Non si gioca con il demonio

di Antonio Militari
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L'opera è ispirata al racconto The Game di Akira Yuki con il consenso dell'autore.
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XI
EPILOGO

«La ringrazio Padre, tornerò domenica prossima» Matteo salutò quello che ora era il proprio padre spirituale, nonché esorcista, un anziano dall'aspetto fragile ma dallo spirito forte, e si diresse verso le sale della parrocchia. Salutò la vecchietta in portineria e diede il cinque al ragazzo che veniva a dare una mano con i computer della parrocchia. Raggiunse in fretta la saletta che cercava ed entrò salutando.
«Scusate il ritardo: Padre Damiano mi ha tenuto più del previsto».
Don Cristoforo gli sorrise e lo invitò a sedersi. Il giovane parroco, che Matteo aveva già incontrato, stava tenendo il catechismo ai bambini, e lui aveva insistito per poter venire ad ascoltare le lezioni. A metà della spiegazione un ragazzino alzò la mano.
«Dimmi, Davide» Lo incitò il prete.
«Esistono i demoni?» Chiese il ragazzino candidamente.
Il prete e Matteo si guardarono negli occhi e sorrisero, prima di guardare l'angolo della stanza dove, ormai esorcizzati, un piccolo gameboy e un telefono cellulare giacevano sotto una pesante teca accanto ad un crocifisso.
«Voi ragazzi non dovreste farvi certe domande» Disse Matteo, sorridendo al bambino.
«I demoni esistono, e sono furbi, molto furbi, ma sono anche molto deboli». La loro forza è nella nostra ignoranza, non ascoltateli mai e ricordate: qualunque cosa voi possiate fare, Dio è sempre accanto a voi, e continuerà ad amarvi» Il prete alzò lo sguardo verso Matteo, gli occhi pieni di lacrime «Sempre».

Antonio Militari




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