Beyond what you see

di tempestadentroquietefuori
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Dal cielo venivano giù grossi goccioloni d'acqua, si prospettava un vero e proprio acquazzone. 
Era autunno, d'altronde, il freddo iniziava a farsi sentire, le giornate parevano più brevi, quella poca luce diurna era sempre offuscata da grosse nuvole o, come in questo caso, da un cielo scuro pronto a sfogarsi, mandando giù quanta più acqua possibile. 
Avevo tutta l'intenzione di fare colazione in centro, di bere un bel cappuccino caldo, magari davanti ad una rivista. Il tempo, però, ha cambiato i miei piani; meglio stare a casa davanti al pc e revisionare la tesi che proporrò alla commissione dell'università. 
" Stregoneria medievale: dicerie di paese o pura realtà? " sarà il titolo della mia tesi. 
La mia intenzione è di approfondire una vicenda accaduta intorno all'Alto medioevo, si tratta di una donna, Clelia Dumont, condannata al rogo per stregoneria. Chi la accusava di essere una strega, chi una semplice erborista. Tale vicenda mi ha particolarmente attratto, soprattutto dopo aver scoperto cosa faceva quella donna, era un qualcosa di...
Uno squarcio nel cielo mi costringe a frenare bruscamente; la cosa positiva è che la mia è l'unica macchina del vicolo ed ho evitato così un tamponamento. 
Spengo il quadro dell'auto e chiudo entrambi i finestrini. 
Il mio sguardo si posa sul volto stanco riflesso in uno degli specchietti: due solchi profondi sotto agli occhi danno al mio volto un'aria stanca, per non parlare del colore smorto della mia pelle, è di un rosa cadaverico. Solo i miei vispi occhi verdi danno colore al tutto, contornato da corti capelli color nocciola e con delle sfumature marroni. 
Mi risveglio dallo stato di trance non appena vedo qualcuno depositare un pacco davanti alla porta di casa mia. Mi affretto a raggiungerlo, chiedendogli del pacco e di cosa trattasse. 
La risposta che mi è stata data non è stata di molto aiuto, il biondino mi ha solo rifilato un << Non ne ho idea. >>, per poi incitarmi a firmare. 
Traccio su quel pezzo di carta il mio nome e saluto cordialmente il biondino, per poi afferrare il pacco ed entrare dentro casa. 
Da fuori potevo solo notare che il mittente del pacco è di Milano. Sarà sicuramente mia madre. 
Di tanto in tanto mi manda soldi, cibo, regali, vestiti. Anche se vivo da sola da ben tre anni continua a trattarmi come una bambina, curando ogni piccola cosa, garantendomi  tutto ciò che è in suo potere. Le voglio molto bene e lei ne vuole a me, d'altronde sono l'unica che le è rimasta dopo la morte di mio padre in un incidente a lavoro. Per non restare completamente sola si è trasferita dai nonni, almeno non entrerà in depressione. 
Entro dentro, notando che il freddo inizia a farsi sentire. Chiudo la porta alle mie spalle e poggio il pacco sul tavolo. Il mio sguardo cade sul calendario che è fissato alla parete e che segna il 1 dicembre. Solo ora mi rendo conto che manca davvero poco alla mia laurea, solo ventidue giorni. 
Bene, devo mettermi a lavoro. 
Clelia Dumont, a noi due. 




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