ReggaeFamily
Hunters
Jade:
ragazzi siamo al 3500 likes su fb!!!!
Nat:
Ma tu alle sei e mezza controlli facebook?
Jade:
eh sai mentre mi preparo per scuola..
Mark:
Spacchiamo ;) è grazie al singolo
Nat:
Certo bro, coi tuoi riff di chitarra...
Tom
si maledisse per l'ennesima volta; aveva dimenticato di mettere in
silenzioso il cellulare e ora l'avviso di una serie di messaggi su
WhatsApp gli stava facendo perdere le staffe. E chi poteva essere se
non quei pazzi dei suoi compagni di band?
Erano
le sette meno cinque, decisamente troppo presto. Del resto il pullman
sarebbe passato alle otto meno dieci, quindi lui voleva sfruttare
tutto il tempo che aveva a disposizione per crogiolarsi nel caldo
accogliente delle coperte.
Tom
era un ragazzo di diciotto anni che amava suonare la batteria; la sua
pigrizia cronica era ormai famosa in tutto il continente, e di
conseguenza il suo ritardo per ogni cosa.
Per
evitare che la suoneria disturbasse ancora il suo dormiveglia dovette
afferrare il cellulare e, dato che ce l'aveva in mano, lesse i
messaggi.
Si
ritrovò a sorridere tra sé e sé: da pochi giorni
era stato pubblicato il loro primo singolo accompagnato da un modesto
videoclip e bisognava ammettere che stava riscuotendo un discreto
successo.
Non
era facile emergere per un gruppo rock qualsiasi di un paesetto
qualunque degli Stati Uniti, ma per il momento Tom e i suoi amici
pensavano a divertirsi e diffondere la loro musica più che
potevano.
Mezz'ora
più tardi il batterista fu costretto ad alzarsi. Aveva
impostato come sveglia proprio il nuovo brano della band, Voices
In Your Head, che cominciava con un colpo secco sul rullante e un
grido della chitarra distorta al massimo; si può solo
immaginare quanto fosse traumatico il risveglio del ragazzo ogni
mattina, però quel metodo funzionava e lui non poteva fare a
meno di lasciare il suo letto.
Mentre
Tom si trovava – miracolosamente – in pullman e tentava
di calmare il fiatone provocato dalla corsa, aprì
l'applicazione di facebook e constatò che la pagina degli Evil
Hunters aveva raggiunto 3502 likes. Era un grande traguardo per loro.
Era
un freddo pomeriggio di febbraio e gli Evil Hunters al completo si
trovavano nella mansarda della casa di Tom per le prove.
“Stamattina
quando ero al lavoro mi è venuto in mente questo giro.
Sentite!” esclamò Nathan, imbracciando il suo basso e
concretizzando l'idea che gli frullava in testa da ore ormai.
Nathan
aveva diciannove anni, lavorava in una piccola impresa edile e
appariva come il classico ragazzo svampito.
“Aspetta...
fammi sentire di nuovo... secondo me per la prima nota ci starebbe
meglio un do. Prova” gli consigliò Mark, facendo volare
il suo plettro in aria e riprendendolo tra pollice e indice.
Il
bassista ritentò e gli altri tre convennero sul fatto che
quella linea di basso fosse una buonissima base per una nuova
canzone.
Tom
quindi impugnò le sue amate bacchette e prese a improvvisare
un ritmo finché i due non furono in sintonia.
“Cazzo,
ma che ha questo coso?” inveì Jade, cantante e
chitarrista ritmica del gruppo, armeggiando con il suo cellulare e
sbattendolo ripetutamente sul bracciolo della poltrona in cui
stazionava.
Jade
aveva quasi diciannove anni e, nonostante la corporatura esile, non
esitava a portar fuori il suo carattere forte e in certe occasioni
per niente femminile. Non sarebbe potuta sopravvivere altrimenti in
una band formata da soli maschi.
“Cosa
ti ha fatto adesso?” s'informò Mark, avvicinandosi a
lei.
“Dovrebbe
uscire la nostra pagina qua, di lato, dato che sono
amministratrice... ecco, per qualche strano motivo non compare!”
spiegò la ragazza spazientita.
“Magari
il sito ha dei problemi. Riprova più tardi” tagliò
corto Mark con la sua solita aria serafica e rilassata.
Mark,
l'hacker del quartetto, aveva vent'anni e quando si esibiva dava
un'immagine totalmente sbagliata di sé: la folta chioma di
capelli mossi e gli assoli folli che si inventava con la chitarra
erano in contrapposizione con il suo essere tranquillo e quasi
flemmatico.
“Un
attimo! Non c'è neanche sul mio profilo!” intervenne
Nathan, grattandosi la testa quasi pelata per via del cortissimo
taglio di capelli.
“E
chi se ne frega adesso? Non stavamo suonando?” fece notare Tom,
lanciando un'occhiata annoiata ai suoi amici da sotto la visiera del
cappellino che indossava.
“Okay.
Ricordate che, quando ho creato la pagina, ho impostato un'email e
una password a sé stanti in modo che si potesse accedere anche
senza entrare nei nostri profili? Adesso provo ad aprirla così”
decise Mark, ignorando del tutto il batterista.
Il
chitarrista prese posto sul bracciolo della poltrona accanto a Jade e
tirò fuori un cellulare talmente grande che si sarebbe potuto
scambiare per un tablet. Sapeva utilizzarlo con una rapidità e
un'abilità impressionanti.
“Non
mi fa entrare nella pagina” affermò con un sospiro,
cercando di mantenere la calma.
“Come
sarebbe a dire? Cazzo, ci hanno fottuto la pagina?!” esplose
Nathan.
“Non
vorrei giungere a conclusioni affrettate, magari facebook non
funziona bene in questo momento, ma mi sembra strano. Se non dovesse
ricomparire, c'è solo una spiegazione: un hacker se n'è
impossessato, ha tolto la gestione a tutti e quattro e cambiato la
password” spiegò Mark, alzandosi e poggiando il suo
monumentale telefono su una sedia.
“Quindi
ci hanno fottuto la pagina” concluse Tom con aria esasperata.
“Ma adesso non pensiamoci, dai! Che ne dite di suonare?”
tentò poi di risollevare l'umore ai suoi amici.
“E
dire che avevamo raggiunto 3500 likes con molta fatica... ma questi
nerd rincoglioniti non hanno altro da fare tutto il giorno? Perché
non si fanno una vita al posto di rubare pagine altrui?”
continuò a borbottare Jade con cipiglio irritato.
“Grazie
per il complimento eh...” le fece notare Mark.
Lei
in tutta risposta gli regalò una smorfia e gli tirò una
ciocca di capelli.
“Hai
birra?”
Alla
domanda di Nathan, Tom si fermò a riflettere; dopodiché
si alzò dal suo posto dietro la batteria e lasciò la
stanza.
“E
se provassi dal pc?” propose Mark in tono rassegnato, con uno
sbuffo.
“Cosa
cambia?” ribatté Jade in tono nervoso.
“Non
ho birre!” annunciò Tom, rientrando nella stanza dopo
una breve incursione in cucina; in compenso stringeva tra le mani un
pacco di patatine.
“Ci
hai messo trenta secondi, come è possibile?” si domandò
Mark tra sé, mentre portava fuori da una borsa nera il suo
portatile.
“Grazie
al mio metro e sessantotto. Sono agile, ma non lo dimostro perché
sono pigro! Cosa state facendo? Non avete risolto niente?”
s'informò, mentre gli altri tre si fiondavano sulle patatine
come se non toccassero cibo da giorni.
Per
circa un minuto nella stanza risuonò solo il ruminare dei
ragazzi e il ticchettio dei tasti che Mark premeva a una velocità
impressionante.
“Cos'era
quella?” sbottò Tom, indicando lo schermo.
“Quale?”
domandò il chitarrista perplesso.
“Là,
dove in genere appare la nostra pagina, qua di lato... c'era una
scritta, poi è scomparsa, non ho fatto in tempo a leggere!”
“Le
scritte non scompaiono nel nulla, devi essertela immaginata”
tagliò corto l'altro.
“Ha
ragione Tom, l'ho vista anch'io per un attimo” intervenne
Nathan, che nel frattempo aveva già fatto fuori almeno mezzo
pacco di patatine.
I
quattro si lanciarono occhiate perplesse; proprio in quel momento il
cellulare di Jade prese a squillare, spaventando tutti con un assurdo
stridio di chitarre.
“Mia
sorella” constatò la ragazza, per poi portarsi il
telefono all'orecchio.
“Mel...
sì, siamo tutti qui, perché?... In effetti abbiamo
problemi con la pagina, è come se un hacker ce l'avesse...
Cioè? Ti è apparsa una pagina che non conosci nella
home di facebook... Un nostro post? Come cazzo è possibile?”
“Cos'è
successo?” si intromise Mark.
“Mel,
aspetta un attimo. Si è ritrovata nella home di facebook un
post di una pagina dal nome strano che non conosceva, l'ha aperta e
ha trovato tutti i likes dei nostri seguaci e un post che avevamo
scritto noi tempo fa in cui pubblicizzavamo un evento.”
“Come
si chiama la pagina?” chiese allora lui, scattando davanti al
pc come farebbe un soldato prima di una battaglia.
“Mel,
come si chiama la pagina?... Maya- che? Spelling, per favore!”
“Aspetta,
forse l'ho trovata! Dovrebbe essere questa: Mayanetsuradoki.
Oddio, ma che nome è? C'è anche il mio like”
esclamò Mark.
Jade
salutò la sorella e tutti si precipitarono davanti allo
schermo, curiosi.
“Oh
merda, quello l'abbiamo condiviso noi mesi fa! È l'unico post
presente?” fece Nathan.
“No,
l'hacker ha già modificato l'immagine del profilo e di
copertina. Immagini di vari anime e manga... però il bastardo
si è dimenticato di eliminare questo nostro post. Poco furbo,
devo dire” replicò l'altro.
“Tutti
i likes, tutti i progressi... andati a puttane così, per colpa
di uno stronzo qualunque!” si disperò Jade, nascondendo
il viso tra le mani.
“Mark,
tu che sei cresciuto davanti a un computer, illuminaci: si può
scoprire chi è stato? Si può recuperare la pagina?”
chiese Tom con lo sguardo pieno di fiducia.
“Posso
scoprire chi è stato, penso di riuscirci. Non so se potremo
recuperare la pagina, ma le informazioni sì. Mi metterò
al lavoro stanotte, tanto non ho nulla di meglio da fare.”
“E
se invece lo facessimo tutti insieme domani qui da me? Almeno
parteciperemmo anche noi allo svolgimento delle indagini. Sono
curioso!” propose Tom.
“Domani
tutti qua! Ne approfittiamo per mangiarci un cheeseburger tutti
insieme, che ne dite?” aggiunse Nathan, stravaccandosi sulla
poltrona e facendola scricchiolare sotto il suo peso; il bassista
infatti era alto almeno un metro e ottanta e i suoi muscoli gli
davano un'aria vagamente minacciosa. Jade certe volte si divertiva a
chiamarlo buttafuori.
“Ma
tu pensi solo a mangiare? E va bene, domani al crepuscolo invaderemo
la mansarda di Tom!” accettò la ragazza con aria
teatralmente solenne.
I
quattro si separarono con l'umore a terra: certo, la perdita della
pagina facebook non avrebbe compromesso la loro carriera di
musicisti, ma era un bel problema e soprattutto non sarebbe stato
facile raggiungere nuovamente tutti quei likes.
Jade
era distesa sul suo letto e chattava con diverse persone; la
perplessità per quanto riguardava la pagina degli Evil Hunters
si era ormai propagata tra amici e conoscenti, al che aveva deciso di
aggiornare il suo stato per spiegare la situazione.
A
un tratto lasciò andare il telefono e si alzò per
raccattare i suoi auricolari; quando tornò a stendersi sul
materasso, si rese conto di un insistente lampeggiare sul display.
Era
infatti apparsa, nella home del suo profilo, una finestra sospetta
che riportava la scritta:
Clicca
qui per Mayanetsuradoki. Non ignorare questo messaggio.
Jade,
tra un'imprecazione e l'altra, provò in tutti i modi a
chiudere quel fastidioso riquadro, ma non voleva saperne di andare
via. Tentò di uscire dall'applicazione di facebook e di
spegnare il telefono, ma quest'ultimo sembrava non rispondere ai
comandi; intanto il display continuava a lampeggiare e Jade non lo
sopportava più, la infastidiva e le faceva girare la testa.
Infine,
in preda alla disperazione, decise di cliccare su quella scritta.
Un
abbagliante flash bianco, poi tutto nero come pece.
La
ragazza sobbalzò e si strofinò gli occhi accecati da
quell'istante di luce tanto intensa. Soppesò lo smartphone tra
le mani per qualche secondo, poi prese a sibilare: “Ti prego,
un virus no... 'fanculo! Cazzo, cos'era quella cosa?”
Prese
qualche respiro profondo per calmarsi: il cuore le martellava come
impazzito nel petto e un'ondata d'ansia si era impossessata di lei,
facendole provare un leggero senso di nausea. Quella faccenda non le
piaceva per niente.
“Okay,
okay... per scoprire che sta succedendo devo riaccenderlo” si
disse, stringendo forte l'apparecchio tra le mani e fissando
l'ipnotico vuoto dello schermo in cerca del coraggio per premere il
tasto di accensione.
Mentre
scrutava il nero, le parve quasi di scorgere un punto luminoso,
simile a una stella, che pian piano si espandeva fluidamente, quasi
avesse vita propria.
Jade
scaraventò l'oggetto sul materasso e fece un balzo indietro,
scuotendo la testa e incapace di aprir bocca.
Probabilmente
stava impazzendo: il suo cervello non faceva altro che elaborare e
rielaborare le informazioni su quell'hacker misterioso e questo le
stava facendo perdere la testa, la stava suggestionando.
Ma
quella scritta non l'aveva immaginata, ne era sicura.
Dopo
qualche minuto, quando riuscì di nuovo a respirare
regolarmente, si avvicinò con cautela al suo letto.
Il
display mostrava la sua home page di facebook, senza nessuna traccia
di strane finestre. Come se nulla fosse accaduto.
♠
♠ ♠
Ciao
a tutti! ;)
Avevo
in mente quest'horror da mesi ormai, ma non avevo ancora trovato
l'occasione per metterla nero su bianco; arriva però un
momento in cui l'ispirazione non ti lascia più in pace e ti
costringe a fare quello che vuole!
I
miei lettori abituali si staranno chiedendo: possibile che questa qui
riesca a scrivere solo storie incentrati su musica, band e strumenti
musicali? Eheheheh, non ci posso fare niente, ficco la musica
ovunque, sono un caso perso! :D
E
poi mi piace molto l'horror legato alla tecnologia, penso che il
mondo virtuale dia un sacco di spunti, forse perché è
così grande e questa cosa intimorisce un po' (almeno a me) :P
Non
so quanto durerà di preciso questa minilong, comunque non
penso che supererà i cinque capitoli.
Ringrazio
chiunque sia arrivato fin qui e vi invito a lasciare il vostro
parere, anche due righe: so che questo capitolo non è molto
horror, ma mi piacerebbe sapere se secondo voi l'idea può
funzionare. Questo è un genere in cui sono parecchio insicura
e ho bisogno di qualche consiglio per migliorare! :3
A
presto! ♥
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