When I say it doesn’t hurt me, it means I can bear it.

di Alexys_Tenshi
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Note: Questo secondo capitolo è composto da due drabble. La prima è ambientata dopo qualche mese rispetto al capitolo precedente. La seconda ho provato ad ambientarla poco prima della fuga di Killua per l'esame di Hunter.
Non so se il prompt sia "giusto" a me sembrava quadrare. ♡

Alexys
 
When I say it doesn’t hurt me, it means I can bear it.


2. Cambiato dal sangue [100+100]

Correre più veloce che può è diventato il suo scopo. Tutto è nero, non si intravede una singola luce. Sente le gambe cedere e il respiro diventare irregolare. Si gira ma non vede nessuno. Eppure Killua continua a correre. Sa bene che non può fermarsi.
La sensazione di qualcosa di caldo sulla sua spalla, di vischioso tra i suoi capelli è arrivata. L’odore pungente e ferroso gli impregna le narici.
Sangue che cola sul suo corpo. Sangue altrui. I suoi occhi vedono tutto rosso.
Killua si sveglia sudato e tremante. Ancora una volta il solito incubo.
Il sangue lo terrorizza.
 
Il pugnale è pregno di sangue scuro. Killua lo osserva con occhi vacui ed un sorriso si forma sul suo viso. Passa un dito sulla lama, sentendo la consistenza del sangue e il freddo della lama sulla sua pelle.
Si inginocchia accanto al corpo, la mano sinistra preme sulla ferita mortale che ha inflitto alla donna.  Sente lo squarcio della pelle, il sangue tingere come tempera il suo palmo.
Ride sempre più forte.
Un rumore improvviso lo fa tornare alla realtà. Un corvo becca la finestra della sua camera. Scende dal letto e guarda l’animale.
Avvertimento. Deve scappare di casa.




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