Supernova

di _Akimi
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HEAT

Shōyō si fa piccolo sotto le coperte, fa troppo freddo per uscire e la neve che si deposita lentamente nel giardino di casa sua lo rende ancora più pigro.
Dovrebbe odiare l'inverno, eppure trova un qualcosa di magico in questa stagione che non sa esattamente spiegarsi: il tempo sembra rallentare per tutti, i professori sono stanchi di dare compiti, la palestra durante gli allenamenti è un buon riparo dal vento che porta minuscoli fiocchi da Nord e poi c'è la sua famiglia che, in un modo o nell'altro, riesce sempre a rendere le sue giornate diverse.
Sua sorella dorme vicino al suo armadio, ha insistito la sera precedente con il voler preparare un futon in camera del più grande e ingenuamente si è giustificata con un "I mostri nascosti tra i vestiti così non potranno disturbarci."

Shōyō si è fatto piccolo sotto le coperte e non può che avvicinarsi alla persona con cui condivide il letto in quell'anonima domenica mattina perché il tepore che emana il corpo del più grande lo invoglia ad appisolarsi ancora un po', seppur consapevole che tra pochi minuti Natsu si sveglierà affamata come ogni giorno.
Per ora, può solamente godersi quei lunghi attimi di tranquillità, osserva il petto dell'altro riempirsi di aria e sente il suo respiro infrangersi sul proprio volto, convincendolo a chiudere gli occhi e a seguire il suo ritmo.
Ancora non è avvezzo a condividere il proprio letto con lui, ci riflette a lungo da giorni, ma mai sarebbe giunto alla conclusione di creare un così stretto rapporto con un suo compagno di squadra.
La Karasuno è importante, certamente, ma il ragazzo che ora ha di fronte a sé non rappresenta più solamente il suo amore per la pallavolo né tanto meno l'ammirazione che ha sin da subito mostrato ai suoi senpai.
Il più grande ora vale più di quello, supera dei limiti che lo stesso Shōyō considerava infiniti e, proprio per tale motivo, non può che essere dipendente dal piacevole tepore che emanano i loro corpi l'uno vicino all'altro.

Sono le braccia di Tanaka Ryūnosuke a tenerlo al caldo, le sue dita gli sfiorano delicatamente il volto ed è strano pensare che una persona incontrollabile come lui possa apparire così tranquilla quando addormentata.
Per Shōyō si tratta di un vero paradosso; entrambi sono sempre in cerca di guai, non sopportano il silenzio o la tensione, ma ora il più piccolo desidera che quel momento possa ripetersi senza fine – o almeno, sino a quando non saranno loro stessi ad annoiarsi di quello status quo.
Tanaka stringe la presa nel sonno, biascica qualcosa che Shōyō non riesce a comprendere, ma si concede un sorriso sincero perché, dopo un breve attimo di confusione, il suo senpai apre lentamente gli occhi e lo guarda non ancora realizzando in quale posto si trovi.

«Non mi starai fissando da ore, vero?»
Shōyō vorrebbe cedere ad un'ingenua bugia, ma il solo pensiero di nascondere quella verità lo infastidisce e di conseguenza, con una parte di sé ancora nel mondo dei sogni, preferisce arrendersi all'insistenza del più grande.
«Sei più carino quando dormi, Tanaka-senpai.»




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