Episodio 147: Il resto è silenzio
Mondo reale – Obitorio
Martedì 4 gennaio 2011
Ore 01:00
L'obitorio dell'ospedale in cui era stato lasciato il corpo di Lukas
era freddo. Ma non freddo nel senso che la temperatura era bassa, ma
proprio perché entrandovi si respirava un'aria di morte e
solitudine. Non che un obitorio potesse apparire diversamente, ma Aaron
non accettava che la morte venisse trattata con tanto poco riguardo.
Alcuni cadaveri erano impilati in cassetti di metallo lucente, mentre
altri erano distesi su letti di acciaio coperti da un telo bianco. Il
corpo esanime di Lukas era sdraiato su uno di questi lettini.
"Lukas..." Aaron tolse il lenzuolo dal corpo di Lukas: "Lukas,
perché? È tutta colpa mia. Non avrei dovuto farti
questo. Trascinarti in questa storia... avrei dovuto affrontarlo da
solo."
Strinse le mani sulle spalle del ragazzo morto. Gli occhi luccicavano.
"Avrei dovuto proteggerti meglio, avrei dovuto aiutarti. Io ero l'unico
che poteva fare qualcosa. Invece no. Ho premuto quel grilletto...
troppo tardi. Oh, Lukas."
Una lacrima cadde sul naso di Lukas, ma non si mosse da lì.
Non scivolò lungo la guancia e fu un peccato per Aaron,
perché gli avrebbe dato l'illusione che Lukas stesse
piangendo e che fosse ancora vivo.
Per un attimo, nella stanza regnò il silenzio, ma poi Aaron
scoppiò a piangere, cadendo in ginocchio con un tonfo vicino
al lettino.
Ma si rialzò subito dopo. Asciugandosi le lacrime, con un
gesto che appariva come una disperata ricerca di coraggio interiore,
allungò le mani sul corpo inanime di Lukas e le strinse a
pugno.
"Non finirà così. Non finché ci
sarò qui io. Farò di tutto per salvarlo."
"Non puoi farci niente, fratellone." Marco era dietro Aaron: "Ormai
è andato."
"Sciocchezze." Aaron sentiva le lacrime bollenti colargli lungo le
guance.
Non so dire se stesse più male lui o il fratello che,
rimanendo in piedi dietro di lui, non poteva far altro che assistere
alla disperazione di quello che per lui era un pilastro di riferimento:
suo fratello maggiore.
Aaron, però, ripose le mani sul corpo di Lukas e
mormorò delle parole. Niente.
"Aaron, ti prego. Non puoi aiutarlo." Ripeté Marco.
"Sciocchezze." Rispose ancora Aaron asciugandosi le lacrime: "Io sono
la Morte."
Ma quando per la terza volta ripose le mani lungo il cadavere di Lukas,
e niente accedde, Aaron scoppiò a piangere ancora
più di prima. Appoggiò la testa sulla camicia
fradicia di Lukas, sporca di sangue, e gridò. Ma si
rialzò ancora in piedi e riprovò a posizionare le
sue mani su Lukas.
"Ti prego, non è giusto." Disse Aaron.
"Aaron, non puoi ridare vita ai morti." Affermò Marco: "Va
contro le leggi di Dio."
"Lascia che con Dio me la veda io!" Rispose Aaron: "Io posso farcela!
Io sono la Morte!"
"... che vince la vita." Concluse Marco.
"Mi rifiuto!" Aaron guardò il fratello e
continuò: "È da anni che sento ripetermi che io
sono solo Morte. È da anni che mi dicono che io sono
l'Angelo della Morte, che mi sono stati concessi dei poteri speciali,
che sono un potente guerriero in grado di sterminare un esercito. E
allora? Cosa mi interessa avere questi poteri se per una volta che
voglio usarli non funzionano? Cosa mi serve controllare la morte se non
posso sottrarla alla persona che amo? Cosa mi serve?! Io sono
più di questo! Io sono molto di più della Morte.
E se a Dio questo non sta bene, allora me la vedrò con lui.
Sono pronto ad affrontarlo. Ad affrontare i sette Signori Oscuri
insieme, i sette Paladini e Dio in persona che servirà a
ridare la vita a Lukas! Non mi interessa la punizione a cui
andrò incontro. Se Lukas rivivrà potrò
sopportare tutto questo a testa alta! Perché non riuscite a
capirlo?"
Ma non accadde ancora nulla.
Mondo reale – Treno
Lunedì 3 gennaio 2011
Ore 16:21
“È stato molto gentile da parte di Natan invitare
anche me.”
Lukas e Aaron erano in viaggio da ormai tre ore in un vagone vuoto di
un regionale per Sondrio. Il treno aveva accumulato trenta minuti di
ritardo ormai e nonostante Lukas cercasse di sviare il discorso verso
il punto cruciale, ecco che Aaron cercava ancora di allontanarlo:
“Ti rendi conto, vero, che ti sei sostanzialmente
autoinvitato?”
“Dopo quello che è successo l’altra
sera… mi sembra il minimo da parte mia.” Rispose
Lukas, alludendo a due sere prima: “Inoltre, non puoi andare
da solo a casa di un tizio che si fa chiamare con un nome evidentemente
falso che poi è l’anagramma del tuo.”
Aaron non rispose.
“A proposito dell’altro ieri…”
“Lukas, ti sei invitato perché sei diffidente
circa le reali intenzioni di Natan.” Lo interruppe Aaron, il
cui unico obiettivo era quello di cambiare discorso: "Vuoi metterti in
testa che non sono più quello di un tempo. So difendermi da
solo!"
“Pensaci bene!” Ribadì Lukas:
“Stiamo parlando di qualcuno che non conosci e che ti ha
invitato a passare il weekend nella sua casa in montagna. Vuoi che ti
spieghi più nel dettaglio quali sono i miei dubbi circa la
pericolosità di tutta questa faccenda?”
“E sentiamo, come potresti aiutarmi tu, se Natan decidesse di
tirar fuori una pistola e spararmi?”
“Sei fuori? In quel caso mi metterei in mezzo!”
Disse Lukas scambiando uno sguardo di intesa con il suo interlocutore.
“Conoscendoti è più facile che sia io a
difendere te.” Rispose Aaron: “Sai a che mi
riferisco. In tal caso penso che se Natan volesse drogarmi o altre
cose, potresti davvero venirmi in aiuto. Quindi ti ho lasciato
venire.”
Il treno arrivò in stazione alle 17:02, mentre sarebbe
dovuto arrivare 36 minuti prima. Natan Arsuor era in stazione e accolse
i due ragazzi con un festoso sorriso.
“Ciao! Benvenuti!”
Strinse la mano ad entrambi e li accompagnò verso il Taxi
che aveva fatto arrivare.
Mondo reale – Casa in montagna di Natan
Lunedì 3 gennaio 2011
Ore 18:11
La casa in cui Natan fece accomodare i due ragazzi non aveva
assolutamente niente di strano. Anzi, era ben arredata, calda e
accogliente, nonostante fuori facesse un freddo polare.
La stanza degli ospiti era sostanzialmente paragonabile alla stanza di
un albergo a 3, se non 4, stelle mentre il salotto consisteva in un
tavolo rotondo, una televisione e un paio di divani, mentre sulla
parete erano appesi due fucili da caccia.
“Non preoccupatevi, sono scarichi!” Rise Natan.
Lukas ed Aaron non si scomodarono neanche a disfare i bagagli,
perché la fame iniziava a farsi sentire e avevano intenzione
di chiedere al padrone di casa a che ore sarebbe stata servita la cena.
“Pensavo di cucinare qualcosa per le sette e
mezza…” Spiegò Natan dopo aver acceso
la Tv. Lukas, tuttavia, gli disse che aveva una terribile voglia di
pizza e che avrebbero potuto andare a mangiare in una pizzeria
giù, in paese.
“Trovo che sia una bella idea.” Rispose Natan,
mentre Aaron non espresse alcuna opinione. In quella casa,
l’unico ad apparire scosso era proprio Lukas, mentre Aaron
non dava segni di alcun tipo di agitazione.
“Io credo sia una scelta saggia.”
Commentò quindi Lukas, al ché Aaron disse che
sarebbe andato a cambiarsi per la serata.
“Vengo anche io.” Disse Lukas seguendo
l’amico, che però non volle sentir ragioni e gli
chiese di non raggiungerlo.
“Tieni d’occhio Natan.” Disse nel suo
orecchio prima di tornare al piano di sopra, nella sua camera.
“Ah, già, ora ricordo. A dopo!” Rispose
Lukas, a caso, per non far capire a Natan ciò che Aaron gli
aveva appena sussurrato.
Così Aaron salì al piano di sopra e Lukas e Natan
rimasero insieme.
Erano le nove di sera quando i ragazzi tornarono a casa dalla pizzeria,
in taxi.
“Lukas, vai a cambiarti, così poi ci vado
io.” Fu la prima cosa che disse Aaron. Lukas sapeva che Aaron
sarebbe rimasto solo con Natan in quel modo e all’inizio
cercò di opporre una sorta di resistenza, ma Aaron lo
persuase che sarebbe stato meglio che Lukas si preparasse prima di lui,
in qualche modo. Promettendogli che ci avrebbe messo mezzo minuto,
Lukas accontentò Aaron e salì al piano superiore,
lasciando i due soli e liberi di parlare.
“È un bravo ragazzo, siete molto amici?”
Chiese Natan con un sorriso che ora appariva fasullo.
“Non cercare di nasconderti da me. Io so chi sei.”
Natan fece un passo indietro. E Aaron, invece, abbassò il
capo: “È stato un mio errore. Non avrei dovuto
usare quel nickname sul forum. Mi hai trovato velocemente, vero,
Omeostasi?”
Natan imitò Aaron e abbassò lo sguardo come aveva
fatto il ragazzo pocanzi, ma non rispose.
“Sei stata influenzata da Demon e hai assunto le sembianze di
Natan Arsuor per attirarmi qui e uccidermi?”
“No, non ucciderti. Demon non vuole che tu muoia. Ha in serbo
per te numerosi progetti.”
Aaron allora si sedette su uno dei divani: “Temo che allora
non serva più a niente nascondersi…”
“Esattamente. Butta la maschera Nicholas Hunt!”
Rispose l’Omeostasi.
“Non indosso alcuna maschera. Questo è il mio vero
volto. Non avrei mai immaginato che Demon avesse addirittura corrotto
l’essenza stessa di Digiworld per arrivare a me. E dimmi,
Demon sa che mi hai trovato?”
L’Omeostasi si sedette accanto ad Aaron: “No,
Nicholas. Lo saprà dopo che glielo avrò
riferito.”
“Già…” Aaron sorrise:
“Non puoi dirglielo prima di avere la certezza che io sia
Nicholas. Reagirebbe male, eh? E dimmi… Demon ti ha fatto
assumere le sembianze di Natan o hai fatto tutto da sola?”
“Ho assunto le sembianze di un ragazzo della tua
età per avvicinarti meglio, ma Colui che le Tenebre comanda
non mi ha imposto niente di tutto ciò.”
Aaron si alzò dal divano e raggiunse la una brocca che Natan
aveva riempito con del succo di frutta.
“Questo succo non è avvelenato o che altro. A
questo punto mi è chiaro che il tuo scopo non è
quello di uccidermi, dico bene?” Nessuna risposta.
Aaron si girò di scatto: l’omeostasi era scomparsa.
Il grido che si sentì subito dopo fece capire ad Aaron che
Natan era salito al piano di sopra e che Lukas si trovava in pericolo.
“Maledizione!”
Quando Aaron si precipitò al piano di sopra vide che la
finestra che dava sul balcone di camera sua era stata aperta e
sporgendosi dal balcone notò Lukas che entrava nel
boscaglia, con l’Omeostasi che lo seguiva. Aaron corse allora
al piano di sotto e notò che uno dei due fucili appesi in
salotto era stato preso da qualcuno e cercò di fare mente
locale: “Natan aveva in mano un fucile!”
Esclamò prendendo l’altro.
“Altro che scarichi!” Commentò ad alta
voce uscendo di casa. Cercò di contattare Lukas, ma ogni
connessione era assente su quella montagna.
“Lukas!” Gridò. Ma nessuno rispose.
Lukas e Natan si erano addentrati nella boscaglia e Natan, per qualche
motivo, aveva intenzione di fargli del male.
Più o meno un’ora dopo…
“Lukas!” Aaron continuava a chiamare
l’amico, ma aveva il fiatone e il suo tono di voce non era
più abbastanza alto da essere udito a più di una
quindicina di metri di distanza. Così si chinò
leggermente sulle sue gambe e respirò affannosamente, prima
di riprendere il cammino.
Nel frattempo, Lukas aveva trovato riparo presso un torrente di acqua
gelida. Sapeva che non sarebbe potuto restare lì a lungo, o
sarebbe morto di freddo. Ma il problema non gli si pose neppure dal
momento che qualcuno lo sorprese alle spalle.
“Il fiume non ti salverà.” La
voce di Natan lo fece trasalire: “La persona a cui
l’Angelo della Morte ha promesso salvezza. Oppure
è solo amore?” disse puntandogli contro il fucile.
“Io so chi sei! Aaron me lo ha detto! Sei
l’omeostasi! Se vuoi uccidere me fa pure! Ma lascia perdere
Nicholas!”
“Ucciderò te e poi porterò Nicholas a
NeoDevimon, e lui deciderà il da farsi.”
“Non gli farai del male.” Aaron apparve
all’improvviso alle spalle dell’Omeostasi e le
puntò il fucile contro la schiena.
“Vuoi uccidermi? Io sono un’entità
digitale nel corpo di un umano. Credi che un proiettile basti per
eliminarmi?”
Aaron sorrise: “Temo che proprio perché tu sei nel
corpo di quel ragazzo, ora sei soggetta alla morte. Non vuoi morire
prima di comunicare a Demon la tua grande scoperta, vero?”
L’Omeostasi premette il grilletto e, come reazione a catena,
lo premette anche Aaron. I due colpi partirono quasi
all’unisono e sia l’Omeostasi che Lukas caddero con
un tonfo, chi sul bordo del torrente e chi nell’acqua. Una
scia rossa cominciò a segnare il corso del fiumiciattolo,
mentre Aaron, gridando il poetico “No!” corse verso
Lukas e lo afferrò per le spalle, cercando di non fargli
male.
“Ho fallito.” Disse Natan ansimante.
Intanto, Aaron stringeva Lukas e ripeteva la parola
“No.”
“Non essere così tragico, Aaron. Alla fine hai
visto che non sei stato tu ad aver bisogno di me? Avevi
ragione.”
Aaron, intanto, aveva preso il cellulare e chiamato il 118.
“Non aver bisogno di te? Cosa stai dicendo? Certo che ho
bisogno di te! Pronto??”
Lukas pose la sua mano su quella di Aaron: “Mi chiamo Lukas
Saladino – disse avvicinando il cellulare a se stesso
– mi hanno appena sparato. Mi trovo – diede le
indicazioni per farsi trovare – vi prego, fate
presto.”
Aaron lo guardò, ma non riuscì a trovare le
parole per esprimere quello che sentiva.
“Se non l’hai ancora capito io sto per morire. Sai
cosa fare, vero?”
Aaron scosse la testa: “Io da qui non me ne vado.”
“Vattene o ti arresteranno per l’omicidio di
un’entità digitale! Porta via i fucili e liberati
del corpo di Lukas. Me lo hai detto tu stesso che sei
l’Angelo della Morte, no? Allora datti da fare!”
Lukas perse i sensi.
Mondo reale – casa di Aaron
Sabato 1 gennaio 2011
Ore 23:38
“Ecco il mio certificato di nascita.” Aaron porse a
Lukas un foglio pieno di scritte.
“Ma qui c’è scritto Nicholas
Hunt.” Rispose.
“È il mio nome. Quello vero. Ricordi quando da
piccoli ti dicevo che i miei erano spie? Non erano proprio spie, ma
lavoravano per il governo americano cercando di aprire un varco che
collega i due mondi.”
“Ma di cosa stai parlando? Dovevi dirmi che eri pazzo prima
che succedesse quello che è successo stasera!”
Aaron indicò una zanzara immobile su una parete della sua
camera, quindi disse: “Memento Mori.” La zanzara,
per qualche motivo strano, si sollevò a mezz’aria
e poi cadde a terra volteggiando tra le molecole d’aria della
stanza.
Lukas si avvicinò alla zanzara e constatò la sua
morte. Quando riguardò Aaron, il ragazzo teneva in mano una
piccola pietra verde.
“Parlo di un mondo virtuale in cui i file e i software hanno
preso coscienza. Il governo americano finanziò degli studi a
riguardo e i miei genitori furono tra gli umani che misero piede per la
prima volta nel Mondo Digitale. Ma mia madre fu uccisa da uno dei suoi
abitanti. Sto parlando di Demon.” Disse Aaron.
“Demon? È lui che ti ha dato quel
ciondolo?” Chiese Lukas.
“No, questo me lo ha affidato Seraphymon, un altro
‘Digimon’ in punto di morte.”
Senza scendere nei particolari, Aaron raccontò per filo e
per segno quello che accadde quella notte in cui lui si
trovò faccia a faccia con Demon. La notte in cui Demon
uccise sua madre, di come poi suo padre sia morto in seguito alle
radiazioni che lo contaminarono continuando a lavorare sul portale che
unisce i due mondi, di come lo abbia lasciato solo con Marco e Mirco e
di come, in seguito al viaggio a Digiworld, il governo americano
cancellò il nome Nicholas Hunt da tutti i database del mondo
e di come, quindi, la sua famiglia cambiò nome.
“Ma perché proprio Aaron Saturn?”
“Boh. Aaron era il mio secondo nome, mentre
Saturn… penso che mio padre fosse un fanatico di
Saturno…”
“Capisco.” Lukas non sembrava affatto spaventato.
Al contrario, era affascinato da quel potere che Aaron aveva chiamato
“Silenzio”.
“Demon sembra proprio determinato.” Concluse Lukas.
“Lo è abbastanza da aver mandato un suo aguzzino,
NeoDevimon, a rapire mia cugina.” Disse.
“Ma perché ce l’ha proprio con
te?”
Aaron inspirò profondamente prima di rispondere, poi si
rinfilò la maglietta e disse: “Perché
io sono l’eletto di Seraphymon. Tenendogli nascosta la mia
identità avrò un grande vantaggio su di lui. Il
mio obiettivo è quello di spingerlo a raggiungere il suo
obiettivo, la super mega digievoluzione – disse senza entrare
nei dettagli di cosa significasse quel termine – ma di non
permettergli di completarla. Quindi potrò eliminarlo. Posso
riuscirci solo se mi fingo un’altra persona. In questo
momento, lui sa che Nicholas Hunt è morto.”
“Ma cosa c’entra Natan?”
“E qui arriva Natan. Sospetto che Natan sia posseduto da
un’entità incorporea chiamata Omeostasi.
– a quel punto Aaron spiegò di cosa si trattasse
l’Omeostasi – Demon deve averla mandata qui per
cercarmi, dopo averla influenzata con il Potere delle
Tenebre.”
“Se allora lui ti trovasse…”
“Sono disposto ad usare i miei poteri per uccidere
l’Omeostasi.” Concluse Aaron: “Ora che
è in un corpo umano, non ha più scampo. Io sono
la morte, che vince la vita.” Disse, ma poi
scoppiò a ridere e Lukas con lui.
“Questa me la segno!” Esclamò
quest’ultimo riprendendosi dalle risate.
Mondo reale – Obitorio
Martedì 4 gennaio 2011
Ore 01:03
Di solito, nei film, dopo un discorso di questo tipo, succede qualcosa
di inaspettato che riporta l'omeostasi a tutti i protagonisti, ma in
questo caso non successe niente.
Peccato solo che Aaron non si era accorto che una piccola lucina,
mentre piangeva in ginocchio di fianco a Marco, si era accesa nella
tasca destra dei suoi pantaloni. Una lucina che in un baleno
colorò la stanza di verde.
C'era qualcosa che aveva funzionato. Una preghiera, forse. Oppure una
sfida che Dio aveva deciso di cogliere. Infatti quando la luce si
spense, Lukas si rialzò dal letto.
Non aveva più alcuna ferita. Nessun buco di proiettile tra
le costole. Niente. Era vivo.
Mondo reale – Casa di Natan
Martedì 4 gennaio 2011
Ore 12:53
Lukas aprì gli occhi alle 12:53 del 4 gennaio. Aveva dormito
come non mai e si trovò a casa di Natan. Aaron dormiva
accanto a lui.
Con una scossa delle braccia lo svegliò.
Senza stare a raccontarvi il buongiorno, non ho tempo visto che questo
è un capitolo conclusivo che spiegherà cosa
davvero accadde prima dell’inizio della trama,
arriverò al sodo.
“L’ho visto.” Lukas si rivolse ad Aaron
mentre il ragazzo si sistemava i capelli: “Parlo di
NeoDevimon. A un certo punto non ho visto più niente. Ma poi
ho visto lui. Mi ha detto che Demon mi ha scelto come Prescelto Nero.
Cosa significa, Nicholas? NeoDevimon mi ha detto che se avessi
accettato avrei ritrovato la forza di ritornare in vita. E ora sono
vivo…”
“Non illuderti. È grazie a me che sei ancora qui!
Il ciondolo verde si è illuminato e sei tornato in vita.
Forse c’è qualcuno che ti ama più di me
lassù.”
“Mmh… credo sia quella mattacchiona di mia
nonna… si diverte a farmi sti scherzi.”
Commentò Lukas.
“In ogni caso – lo interruppe Aaron –
è un bene che NeoDevimon ora creda che tu ti sia risvegliato
grazie alla tua volontà di diventare un Prescelto Nero.
Significa che hanno intenzione di darti dei poteri.”
“Ma io non li voglio.”
“Tra qualche tempo, con ogni probabilità,
NeoDevimon ti cercherà ancora e ti darà un
qualcosa in grado di trasformarti in una vera arma da guerra. Non
potrai dirgli di no. O almeno, non ci conviene che tu lo
faccia.”
“Come sarebbe a dire?”
“Il risveglio dell’Omeostasi mi ha fatto capire che
tra qualche tempo comincerà una guerra tra noi e loro. E
dovremo essere preparati. Ti ho già spiegato il mio piano
per sconfiggere Demon, ma ci vorrà del tempo per metterlo in
pratica.” Aaron tirò fuori da una sua tasca una
specie di piccolo astuccino. Lo aprì e mostrò a
Lukas il ciondolo verde.
“Non toccare mai questo ciondolo. Contiene la morte e se lo
tocchi morirai. Ancora.”
“Che mi importa? Tanto poi mi riporti in vita.”
Scherzò Lukas.
“Non dire cazzate! Non so ancora come ho fatto a riportarti
in vita, non so se ci riuscirò ancora. In ogni caso, questo
ciondolo deve rimanere in questo sacchettino. Quando andrai a
Digiworld, quando NeoDevimon ti ci porterà, scopri dove si
trovano gli altri ciondoli… Lukas, è importante
che tu rilasci il contenuto di questo sacchettino insieme agli altri
ciondoli che sono stati raccolti. Sono pronto a scommettere che Demon
non sa che ne manca uno. Scommetto che chi li ha trovati non ha avuto
il coraggio di avvisarlo che proprio il ciondolo verde manca
all’appello. Mi prometti che lascerai il ciondolo verde in
questo modo? Senza mai toccarlo, senza mai mettere mano sugli altri
ciondoli?”
Lukas annuì: “Ma cosa succederà a noi
due?”
“Ho scoperto che un’infermiera completamente malata
di testa ha una fissa per i cadaveri e che ogni tanto qualche cadavere
sparisce da casa sua. Usando il potere del Silenzio sono riuscito a
spostare il cadavere di Natan, così come ho fatto con te, a
casa sua e ho appiccato un incendio. Il buco di proiettile che ha Natan
è sostanzialmente allo stesso punto in cui era il tuo. In
seguito all’incendio, il corpo sarà
irriconoscibile e penseranno che sia il tuo.”
“Hai pensato proprio a tutto.”
“Certo. Ho provocato un corto circuito nel sistema di
videosorveglianza nell’ospedale per venirti a vedere in
obitorio e ho sfruttato lo stesso corto circuito per portarti via.
Penseranno che sia stata quell’infermiera a prenderti con
sé. Non chiedermi come ho fatto. Sono magico!”
Scherzò Aaron: “In ogni caso è
fondamentale che NeoDevimon sappia che il piano sia tuo.”
“In effetti sono abbastanza bravo con il Pc… ci
crederà. Ma perché ha scelto proprio
me?”
“Perché tu sei vicino a me. Demon sa che
Seraphymon ha designato me come settimo prescelto. E visto che
l’Omeostasi non tornerà con i resoconti su
Nicholas Hunt, si è rassegnato ad avere Aaron Saturn come
rivale. Quindi ha contattato te in punto di morte tramite NeoDevimon.
Ah, a proposito… dovresti inviare dei segnali ad un certo
URL per far credere a Demon che l’omeostasi sia viva e che
abbia verificato che Nicholas è morto, ok? Dovrai farlo da
qui in avanti. Tu sarai un Prescelto Nero e sarai al contempo
‘Omeostasi’.”
“La cosa mi intriga. E gli altri Prescelti?”
Aaron si sedette sul letto e rispose: “Loro non dovranno
sapere niente. Niente di noi. Niente di tutto questo. Demon
dovrà sapere che tu e io siamo all’oscuro dei suoi
piani. Noi non lo conosciamo, dopotutto. Io sono Aaron Saturn e tu un
mio ex amico. Per lui siamo solo questo. Questo è un
discorso generale, temo. Tutti dovranno pensare che io e te ci odiamo.
Dovranno credere che tu voglia uccidermi, che pensi che io sia la causa
della tua morte. Dovremo recitare perfettamente. Anche Marco e Mirco
non dovranno sapere niente di tutto ciò. Noi siamo nemici
d’ora in poi, finché questa storia non
finirà.”
Due anni dopo…
"Lukas." Demon parlò ancora a Lukas prima che il ragazzo
uscisse: "C'è una bilancia, ragazzo. Sui piatti di quella
bilancia ci siamo io e quel Prescelto. Lui sa che se vuole eliminarmi
senza sconvolgere l'equilibrio del mondo, dovrà sacrificare
se stesso. Lui lo sa ed è disposto a morire per la causa.
Noi vogliamo sconvolgere questo equilibrio, vogliamo che questi mondi
perversi vengano distrutti dal caos. Ecco perché quel
ragazzo deve morire."
Lo sguardo che Demon gli rivolse, questa volta, non fu castigatore. Al
contrario, sembrava che gli stesse chiedendo “per caso sai
qualcosa che io non so?”.
In quel momento Lukas aveva capito che Demon sapeva. E che Demon stava
giocando una partita ancora più pericolosa di quella che
anni prima aveva intrapreso Nicholas. Negò.
Mentì. Ancora una volta. Ma in quel momento Lukas aveva
capito una cosa ancora più profonda. Nicholas non glielo
aveva detto. Non poteva. Nicholas sapeva che se voleva uccidere Demon,
avrebbe dovuto uccidere se stesso in primis. E questo Lukas non lo
aveva capito finché Demon non glielo disse.
Forse, Demon, in cuor suo sperava davvero che in quel modo Lukas
avrebbe impedito ad Aaron di uccidersi. Forse Demon si era affezionato
ad Aaron tanto quanto lo era Lukas. Ma questo Lukas non lo avrebbe mai
saputo.
Uscendo dal castello di Demon, quel giorno, capì che
c’era solo una cosa da fare: uccidere Demon con le sue stesse
mani. E fu per quello che raggiunse Aaron. Fu per quello che
gridò, aggrappato all’ultima speranza di non
perdere Aaron, l’Angelo della Morte, ‘Aurora
Evanescente!’.
Ma Lukas non poteva sapere che i suoi poteri sono stati creati
perché i Signori Oscuri ne fossero immuni. Come quelli degli
altri Prescelti Neri. Una clausola di sicurezza che il Potere delle
Tenebre aveva inserito nel loro contratto, se così si
può dire. E Lukas non aveva calcolato che Marco e Mirco
erano sull’isola quando usò
quell’attacco. No. Se solo loro due non ci fossero stati,
Aaron non avrebbe mai usato quell’attacco contro di lui. Ma
allora perché? Perché nonostante il
“Memento Mori” che Aaron aveva pronunciato
– nonostante quell’attacco mortale –
perché Lukas poteva ancora pensare?
“C’è un ragazzo
quaggiù!” Disse una voce in una lingua straniera.
Lukas riaprì gli occhi e si trovò fradicio sul
bagnasciuga di una spiaggia. Quando arrivarono due o tre persone, Lukas
si alzò e disse qualcosa in inglese per allontanarli.
Qualcosa che suonava come “Sono solo un po’
sbronzo.”
Lukas non capiva. Ma poi si infilò le mani in tasca e
trovò quella che al tatto sembrava essere una carta da
gioco. La estrasse e notò che si trattava del re di picche.
Dietro la carta, una firma era stata tracciata con un pennarello
indelebile: “Nicholas Hunt”.
Lukas non seppe mai che se solo avesse strappato in due la carta,
dividendo le due facce, avrebbe trovato un messaggio segreto nascosto
proprio all’interno di quella carta, le ultime parole che
l’Angelo della Morte gli aveva rivolto:
“Memento mori suona bene. Ma ti ho ridato la vita due volta e
l’ho fatto affinché tu possa viverla a pieno. E tu
devi viverla. Vivi la vita che avrei voluto vivere io. Vivi la vita che
meriti. Vivi. Chiedo solo a te, anzi a tutti voi, di non dimenticarmi. Io penserò sempre a voi. Vivrò per sempre dentro di voi. E non me ne
andrò mai. Sarò un Angelo. Per la prima volta,
lasciatemi essere un Angelo della Vita.”
FINE
Se avete pazientemente letto queste puntate, vi voglio ringraziare di
cuore. E voglio scusarmi per gli errori grammaticali o per le
incongruenze tra i nomi e i tempi in cui magari vi siete imbattuti, ma
questi episodi sono stati scritti nel lasso di tempo di quattro anni e
ricordarmi ogni cosa è per me faticoso. Ogni personaggio,
ogni storia che ho raccontato è la storia di un sogno, la
storia di un gioco, di un mondo fantastico in cui è sempre
possibile tornare.
“Basta non dimenticare i suoi abitanti. Basta
volerlo. E forse, un giorno, tutto potrà
ricominciare.”
[cit. Voce narrante Digimon Adventures ep. 1x54]
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