Episodio 146: Il settimo
Mi chiamo Nicholas Hunt e questo è l’ultimo
episodio di questa fanfiction. Sono il cugino di Sarah Hunt e i miei
genitori sono morti da molto tempo ormai.
Vi starete domandando se ci siamo già incontrati prima e
permettetemi di rispondervi, anzi no. Vi terrò sulle spine
almeno fino alla fine dell’episodio!
Aaron cadde a terra, morto. Morto davvero questa volta.
“Che sciocco. Alla fine anche lui è un ragazzo
sciocco come tutti gli altri. Dare la vita per una ragazzina come te.
Non sei mai stata utile, nemmeno quando avevi il ciondolo viola a tua
disposizione.”
“Come osi?” Sonia smise di abbracciare il corpo di
Aaron e saettò verso Demon con foga: “Noi non
siamo dei perdenti! Noi siamo un gruppo. Siamo uniti e non ci
arrendiamo solo perché tu sei più
forte.”
“Sei seria?” Demon aprì la bocca per
parlare, ma in quell’istante una figura incorporea vicina al
corpo di Aaron attirò la sua attenzione.
“Cos’è?” Chiese Marco mentre
si asciugava le lacrime: “Chi è quello?”
Poi ne apparve un’altra, e un’altra figura umanoide
ancora. Erano come fantasmi che stavano in piedi attorno ad Aaron.
Demon spalancò gli occhi e disse: "Gli esseri umani sono
stati nascosti nella Dimensione delle Ombre. Questi sono spiriti. Cosa
sta succedendo?"
Mentre Demon indietreggiava, questi spiriti si rendevano sempre
più palpabili, ma rimanendo sul confine tra un fantasma e un
essere vivo.
"Sono fantasmi?" Disse Marco a voce bassa. Subito dopo, questi spiriti
cominciarono a parlare. Dicevano parole all'apparenza incomprensibili.
Ma poi fu più chiaro il loro lamento:
"Angelo della Morte, che sei il mio custode." Dicevano in coro:
"Risveglia il Silenzio e mantieni l'equilibrio."
"È una preghiera!" Gridò Dave: "Stanno pregando
la morte di rinascere?”
"Non capisco, cosa succede?" Ripeté Sonia.
Subito dopo il corpo di Aaron si sollevò a mezz'aria e una
forte luce verde abbagliò i dintorni. Il Ciondolo Verde,
ora, era sospeso sul ragazzo e lampeggiava come un segnale di pericolo.
“Ma…” Demon scoppiò in un
grido inumano: “Com’è
possibile?”
“Avresi dovuto controllare meglio il ciondolo che ti ha
dato.” Disse Sonia con un tono di disprezzo.
“Gli ha dato il ciondolo di Sarah…”
Disse Alex: “Ma era verde! Ho visto Demon che lo
fissava!”
“E allora? La vernice verde che ho usato è quella
che si usa per colorare il vetro! Non l’ho nemmeno pagata,
perché il negozio era vuoto. Gli esseri umani al suo interno
erano spariti, ne sai qualcosa, vecchio mio?” Disse Sonia con
un tono piuttosto ironico: "Era tutto deciso!"
Demon rimase shockato e io fui sorpreso di vederlo così in
preda al panico.
“Ora neanche se tu volessi potresti usare i nostri ciondoli
perché l’altare che hai usato per assorbirne i
poteri è andato distrutto, no? Beh, era nei nostri piani
fare in modo che lo distruggessi con una tua tecnica in un modo o
nell’altro, così che tu non potessi più
usarlo. Sei incompleto, Demon!”
Demon gridò così forte che le onde del mare
cominciarono ad abbattersi violentemente sulle coste circostanti. Il
cielo si riempì di nubi subito dopo e un forte raggio verde
colpì Aaron, tanto che Sonia dovette allontanarsi. Quando il
raggio si dissolse, Aaron era sospeso a mezz'aria. Sveglio.
“Avanti, Demon! Questo è l'epilogo. Nicholas Hunt
vorrebbe vederci ora!”
“Non osare nominarlo! Fiamme Arcaiche!”
I fantasmi, allora, dissero all'unisono: “Potere Sospeso del
Silenzio!” poi si dissolsero.
Le fiamme arcaiche che Demon vomitò con fragore cominciarono
a vorticare attorno ad una bolla verde che si generò attorno
ad Aaron, fin tanto che alla fine il ragazzo sparì dietro ad
un tornado di fuoco, per poi riapparire con le sembianze di Seraphymon.
Accadde qualcosa di imprevedibile a quel punto, poiché il
castello cominciò a crollare su se stesso, al che tutti i
Prescelti uscirono e dentro rimasero solo i Digimon.
“Demon! Ormai il tuo potere, per quanto esso sia imponente,
è di fronte ad un muro invalicabile.”
“Il mio potere sopraggiunge sempre alla vittoria, in un modo
o nell’altro, Aaron Saturn, tu sei solo l’ultimo
ostacolo che mi resta da abbattere! Fiamme Arca…”
“Macrosfera Angelica!” Esclamò
Seraphymon, ma Demon si scansò e il colpo uccise GodDramon,
tagliandogli la testa.
Marco abbassò il capo nel vedere “il suo
Digimon” morire tra le macerie, ma si vedeva che non era
deluso dal comportamento del fratello.
“Fiamme Arcaiche!” Ripeté Demon.
Il fuoco era così potente, che benché i Prescelti
si fossero rintanati in una zona ben protetta, riuscivano comunque a
percepire non il calore, ma bensì il bollore del fuoco che
circondava lentamente ogni cosa, sciogliendo ogni sostanza.
Ben presto, le fiamme riempirono il mare, sostituendo l’acqua
e tutto l’arcipelago fu avvolto da una triste luce arancione.
“Quanta potenza.” Disse Dave desideroso di prendere
parte alla lotta. Ma ormai non poteva: aveva perso il suo Ciondolo, e
Lopmon con lui.
“Fiamme Arcaiche! Fiamme Arcaiche!”
“Macrosfera Angelica!”
I due attacchi impattarono a mezz’aria e al loro scontro si
sollevò un forte tornado che circondò
l’isola.
Giuly non aveva mai assistito a qualcosa di simile, nessuno dei suoi
attacchi avrebbe mai ricreato un uragano di quelle proporzioni.
D’un tratto una luce dorata balenò dalle ali di
Seraphymon, che raggiunse Demon, lo scaraventò a
mezz’aria e gridò: “Alone
Abbagliante!”
Ancora una volta una tempesta di fulmini si abbatté su
Demon, ma questa volta essa era molto più collerica della
prima e Demon non sembrava riuscire a liberarsi.
Era come se, dopo la morte del suo Digimon, Aaron fosse diventato tanto
inarrestabile quanto lo era Demon. Ed entrambi erano a conoscenza di
questo fatto.
Per questo non mi stupii più di tanto nel vedere Seraphymon
illuminarsi nuovamente, una volta che Demon fu precipitato tra le
macerie del suo stesso castello, e regredire allo stadio di
“Essere umano”.
Aaron Saturn si avvicinò a Demon con calma e
serenità. Ma c’era qualcosa di strano in tutto
ciò. Dietro di lui, gli ologrammi di Angemon, MagnaAngemon e
Seraphymon, lo fissavano e facevano il tifo per lui, silenziosamente.
“Ha intenzione di smettere di lottare, ragazzo?”
“No, vecchio mio. Ricordi? Il destino ci sta portando dove tu
gli hai ordinato di condurci.”
“Ti ricordi la profezia che hai fatto sul tetto del Duomo,
prima degli eventi di Venezia? La trovasti in antiche
rovine… giusto? E se ti dicessi che in realtà
quella profezia si riferiva al presente e non al passato? Il silenzio
che tanto ti vanti di controllare, Aaron… rimarrai anche tu
preda dell’essenza della morte.”
Aaron scosse la testa: “Il silenzio non è solo
morte, vecchio mio! Il silenzio non è solo la sofferenza che
si prova nel vedere le persone che amiamo soffrire. Il silenzio
è soprattutto la crescita che viviamo facendoci forti di
tutte le esperienze negative che viviamo! Che sia la morte di un amico
o del nostro primo amore. Che sia vedere nostro padre stroncato da un
tumore o il tuo rivale che credevi di conoscere che ti attacca e
minaccia di morte tuo fratello, non conta! Il silenzio è
tutto ciò che può aiutarci a maturare! Il
silenzio è vita!”
“Io non ci vedo nulla di vivo in quello che stiamo
facendo.”
“Non lo so, vecchio mio. Ripeto che sei stato tu a condurci
fin qui.”
Demon aprì gli occhi. Aveva capito che il suo piano non
avrebbe mai avuto successo. Aveva sbagliato tutto in partenza. Aveva
tralasciato troppi dettagli perché il delitto perfetto
potesse accadere. Ormai era all’apice di una battaglia che
stava per perdere. O forse… che non avrebbe mai avuto un
vincitore.
I prescelti si avvicinarono quando bastava per assistere allo scontro
in prima persona.
“Sei un folle, Aaron Saturn! Fermati finché
puoi!” Gridò Demon: “Non puoi avere
così poco a cuore la tua stessa esistenza.”
“Ho troppo a cuore l’esistenza di qualcun altro,
Demon… mi spiace!”
Aaron, quindi, tornò verso Angemon e gli chiese:
“Dov’è Patamon?” In effetti,
il Digimon mancava all’appello: gli ologrammi di Angemon,
MagnaAngemon e Seraphymon, però, risposero più o
meno tutti allo stesso istante indicando Aaron.
“E’ dentro di te.” Disse Angemon.
“Perché mi hai scelto?” Chiese:
“Sapendo che… anche tu speravi
che…”
“Sì. E ci spero ancora, davvero. Ma questa storia
ormai è giunta al termine, come hai detto tu, hai detto che
avresti messo la parola fine alla leggenda, ricordi?”
“Voglio che lo facciamo insieme.” Disse Aaron, poi
si rivolse ai Prescelti e ai suoi fratelli.
“Sonia, Dave, voi siete gli amici più cari che ho
avuto in tutti questi anni e vi chiedo scusa. Ma dovete promettermi che
una volta che tutto tornerà alla normalità
penserete voi a Marco e a Mirco.”
“No!”
“Il mio tempo è finito qui.”
“No!”
“Vi ricorderò per sempre, amici miei. Grazie di
tutto. Testamento.”
Quello che accadde dopo non mi fu ben chiaro. Una forte luce
investì le isole, e tutto tornò alla
normalità. Gli esseri umani tornarono al loro posto e anche
l’acqua del mare tornò a sostituire le fiamme. Il
meteorite, beh, rimase sul fondale, ma ogni sua radiazione era stata
precedentemente assorbita da Demon, quindi non ne rimase molta in
giro…
In quanto a Demon e a Aaron, quest’ultimo procedette
barcollando verso il suo rivale. Si portava una mano sul fianco,
premendo forte, come se stesse patendo un forte dolore.
Tese la mano a Demon, che stava lentamente scomparendo.
“Perché? Perché non cadi?”
Aaron guardò Demon con uno sguardo colpito e rispose:
“Tu, invece? Alzati, Vecchio mio! Tu non sei fatto per stare
inchinato!”
“Mi tendi la mano come se fossimo amici!”
“Avanti, vecchio mio! Chi di noi due sapeva davvero cosa
fosse l’amicizia? Io ho capito il vero significato
dell’amore poco fa, prima di uccidere Lukas! La
verità è che entrambi non disponevamo della
potenza necessaria a distruggerla.”
“Distruggere l’amicizia?”
“La vita.” Lo corresse Aaron: “Guardali.
I Prescelti sono stati fantastici. E gli hai scelti tu. Non avresti mai
immaginato che avrebbero dato del filo da torcere, eh! Noi siamo
amici.”
Demon guardò Aaron con uno sguardo strano e disse:
“Amici? Sicuro? Aha! Ci stavamo massacrando fino a poco
fa!”
“Tra amici si litiga, no?”
“Non mi dirai che Lukas...?”
“Sì, Demon. Io. Io sono stato l’unico
che non hai potuto controllare? O forse il tuo errore risiedeva
altrove… te l’ho detto, sono un bravo
attore.”
“Aaron!” Gridò Marco e con Mirco corse
vicino a lui.
Mirco afferrò il fratello per il braccio che teneva stretto
all’anca e quando esso si staccò, Marco e Mirco
videro una scia di piccoli dati liberarsi nell’aria.
Scoppiarono in lacrime e lo abbracciarono.
Così, mentre Demon si rialzava a testa alta, Aaron cadeva in
preda ad un attacco di dolore profondissimo.
Ma fu Demon stesso a tenerlo in piedi, dicendo: “Non mi
rialzo se poi tu cadi, amico mio.”
“Devo chiedervi scusa, ragazzi. Ma ho pensato solo al vostro
futuro. Ora sto morendo, sto morendo per davvero. Ma vi prego, non
pensiate di essere da soli, avete ancora sei persone su cui contare.
Eccoli, li vedete? Sono i migliori in assoluto! Li ha scelti Demon,
sapete… Ugh!”
“Non ti sforzare! Puoi ancora curarti!”
Esclamò Marco.
“No, non posso. Vi prego di perdonarmi. Non vi abbandono al
vostro futuro. Io ci sarò sempre, vi guarderò
dall’alto e vi sarò vicino. Ma non crediate che vi
passerò le soluzioni agli esami!”
I due fratelli sorrisero. Aaron aveva sempre avuto il potere di farli
sorridere.
In mezzo alla foresta, dove prima sorgeva il castello di Demon, il sole
era tornato a sorgere, il tempo aveva ripreso il suo corso.
“Andiamo.” Disse Demon: “Per noi la
strada è ancora lunga.”
“Addio!” Esclamò Aaron ai ragazzi:
“Grazie per avermi fatto sentire parte di voi, Prescelti, non
vi dimenticherò mai.”
Fu in quell’istante che vidi, Lilithmon, Patamon e tutti gli
altri, e Lukas. Li vedeva come fossero lì in carne e ossa. E
non si stava sognando tutto. No, perché anche Demon li
vedeva e a tal proposito disse: “Eccoli, sono qui
perché non ci hanno mai lasciati! Devo loro delle scuse e
devo farlo prima che mi passi la voglia!”
Anche se nessuno capì il significato di quelle parole, per
Aaron fu molto importante sentirgliele dire.
Fu così che Aaron Saturn e Demon sparirono nel nulla,
insieme, divenendo solo un lontano ricordo.
Un anno dopo…
“Sonia! Hai finito o posso entrare? Devo truccarmi anche
io!”
Sabry continuava a bussare ferocemente sulla porta del bagno di Sonia,
che si spalancò.
“Non potevi farlo a casa tua? Non voglio arrivare tardi alla
messa in commemorazione di Payass che i suoi genitori hanno intenzione
di fare ogni anno. Voglio sentire le belle parole che usciranno dalla
bocca di sua madre e dei suoi parenti! Ho preparato anch’io
un bel discorso da fare davanti a tutti!”
“A meno che tu non voglia farti cacciar fuori dalla casa di
Dio, ti conviene non leggerlo!” disse l’altra dal
bagno.
“E’ buffo… la mattina in cui tutto
è cominciato mi trovavo qui e mi stavo preparando per andare
a scuola… non avrei mai immaginato che… mi manca
Palmon e mi mancherebbe anche Aaron se in realtà non fosse
mai stato interessato a me!”
“A chi lo dici… non riesco a non pensare a
Salamon… ma non dire che non ti manca Aaron…
sappiamo tutti che il vostro legame era molto forte! A proposito di lui
e dei Digimon… so che ci siamo ripromesse di non alludere
mai più a quel nome, ma non ho ancora capito chi
è questo Nicholas Hunt! Esiste sicuramente,
perché – uscì dal bagno –
Giuly ha detto che ha lasciato un messaggio a Bonfatti sulle
carte…”
“Il messaggio del re di picche? In ogni caso, Aaron
concordava sul fatto che era un ragazzo che voleva essere dimenticato
e…”
“Marco e Mirco mi hanno inviato questa foto! Sono loro due al
mare, dicono che si stanno divertendo!”
“Certo! Noi siamo qui a studiare e loro al posto che
prepararsi alla maturità se la spassano ai tropici! Tipico
da parte loro! Sono uguali al fratello, dopotutto! Comunque non ho mai
letto quel messaggio! Quello di Bonfatti intendo!”
“Oh, guarda, ho tenuto la foto nel cellulare!”
Le mostrò la foto delle trentanove carte dispose su un
tavolo:
“… i fantasmi del passato è
meglio lasciarli dove sono. Lei ha contribuito alla morte dei miei
genitori. Ho una brutta sensazione.” Disse Sonia a
bassa voce.
“Sì, esatto! Un tipo un po’
eccentrico.”
“Sabry… mi riassumeresti il significato di queste
ultime righe?”
“Sì, sicuro! Credo che Hunt volesse dire che non
bisogna ricordare degli eventi passati che non è importante
rivivere e che Bonfatti ha contribuito alla morte dei suoi genitori. E
poi ha detto che ha una brutta sensazione, perché?”
“Beh, it’s amazing! Non mi
avevate detto che era saltato fuori che qualcuno dei tizi che
parteciparono alla missione aveva tradito i propri compagni? E se quel
qualcuno fosse Bonfatti? In tal caso si spiegherebbe l’ultima
parte, in cui viene detto che ha contribuito a uccidere i genitori di
Hunt. La madre, catturata e uccisa da Demon e… beh, presumo
che il padre sia morto di cancro in seguito alle radiazioni dovute a
degli esperimenti volti a riaprire il portale che tenne nella disperata
speranza di ritrovare la moglie nel mondo digitale, nonostante fosse
morta. Secondo me è morto più di follia, che di
cancro! Ma sono solo supposizioni!”
“Ma che c’è di entusiasmante?”
Chiese Sabry.
“Oh, beh, magari se rileggessi le ultime righe modificando un
po’ il testo…”
“Continuo a non capire…”
“In ogni caso, chi ha fatto sparire gli esseri umani un anno
fa durante lo scontro con Demon? Tu l’hai capito,
Sabry?”
“No… ma tu sapevi che Natan Arsuor ed Aaron erano
due persone distinte?"
Sonia sentì la sua spina dorsale bloccarsi.
Guardò Sabry con quello sguardo tipico di chi ti prende per
pazzo.
"Come sarebbe?"
"Ci siamo dimenticati di parlarne con Aaron, ma mi sono ricordata che
al compleanno di Payass, tre anni fa, ho conosciuto Natan Arsuor di
persona."
"Ma che dici, è impossibile!"
Sabry scosse la testa e ribadì: "Non direi. Ricordi che Dave
stava riprendendo la festa con la telecamera che gli ha regalato suo
papà? Beh, dopo aver sconfitto Lilithmon me ne sono
ricordata e in effetti Natan ed Aaron erano due persone distinte."
Sonia rispose. E lo fece con un tono che lasciò trasparire
una preoccupazione che andava oltre la vicenda di Demon: "Ora capisco
parecchie cose..."
Il lunedì successivo, ricorreva il giorno in cui la
città aveva deciso di ricordare le sparizioni avvenute
durante il soggiorno di Lilithmon sulla terra, i Prescelti Neri, il
preside, Sarah e Aaron Saturn.
La scuola decise di tenere una specie di incontro sulla sicurezza nelle
scuole, eccetera, cose in realtà insignificanti.
Ma nessuno poteva sospettare dei Digimon, perché il governo
aveva messo a tacere tutti gli indizi che potevano ricollegare
Digiworld al mondo reale.
Sabry, Dave, Sonia e tutti gli altri tornarono nella loro vecchia
scuola per l’occasione.
Alla fine dell’incontro, mentre camminavano verso il
cancello, stringendosi per mano, i miei amici ebbero come
l’impressione che qualcuno gli avesse sorpassati, procedendo
in senso opposto a loro, ma quando Sonia e Dave si voltarono non videro
nessuno.
“E’ brutto… tante morti in una volta.
Una storia tragica.” Affermò Alex: “Ma
dobbiamo andare avanti.”
“Eppure io so che loro sono ancora lì e ci stanno
guardando. Sono sempre con noi. I nemici e gli amici sono
ciò che ci aiuta a diventare adulti. Noi oggi siamo quegli
adulti.” Disse Theo.
“Forse ora Aaron ci sta guardando proprio dalle vetrate della
scuola.” Disse Sonia.
“Ora che ci penso… come faceva Aaron a sapere
delle fotografie in casa di Sarah? Come poteva sapere della donna
bionda e dell’uomo moro e anche se le avesse viste, come
faceva a sapere che erano proprio loro gli umani che si sacrificarono?
Come, visto che Sarah non aveva in alcun modo avuto
l’occasione di metterlo al corrente?” Chiese Sabry.
“Se sostituissi il finale del messaggio scritto a Bonfatti
con: bisogna dimenticare chi vuole essere
dimenticato… ho una brutta sensazione. Chi ti
ricorderei?”
Sabry si guardò attorno.
Eh sì, Moonlight. Avevate la soluzione sotto il naso e non
ve ne eravate accorti.
I genitori di Aaron Saturn erano morti molto tempo prima. E Marco e
Mirco ora sono ai tropici! Un po’ distanti per avere
informazioni da loro, eh?
Quel giorno, i miei amici si resero conto di quanti segreti avevo
portato via con me, quel giorno di un anno prima.
Alla fine, Demon li aveva capiti. Con il suo ultimo sguardo, Demon
aveva messo a nudo tutti i miei segreti, dal primo
all’ultimo. E nonostante il mio passato, mi prese per mano e
mi accompagnò verso il destino.
C’è una ragione particolare per cui sono rimasto
nell’ombra fino alla morte, non potevo permettere che Demon
sapesse chi fossi. Perché se fosse accaduto, non avrei
potuto riportare tutto alla normalità. Avrebbe avuto la
certezza di potermi controllare e non potevo permetterlo. E io non
sarei senz’altro mai riuscito a sconfiggere il mio Signore
Oscuro senza sacrificare me stesso.
Ma non siate tristi per me, amici miei.
Ora sono felice. Ora ho trovato la pace. Ho ritrovato Lukas, e tutti i
nostri rivali, con cui ora rido e scherzo, ripensando ai vecchi tempi!
Demon è felice, ed è importante che lo sia!
Passiamo molto tempo insieme, tutti quanti. Io, Palmon, Salamon e tutti
gli altri Digimon. La possibilità di riconfigurarsi a nuova
vita gli è stata negata. Ma non sono tristi per questo.
Ora sto procedendo verso la scuola, siamo tutti qui oggi
perché ci hanno ricordati con una bellissima cerimonia.
Tutti i miei amici mi hanno ricordato per le mie doti migliori: la
disonestà, volta a un fine più grande,
l’amore verso i miei fratelli, la mia bravura con la
matematica e con il flauto traverso, la mia capacità di
mantenere il sangue freddo e di nascondere i miei sentimenti per non
far preoccupare i miei amici.
Tutti i Prescelti si sono ricordati di me e, lontano, anche i miei
fratelli pensano a me tutto il giorno. E io li osservo, li aiuto, anche
negli esami!
Gli sto vicino, sempre e comunque.
Ciao, Sonia, Dave, Theo, Sabry, Giuly, Alex… vi voglio un
mondo di bene. Ora siete lì, fermi, a guardare questo
cancello aperto dietro al quale ci sono io, c’è
Demon e ci sono gli altri, che facciamo il tifo per voi tutti i giorni
della vostra vita! Saremo con voi quando vi laureerete, quando avrete
dei figli, quando sarete nonni. Vivremo con voi gli splendidi momenti
che avremmo voluto vivere anche noi. Saremo felici con voi e vi
asciugheremo le lacrime quando piangerete. Vi amo, amici miei. E non
cambierei un singolo istante della mia breve vita per nulla al mondo.
Riuscirete mai a perdonarmi per avervi tenuto nascosta la mia
identità? Ora devo andare. Ma io sono sempre qui, per voi.
Per ringraziarvi, per avermi reso parte di un’avventura che
non capiterà mai a nessun altro. Ah, Sabry, Lilithmon dice
che il tuo nuovo ragazzo è un poco di buono, quindi attenta,
perché se lo dice lei… dice che ha una collezione
di foto compromettenti di un paio di ex… e ti garantisco che
è vero! Addio, amici! Addio da parte di tutti noi, addio e
grazie infinite. Addio. Forse un giorno partirete per una nuova
avventura. Ma questa è un’altra storia, amici miei.
Vostro per sempre,
Nicholas Hunt,
il Settimo Prescelto.”
FINE CAPITOLO 146
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