Grazie di tutto, Mine
Il cielo è sereno, chiazzato da
nuvole bianche. Una giornata serena, come tutte le altre. Oggi c’è il funerale
di Keisuke Akiba.
Mio nonno.
Mio nonno?
Ma che sto dicendo? Io non sono
davvero suo nipote. Non sono Ryosuke Akiba. Mi sono infiltrato nella sua
famiglia come un parassita. Loro… non sono nulla per me.
E ci portiamo dietro anche la
tua fidanzata…
Be’, ma come… come fai a
saperlo?
Come faccio…? Ma sei
innamorato di lei, o no?
Dì un po’… ma sei capace di
leggermi nei pensieri?
Ah ah… se avessi avuto questo
potere la mia vita sarebbe stata più comoda… L’ho soltanto intuito. Tutto qui…
E poi…
E poi?
Lei… è il mio tipo. Non dirlo
alla nonna.
Ho riso con lui, in quel momento.
Mi sentivo a casa. Come se stessi proteggendo una scappatella mentale di… del
nonno.
Mi viene spontaneo chiamarlo così
ormai.
E poi… quel colpo di tosse.
Fatale.
Sento le lacrime riempire i miei
occhi all’improvviso e mi affretto a nasconderle.
Ci riesco perché ti amo.
Vuoi forse dire che è tutto
merito dell’amore?
L’ho soltanto intuito…
Nonno…
Sento la tua mano che mi sfiora
il braccio.
Sono crollato.
- Scusi… è ora di far partire la
salma…
Mi asciugo le lacrime e rientro.
Quando torno da te, stai
chiudendo il cellulare.
- Era la mamma di Yuri. La
richiamerò più tardi.
Annuisco, affondando le mani
nelle tasche dei pantaloni. – La nonna ha detto che posso tornare a casa, se
voglio, visto che il funerale è finito.
Tu non rispondi. Per un attimo
sembri aspettarti che io continui. Poi mi baci.
E io ti stringo forte. Di nuovo.
Per la seconda volta sei la mia ancora, Mine
Si è alzato il vento.
Percepisco il cielo rannuvolarsi
sulla mia testa.
Poi una goccia d’acqua.
Piove a dirotto.
Istintivamente, alziamo lo
sguardo al cielo. Solo un istante, e rientriamo.
Mi prendi per mano. - Dove vuoi
andare?
Io stringo la tua mano con forza:
- Dove vuoi tu.- Non importa. Davvero.
Mi guardi, preoccupata.
Non so se lo sai. Non so se lo
hai capito. Ma mi lascio trascinare da te. Via da qui. Via da questo funerale.
Siamo saliti su un taxi. Siamo seduti
dietro, uno accanto all’altra. Ho gettato la testa all’indietro, sul sedile.
E ho chiuso gli occhi.
Sento la macchina muoversi. E mi
basta.
So che mi sei vicina. E mi basta.
Guardo distrattamente fuori dal
finestrino. L’acqua scorre di continuo.
Un acquazzone.
Per questo il taxista ha rallentato.
Non è il caso di provocare un incidente.
Basta dolore per oggi.
I neon accesi illuminano la
stazione della metropolitana. Esco dall’auto in silenzio.
Tu paghi il conto, e mi
raggiungi.
Il bigliettaio mi riserva
un’occhiata strana. Si sta chiedendo che cos’abbia. Ma in fondo non sono affari
suoi.
Siamo alle solite.
Odio il mio potere.
Non è bello vivere sapendo tutto
di tutti.
L’ho soltanto intuito…
Vorrei saper intuire anch’io… Mi
sento in difficoltà proprio perché tu sei la prima persona che non riesco a
controllare.
Eppure…
A volte ho l’impressione di
riuscirci.
Ho l’impressione di poter capire
quello che tu pensi, Mine.
E ne sono felice.
Non voglio sentirmi un diverso.
Non voglio sentirmi più solo.
Sono solo una cavia, ma tu non mi
hai mai trattato solo come tale.
Non sono un oggetto
d’esperimento per te.
E non lo sono stato nemmeno per
Keisuke.
O per la nonna.
Mi gira la testa. Strano. Di
solito non risento della forte velocità.
Stiamo andando a casa tua.
Probabilmente non tornerò a casa,
stanotte.
La nonna sa che sono con te. Non
si preoccuperà.
Voglio restare con te, stanotte.
È per questo, che ho ancora più
paura, adesso. Izak è diverso da me.
È mio fratello. Ma non ha pietà
per nessuno. È un pericolo permanente, per te.
Ha ucciso Kimiko.
Ha ucciso l’agente Hotta.
E non credo proprio che si
fermerà qui.
Yuri verrà colpita da lui, in
qualche modo.
E anche tu.
Per ora ti sta lasciando in pace,
perché sa che ti conosco.
Ma non rimanderà in eterno. Prima
o poi ti affronterà personalmente.
Prima o poi ci affronterà
personalmente.
Dovrà fronteggiarci insieme.
Siamo scesi dalla metropolitana,
per salire nel tuo appartamento.
Non ho voglia di cenare. Non
voglio mangiare niente.
Ti vedo armeggiare con la
chiusura della tua collana di perle, senza riuscire ad aprirla. E mi offro di
aiutarti.
Ti cedo il turno in bagno. E
quando esci sei già pronta per la notte.
Quando esco, anch’io mi sono
cambiato.
Hai preparato un po’ di tè.
L’unica cosa che ti ho chiesto.
Mi sono sdraiato a letto per
primo, e tu mi hai raggiunto poco dopo. Sei girata sul fianco, e mi dai le
spalle. Mi avvicino, e tu lasci che faccia scivolare il braccio attorno alla
tua vita.
Ti stringo a me, appoggiando il
mento alla tua spalla. Voglio solo questo stasera.
Non c’è nulla da dire. Ci
addormenteremo presto, lo so. Ma non importa.
Mi basta questo.
Grazie di tutto, Mine.