Alla fine del mondo
Disclaimer:
Jason Higgins, Theo, Kerry Campbell e
tutti gli altri personaggi appartengono a Blake Crouch, Chad Hodge,
alla FOX e a chi detiene
i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro
diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun
copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto
rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne
è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
"They carried all they
could bear, and then some, including a silent awe for the terrible
power of the things they carried."
- Tim O'Brien -
Alla
fine del mondo
Il cielo è diventato rosso, la terra nera.
L'ultimo grido si è spento in un rantolo senza
più forma, l'umanità è morta.
C'è silenzio dove prima c'era vita: c'è morte
dove un tempo regnava il futuro.
Un cardellino fissa l'orizzonte, storna lo sguardo sul fiume.
Apre le ali, gonfia il petto - coglie un movimento sospetto alla sua
sinistra.
Un insetto si agita tra le foglie e il cardellino si lancia in
picchiata - conquista il suo pranzo.
Il bosco riposa, quieto.
Tacciono le alte torri costruite dagli uomini, sono caduti i loro
uccelli di metallo, ormai solo grumi di lamiera e cenere.
Il cardellino sposta lo sguardo a est, cinguetta qualcosa che infrange
il silenzio per chilometri.
Sotto, loro
riposano. E aspettano.
****
Razza eletta, Prima Generazione, Chosen
One: diversi nomi, stessa storia.
Non sono stati i primi, non saranno gli
ultimi.
Altri uomini hanno inseguito quell'assurdo sogno, quella crudele
utopia.
Nessuno l'ha mai realizzata, tutti hanno invece conosciuto il sapore
della polvere e del sangue giù per la gola, nel cuore.
Jason è un ragazzino intrappolato in un'idea non sua -
cresciuto per essere quello che è, per agire in tal modo.
Fissa Wayward Pines e vede una speranza e un peso.
Fissa le sue strade, le sue abitazioni, e comprende il dolore, lo
rifiuta.
Studia la sua gente, i loro comportamenti, e qualcosa gli chiude la
gola - un pensiero che lo schiaccia e lo libera al contempo.
Non può cedere (ma vorrebbe tanto farlo.)
Non può farsi vedere debole, incerto (ma lo è.)
Non vuole questo ruolo, i suoi oneri, le sue responsabilità
(ma le ha - se le è prese quando tutto è andato a
puttane mesi prima.)
L'orizzonte gronda
lungo le mura di Wayward Pines, le insanguina.
Jason spegne la coscienza e marcia lungo una strada già
tracciata.
Occhi grandi, attenti.
Postura leggermente sbilanciata in avanti, labbra piene.
Un corpo snello, scolpito dall'evoluzione e dalla sopravvivenza.
Margaret li fissa uno per uno, capisce.
Non parla, ma ascolta.
Ed è questo a
fargli più paura.
Rappresenta il salto evolutivo, il punto zero; il momento in cui la
curva del loro destino aveva preso una parabola discendente.
Theo cerca il suo sguardo, lo coglie pieno di sfumature e pensieri.
E non tutti sono
positivi.
Margaret inclina il mento verso destra, quasi alza un
sopracciglio.
La vendetta è un sentimento che li rende più
simili di quanto voglia ammettere.
Kerry è un profilo sottile, esangue.
La notte ne delinea gli zigomi, le labbra, persino la piega stanca
degli occhi.
Non ha più tempo Kelly, e si aggrappa alla tenda che la
divide dal mondo.
Da ciò che ne
resta.
Il Dottor. Yedlin ha detto che gli Abbie sono come loro, anzi; che sono
meglio di
loro, un passo in avanti nella lunga e spietata evoluzione
della razza umana.
Non voleva crederci. Non poteva. Ma poi ha visto Margaret e i suoi
grandi occhi scuri.
Ha visto una coscienza sul fondo di quella pupilla, un'anima e una
mente.
Ha visto qualcosa e
tanto è bastato.
"Dovevo farlo."
Jason spezza
il silenzio, percorre la stanza a grandi passi - un
animale braccato.
"Dovevo."
Kerry tace, lo ascolta.
Sì, dovevi.
Tutti noi dovevamo. È per questo che
siamo stati costruiti, no?
Il grido degli Abbie cresce, la città trema.
Tutto si sgretola e diventa rimpianto e
sangue.
Vestiti sgualciti, troppo grandi.
Stivali lucidi, sguardo disperato - ossessionato.
Jason calza una pelle non sua, indossa una divisa stropicciata -
sbagliata.
Vuole essere l'eroe di questa storia, Jason, ma non sa cosa sia davvero
un eroe.
Vuole brillare,
vuole vincere,
vuole essere altezza.
Vuole poter essere ricordato, vuole una pacca sulla spalla e un bravo
ragazzo: te la sei cavata proprio bene.
Vuole che la gente lo guardi con ammirazione, rispetto; che il suo nome
non sia solo polvere e
delusione.
Yedlin si ferma all'improvviso, gli afferra il polso e stringe.
"Non hai abbastanza uomini."
Lo so.
"Chiederò aiuto ai civili."
"Li manderai a morire."
Proprio come Pilcher ha
fatto con me.
"Li difenderemo."
Yedlin arriccia le labbra, si scosta come disgustato.
"Stai sbagliando."
Jason gli dà le spalle e avanza - uno due tre, uno due tre,
il giorno della libertà e del pane è appena
arrivato. (1)
Margaret è viva, loro no. (forse non lo sono mai stati)
Gli Abbie si accumulano fuori dalle mura come formiche carnivore,
grattano e gridano e
graffiano.
Jason fissa l'orizzonte, ascolta la paura sussurrargli nelle orecchie e
stringergli il cuore - spappolarlo.
Chiude gli occhi, sospira -
trema.
Il futuro che li aspetta è un sonno così profondo
da essere simile alla morte.
Una vita vissuta nella menzogna; un amore marcito in pochi istanti.
La memoria recide
la speranza, la consapevolezza
uccide ciò
che resta.
Jason getta la cartella clinica di Kerry di lato, le riserva uno
sguardo sconvolto e disperato.
Non è
possibile.
È morto Pilcher.
È morta Pamela (l'ha uccisa lui)
È morta Megan (per colpa sua) sta morendo Wayward Pines (per
colpa sua.)
C'è qualcosa
di sbagliato in me.
L'aveva sempre saputo. L'aveva sempre sospettato.
Corrotto, guasto, putrido
- qui non c'è nessun Chosen One,
nessun prescelto.
Non c'è mai
stato.
C'è solo un ragazzino a cui Wayward Pines ha insegnato a
morire (non a vivere.)
C'è un bambino cresciuto nell'amnio artificiale di un
delirio chiamato futuro,
un uomo che ha amato l'unica donna che non
avrebbe dovuto.
Ma l'aveva fatto
comunque.
Per scelta. Per caso. Per destino. Poco importava, ormai.
Jason slaccia la fondina, estrae il calcio della pistola.
Ucciditi, ucciditi, ucciditi.
"Ehi."
Silenzio.
"Tutto bene?"
La morte avrà i suoi occhi.
Tra le pagine di una storia dimenticata giaceva un ragazzo.
Figlio di Laio, condannato dalla sorte, il ragazzo lottò
contro il destino stesso - tentò di spezzarne le trame e il
giogo.
Ingannato da quello che credeva suo padre, dimenticato dalla madre, il
ragazzo si allontanò da entrambi - cercò allora
il proprio futuro.
Sconfisse la Sfinge, strinse la vittoria in un pugno già
logoro.
Cieco divenne quando seppe la verità, cieco e disperato.
Kerry Campbell. Scotch
Flatts, Idaho.
Un figlio, nato il 27
agosto 2013.
Jason osserva la scena come a rallentatore (la pistola che esce dalla
fondina, le dita di Kerry che afferrano le sue, i gesti bruschi -
frenetici) strattona.
Bam!
Nome del bambino, Jason
Higgins.
Kerry cade insieme a lui.
"Ti hanno insegnato bene all'accademia."
Le sue ultime parole; tutto quello che resta della loro storia.
Kerry osserva il suo sangue (il loro)
sporcare le strade di Wayward
Pines, aggrapparsi agli angoli delle abitazioni e lasciare impronte
sbavate e rossastre.
Gli cerca gli occhi (sempre più distanti) la mano (ancora
tiepida.)
Sul tavolino da caffè una verità che ha
già mietuto la sua prima vittima.
Dovevano essere la Prima Generazione, gli araldi della nuova Epoca
d'Oro dell'umanità.
Dovevano essere perfetti, incrollabili - il prodigioso risultato
dell'educazione di Wayward Pines.
Mario ripete il credo di Pilcher insieme alle lacrime, uno strano grumo
di terrore e muco.
Ben è morto fuori dalle mura, massacrato come un animale.
Frank ha paura di vivere, Lucy di morire.
Oscar si nasconde dentro un camice troppo bianco e troppo grande,
Meadow l'unica ancora che ubbidisce a un pugno di regole senza
più valore.
Kerry chiude gli occhi, si lascia andare a un solo, straziante, lamento.
Wayward Pines
cadrà.
Wayward Pines e le sue bianche mure, le sue menzogne e tutto il dolore
che si è tenuta dentro come una ferita infetta e gonfia di
pus.
Wayward Pines cadrà, si ripete, e stringe la mano di Jason
più forte: a terra, il primo e l'ultimo figlio di
un'umanità che aveva il diritto (e il dovere) di morire
in
silenzio.
****
Il mondo è marcito mentre loro dormivano, un origami di
sangue e carne.
Fuori, l'evoluzione; dentro, un passato che si rifiutava di morire.
I Nuovi Uomini hanno denti affilati, unghie lunghe.
Ringhiano, gridano, uggiolano
- non parlano.
Comunicano con un Io più primordiale, con qualcosa che
c'è sempre
stato - prima di noi, prima del tempo stesso.
È caduta la maschera della casalinga, dell'avvocato,
dell'operaio.
Si è disgregata come il cielo sotto al quale erano
sopravvissuti - un lampo verde e rosso, bum!,
chissà se gli
Stati Uniti si ricordavano d'avere tutte quelle testate nucleari sotto
al culo.
Si proteggono. Si difendono. Condividono risorse e conoscenze.
Agiscono come un'unica
mente - sono un unico corpo.
Il veleno non li ha uccisi, la cenere non è riuscita a
seppellirli.
Il mondo è cambiato;
il mondo è
morto.
Noi, un ricordo sgualcito che ancora si rifiuta d'arrendersi.
"Questo
giorno ti
darà la vita e ti distruggerà."
- Edipo re, Sofocle -
Note dell'autrice: (1)
la frase "il giorno della libertà e del pane è
appena arrivato" è tratta dal brano "Das Horst-Wessel-Lied",
noto anche come "Die Fahne hoch", l'inno del Partito Nazionalsocialista
Tedesco dei Lavoratori dal 1930 al 1945.
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