Qu'est-ce qu' il est passé cette soirée?

di little_budina
(/viewuser.php?uid=946704)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


In realtà Asia non sapeva con certezza quello che era successo quella notte. Era a casa di Jane, c’era l’alcol, le sigarette, e poi il buio. E poi era successo.

Era successo quello che non sarebbe mai dovuto succedere. Aveva sentito le urla, aveva visto una macchia sul pavimento. Cos’era? Sangue? No, forse era la sangria rovesciata, che si sperdeva, una macchia cremisi sul pavimento bianco. Bianco… forse era celeste… no, no, erano le pareti ad essere celesti. 

E poi…

“Asia! Asia! Ma che cazzo… alzati forza, alzati!”

Qualcuno la stava scuotendo, le mani sottili che stringevano con forza un paio di spalle pallide e ossute. Le sue. Asia portò lo sguardo sulla ragazza che aveva di fronte: Yumi, la sua coinquilina. Era una ragazza tranquilla e riflessiva, ed era giapponese, anche se parlava benissimo il francese (in fondo erano ormai 5 anni che viveva a Marsiglia). I suoi occhi scuri erano un calmante per l’anima, un unguento che lisciava e guariva, capace di far dimenticare qualsiasi turbamento. La frangetta le cadeva morbidamente sul viso, i capelli neri disegnavano un’aureola nera intorno al suo ovale perfetto. 

Socchiuse gli occhi nocciola :”Che è successo ieri sera? Tu lo sai vero?”

chiese, la voce tremula.

Asia sgranò gli occhi, sentì i conati di vomito arrivare, e prima che Yumi potesse fare qualcosa, iniziò a vomitare. La gola bruciava terribilmente, si sentiva soffocare. Quando finì si distese sul letto…

Sentiva la voce di Yumi arrivarle da lontano, come se loro due fossero alle estremità opposte di un tunnel.

Una volta l’amica le aveva detto che il suo nome significava sogno in giapponese. Aveva un senso, aveva pensato allora, ma in quel momento non riusciva a trovare nulla di poetico in quel nome. Trovò invece un nuovo pretesto per vomitare.

Di nuovo.

Yumi imprecò, ma Asia non capiva più nulla.

Solo una frase, impressa a fuoco nella mente, proprio davanti agli occhi, e lei sapeva che urgeva una risposta: cosa era successo ieri sera?





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3624197