Le cronache di Aveiron: Miriadi di battaglie

di Emmastory
(/viewuser.php?uid=823162)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Le-cronache-di-Aveiron-IV-mod
 
 
Capitolo XXXIX

Il tutto per tutto

In un letterale e intangibile soffio di vento, un’altra lunga settimana era passata. Tutto era calmo, ma essendo al corrente di una guerra ormai sempre più prossima e vicina a scoppiare, non riuscivo a non insospettirmi. Ad ogni modo, dopo parecchio tempo, avevamo tutti deciso. Di comune accordo, avevamo ricominciato il nostro viaggio. Forse era stata una scelta folle, e lo sapevamo, ma assieme a questo, un secondo pensiero si era annidato nelle nostre menti. Non potevamo arrenderci né fuggire, o almeno non senza lottare. “Dove sono?” sibilai, camminando per le strade di Aveiron e tenendo la mano di Terra, impegnata a seguirmi in silenzio e stringere la daga ricevuta da poco in regalo. “Si nascondono.” Mi rispose Soren, riuscendo a sentirmi. “Conigli.” Una parola che squarciò un silenzio durato pochi istanti, e che sorprendentemente, abbandonò le labbra di Terra. Aveva appena cinque anni, ma stava maturando, e già ora, aveva capito ogni cosa. Conosceva la paura, il dolore e il pericolo, e nel suo piccolo, desiderava combattere e aiutare noi, il suo gruppo, la sua grande e allargata famiglia. “Sono piccola, ma anche coraggiosa.” Ripete ormai da giorni, quando persone come suo zio Drake o sua nonna Katia cercano di farla desistere e ragionare, ricordandole che a soli cinque anni d’età il suo posto è nella sua cameretta piena di bambole e giocattoli. “Non li voglio, voglio fare del bene. Per tutti, ma soprattutto per papà e mamma. “Ma è pericoloso! E tu sei una bambina!” continua a dirle anche la zia Alisia, sperando di convincerla. Per pura sfortuna, ma forse anche a causa della dolce caparbietà della nipote, fallisce miseramente. “Non è vero. Sono grande, e posso combattere come tutti gli altri.” Un ragionamento che dal suo punto di vista non fa una grinza, e che sento ogni volta che qualcuno tenta di frapporsi fra lei e questa sua idea. Vuole davvero fare del bene per tutti noi, e sembra che nulla possa fermarla. Essendo sua madre, sento il cuore riempirsi di gioia e orgoglio, ma al contrario, la mia mente si riempie di dubbi. Ce la faremo? Ne usciremo vivi? Il nostro intervento scriverà una pagina del futuro di Aveiron? Non lo sappiamo. Nessuno di noi lo sa, ma fra un passo e l’altro, mi guardo intorno, non vedendo altro che forza in varie forme. Il coraggio di Stefan, la prontezza di Soren, la fiducia mia e di Samira in quelli che consideriamo i nostri eroi, e ultimo, anche se non per importanza, l’entusiasmo di Terra, come sempre ingenuamente dolce e stavolta decisa a muoversi per ciò che crede giusto, ovvero la salvezza, se non di tutta Aveiron, almeno nostra. Un tratto che fa coppia con la sua testardaggine, e che ha sicuramente ereditato da quel grande e impavido combattente che ha per padre. Guardandoli entrambi, mi viene davvero da piangere, e mentre ogni passo del nostro cammino ci avvicina al loro al luogo in cui si nascondono in attesa di attaccare, mi sento pronta, ben sapendo che è giunta per noi l’ora di agire, muoverci e tentare il tutto per tutto.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3627251