Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
ispirandomi alla fanfiction Chiudi gli occhi.... di Azure_Angel.
Ti
necessito
Mary
Jane si appoggiò alla porta del suo appartamento,
le lacrime le rigavano il viso. Strinse i pugni e chinò il
capo, i boccoli
rossi le ondeggiarono intorno al viso.
“Non
mi ama” gemette. Si tolse l’impermeabile e lo
appese, il taulier nero che indossava era umido di pioggia e le scarpe
sporche
di fango lasciavano delle impronte sul pavimento.
“Sono
proprio una stupida. Harry ha perso suo padre,
il signor Osborn lo adorava quel figlio. Ed io piango perché
Peter mi vuole
solo come amica” sussurrò con voce rauca.
Raggiunse il tavolo e prese un
tovagliolo. Si pulì il viso dalle lacrime, il fard le era
colato lungo le
guance.
<
La giornata peggiore della mia vita > pensò.
Si sedette sul letto facendolo cigolare e si sfilò le scarpe
col tacco, sentiva
i piedi e le caviglie pulsare.
<
Forse è la sua vendetta. Per anni è stato
lì, a
guardarmi a distanza con i suoi grandi occhi azzurri, ed io lo
ignoravo. Perché
Peter? Perché?> si domandò, incassando il
capo tra le spalle. Si sfilò i
collant, la sua pelle pallida era arrossata. Si alzò in
piedi e camminò avanti
e indietro davanti al letto.
“Ha
ragione mio padre quando dice che sono una
sgualdrina come mia madre” esalò.
Un’altra lacrima le scivolò lungo la guancia
e precipitò nel vuoto. Aprì l’armadio e
guardò il proprio vestito da cameriera.
Richiuse di scatto l’anta, sbattendola.
“Eppure
quel giorno, quando eravamo con zia May… Peter
mi ha detto quelle cose stupende e quelle sensazioni sembravano
così vere” si
disse a bassa voce. Il battito cardiaco le accelerò, gli
occhi continuavano a
bruciarle. Diede un calcio all’armadio e strillò,
sentendo il piede dolerle.
“Persino
i ragazzi dolci come lui si divertono a
prendersi gioco degli altri” ringhiò. Altre
lacrime le solcarono il viso e si
soffiò il naso, appallottolando metà del
fazzolettino già umido. Udì un tonfo
sul pianerottolo e socchiuse gli occhi.
<
Non credo che un piccione faccia tutto questo
rumore > pensò. Raggiunse la finestra e la
aprì, guardandosi intorno.
Trasalì sgranando gli occhi riconoscendo la figura di
Spiderman. La sua figura
si stagliava al centro del pianerottolo del condominio. Era in penombra
sotto
il cielo coperto, le gocce di pioggia lo sferzavano e scivolavano sul
suo
costume umido.
“Spiderman?
Che fai, mi segui?” domandò Mary Jane e la
voce le tremò.
“Mi
trovavo nei paraggi” rispose. Camminò lungo il
pianerottolo, i piedi gli affondavano nelle pozzanghere.
Saltò e aderì al muro,
Mary Jane indietreggiò e l’uomoragno
gattonò oltre la finestra e proseguì
muovendosi sul soffitto. Camminò di fianco a un lampadario,
utilizzò le
ragnatele per scendere all’altezza di metà stanza.
Mary
Jane guardò il supereroe ondeggiare a testa in
giù al centro dell’appartamento, la propria figura
si rifletteva nei grandi occhi
bianchi della maschera.
“Ti
disturbo, vero?” domandò l’uomo ragno.
Mary Jane
strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“No,
semplicemente sono ancora un po’ scossa dopo
l’avventura
con Goblin” disse. Spiderman piegò di lato il capo
e ondeggiò, stringendosi più
forte sulla ragnatela.
“Non
sarei dovuto venire. Rischio di farti finire in
qualche guaio peggiore. Io sono un amichevole Spiderman di quartiere,
non mi
piace far incombere minacce terribili sugli abitanti di questa
città” disse.
Risalì leggermente con la ragnatela.
“No,
aspetta! Non andartene anche tu, come Peter” lo
pregò Mary Jane con tono disperato.
<
Brava MJ! Hai nuovamente fatto la figura della
stupida > si rimproverò. Spiderman si sporse verso di
lei, avvicinando il
suo viso a quello della rossa.
“Mary
Jane, cosa non va? Si vede che stavi piangendo?”
domandò con voce calda. Mary Jane si pulì
nuovamente gli occhiali con l’angolo
del fazzoletto e finì di appallottolarlo.
“Devo
sembrare una sciocca. Ho qui davanti il
supereroe che ho baciato e sto piangendo perché un altro
ragazzo mi ha
rifiutato. Il tuo caro amico Peter mi ha fatto capire che non mi
ama” spiegò
con voce gracchiante. Abbassò il capo e sospirò.
“Ed io ho capito di amarlo
solo adesso, quando in realtà mi piace dai tempi del
liceo”.
Spiderman
fu scosso da un tremito.
Spiderman
ansimò, aveva i muscoli tesi e le gocce di pioggia gli
scivolavano addosso.
<
Se non fossi stato in zona quei quattro uomini
l’avrebbero… no, non ci
voglio nemmeno pensare > si disse.
“Credo di essere
seguita da un eroe!”.
“Mi
trovavo nei paraggi”.
“Sei…sorprendente…Riuscirò mai
a dirti grazie questa volta?”.
Mary
Jane gli abbassò la maschera per metà e lo
baciò. Le labbra carnose di
lei premevano umide contro le sue socchiuse.
“La
verità è che… Ti amo da morire,
Peter”.
Spiderman
deglutì a vuoto un paio di volte.
“Non
volevo ferirti” disse Mary Jane, cercando di
addolcire il tono. Il suo respiro pesante avvolgeva il viso coperto di
Spiderman.
“Io
ho bisogno di lui, del suo amore e non riesco a
nasconderlo…” spiegò Mary Jane.
Singhiozzò e fu scossa da una serie di tremiti.
“Ti
prego calmati, non sopporto di vederti così”
sussurrò Spiderman. La abbracciò e la giovane
ricambiò l’abbraccio. Spiderman
la cullò, continuando a rimanere a testa in giù e
le accarezzò la testa,
passandole le dita tra i capelli vermigli. Mary Jane
inspirò, l’odore di
dopobarba scadente di lui le punse le narici.
<
Ho già sentito questo profumo > pensò.
Accarezzò il collo di lui, il suo petto muscoloso stretto
dal costume.
“Mary
Jane, posso togliermi la maschera?” domandò
Spiderman. Mary Jane si staccò di scatto da lui.
S’irrigidì e vide l’altro
sfilarsi la maschera, serrò gli occhi.
Peter
lasciò cadere la maschera per terra.
“Puoi
aprire gli occhi” la rassicurò. Mary Jane
allungò la mano davanti a sé e gli
tastò la guancia delicatamente.
“Ho
capito chi sei, solo che non voglio ammetterlo per
non perdere anche te” ammise. Sentì che la guancia
di lui era umida.
“Hai
pianto anche tu, vero? Sono sicura che la tuta
sia impermeabile” domandò.
“Sì,
perché ho cercato di allontanarti da me” ammise
Spiderman. Mary Jane a tentoni gli prese il viso tra le mani e lo
baciò. Parker
ricambiò il bacio, socchiudendo le labbra, il battito
cardiaco gli rimbombò
nelle orecchie. Le gote di Mary Jane divennero rosse e le
sfuggì un mugolio di
piacere. Le loro lingue si intrecciarono, le loro labbra si premettero
e a
entrambi si mozzò il respiro. Mary Jane si staccò
e aprì gli occhi, trovandosi
il viso del giovane a testa in giù. Le ciocche castane di
lui ricadevano
scompigliate verso il basso e ondeggiavano. Mary Jane si
abbassò e prese la
maschera di lui, la strinse al petto e si rialzò ritta.
Peter
le prese il viso tra le mani.
“Io
ti ho sempre amata, MJ. Sei la prima cosa che ricordi, la cosa
più
simile a un angelo che abbia mai visto. Sarai una grande attrice ed io
non
voglio carparti le ali. Ho il terrore di farti accadere qualcosa,
ma… non sono
riuscito a starti lontana” ammise. Mary Jane chiuse gli occhi
e lo baciò. Peter
ricambiò il bacio, le loro lingue si intrecciarono.
Fuori
dalla finestra provenivano rumori di clacson, urli e il suono di
sirene che rimbombavano fra i grattacieli di New York.
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