tese le braccia verso la sua fidanzata,
invitandola a raggiungerlo. Elizabeth posò la candela sul
comodino e si rifugiò dal suo Will, poi soffiò
sulla
fiamma per spegnerla.
Will
si sdraiò e fece posare ad Elizabeth la testa sul suo petto,
cominciando ad accarezzarle i capelli.
“Come
fai a dormire, quando fuori c'è il temporale e io non ci
sono?” le chiese in tono leggermente canzonatorio.
Elizabeth
si lasciò andare a una risatina. “Mi faccio
coraggio da
sola. Ma stanotte sapevo che tu eri qui, e nessuno mi dà
sicurezza più di te.”.
Il
cuore di Will accelerò i battiti a quella frase.
“Dormi
allora, mio dolce amore. Il tuo bel pirata non permetterà
che
ti accada qualcosa di male.”.
Elizabeth
rise ancora poi, piano piano, scivolò nel sonno.
Will
si svegliò.
Era
ancora notte fonda, non doveva essere trascorso molto tempo da quando
si era addormentato.
Elizabeth
dormiva ancora, rannicchiata contro di lui, perfettamente tranquilla.
Che
strano, aveva pensato che, la prima volta che avesse dormito con
Elizabeth, si sarebbe sentito come minimo un po' imbarazzato. Invece
no, era perfettamente a suo agio, mentre la stringeva protettivamente
contro il suo petto robusto.
Com'era
bella... e com'era bello tenerla lì, stretta a
sé, e
guardarla dormire...
Anche
quello, pensò Will, sarebbe diventato uno spettacolo
consueto
di lì a poco.
Anzi,
no.
Certamente
no.
Come
avrebbe potuto abituarsi a tanta bellezza? No, l'estasi che provava
in quel momento, di fronte alla sua Elizabeth addormentata, sarebbe
rimasta per tutti gli anni che avrebbero trascorso insieme.
La
ragazza si mosse piano, aprì gli occhi e alzò la
testa
a cercare lo sguardo di Will.
Non
mostrò sorpresa nel trovare il suo fidanzato sveglio, come
se
se lo aspettasse.
Sorrise.
“Mi
guardavi?”.
“Sì.
Non immagini nemmeno quanto sei bella, amor mio.”.
Elizabeth
non rispose.
Si
limitò a guardare il suo fidanzato negli occhi, a lungo.
Poi,
del tutto inaspettatamente, si sporse in avanti e lo baciò.
Non
era un bacio come quello che gli aveva dato nella sala da pranzo
qualche ora prima.
Era
più deciso, più passionale.
Quasi
selvaggio.
Non
era il bacio di una timida aristocratica.
Era
il bacio di una ragazza innamorata.
Era
il bacio della sua Elizabeth.
All'inizio,
Will rimase completamente spiazzato. Poi reagì, e rispose al
bacio di Elizabeth con uguale ardore e passione, stringendola di
più
a sé.
Senza
nemmeno rendersene conto, si trovò a sovrastarla.
Ma
a quel punto, il lume della ragione si riaccese in lui.
“No.
Aspetta. Non possiamo.”.
Elizabeth
lo guardò, disorientata.
“Perché?”.
“Elizabeth,
manca ancora un mese al nostro matrimonio. Se noi adesso facciamo
l'amore e tu resti incinta, il bambino nascerà un mese prima
di quanto avrebbe dovuto se noi avessimo rispettato i tempi. E tu
saresti...”.
“...giudicata
da tutta Port Royal. Will, credi che mi importi? Credi che mi importi
che cosa la gente dice di me? Che dicano quello che vogliono. L'amore
va oltre le convenzioni sociali, oltre tutte le convenzioni. Non ne
siamo un esempio io e te?”.
Will
rimase in silenzio. Lei aveva ragione, ma lui non voleva che la sua
futura sposa fosse oggetto di critiche, voleva preservarla...
“Sì.
Ma io non voglio che tu ti senta umiliata da quei ricconi
ipocriti.”.
“Non
possono ferirmi, in alcun modo. Will, tu mi ami?”.
“Certo
che ti amo, Elizabeth.”.
“E
allora, nulla potrà mai ferirmi. Ti prego... se anche tu
vuoi,
rendimi tua, tua per sempre.”.
Le
difese di Will caddero.
Elizabeth
aveva ragione, aveva ragione su tutto.
L'amore
va oltre le convenzioni, le regole imposte, perchè l'amore
è
sopra ogni cosa.
Ed
era obbedendo all'amore, che ora si chinava a baciare le labbra di
Elizabeth, che la stringeva a sé, che cominciava ad
accarezzarla per la prima volta.
Era
obbedendo all'amore, che l'amava.
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