C'est la vie

di CookieLollipop
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Premessa: riferimenti a fatti realmente accaduti sono puramente casuali. Buona lettura.
 

 
 
 
COME TUTTO EBBE INIZIO
 
 
Quella giornata fu davvero straziante. Ero appena tornato dall’università, e nello stesso momento dovevo uscire di nuovo di casa; perché questo? Il mio coinquilino non aveva fatto la spesa ed era uscito con la sua ragazza, perciò dovevo occuparmene io. Poggiai la borsa e alcuni libri che tenevo in mano nella scrivania di camera mia, tornai in salotto per prendere la lista della spesa ed uscii.
E con tutto ciò, mi sono completamente dimenticato di presentarmi. Mi chiamo Narciso, ho ventidue anni e frequento il quinto anno d’università, facoltà di biologia e farmacia. Il mio coinquilino si chiama Nicola, siamo amici dal primo liceo e ora frequentiamo l’università assieme. E vi sto raccontando come io e Nicola abbiamo iniziato a scrivere e raccontare sugli utenti medi di internet, quell’anno, nel 2012, eravamo al primo anno di università.
Ma ricominciamo.
Tutto iniziò appunto con la spesa che io dovevo fare. Non appena finii, tornai a casa e presi il mio computer. Non tanto per studiare, mi sarei messo a farlo dopo, di solito io e Nicola studiavamo di sera – un po’ come adesso. Ma era per andare su Facebook. Molti dei nostri amici – ma per la maggior parte ragazze – nominavano sempre la parola “fanfiction” praticamente ovunque. Ero a casa da solo quel pomeriggio, quindi non potevo neanche chiedere a Nicola cosa significasse.
Ma fortunatamente tornò a casa proprio nel momento in cui avevo tirato fuori un’esclamazione: «Ma che è ‘sta fanfiction?!» e lui mi guardava con espressione stranita mentre chiudeva la porta di casa. Lo salutai e lui ricambiò, avvicinandosi a me.
«Ho fatto in tempo a documentarmi grazie a Silvia, comunque» mi disse, «Le fanfiction sono delle storie scritte dai fan di… qualcosa».
«Come hai fatto a documentarti quando io me lo sono chiesto solo ora?».
«Beh, stavamo guardando alcune cose su Facebook e ci era capitata per caso questa parola, così lei me l’ha spiegata».
Nicola si sedette vicino a me, guardando il computer portatile. Trovammo un sito di fanfiction, anzi, in realtà ce n’erano a migliaia, ma noi ne prendemmo uno a caso. La grafica era carina, azzurra e bianca; un po’ come adesso, insomma. Non chiedetemi nemmeno perché vi sto raccontando la nostra storia, mi sembrava un’idea carina. Comunque, entrammo in quel sito e cliccammo “registrati”.
«Come ci chiamiamo?» domandai.
«Non lo so, metti Terminator!».
E scrissi nel campo del nickname “Terminator”, inventammo una password abbastanza lunga e scrivemmo la mia e-mail. La nostra iscrizione era completata, mancava solo una buona immagine del profilo, inserimmo un’icona a cento per cento pixel di un personaggio di Assassin’s Creed, Ezio Auditore, ma messo di spalle. Iniziammo un po’ a vedere le fanfiction. Cominciammo da Pokémon, che ci era sempre piaciuto. Recensimmo positivamente le persone che effettivamente scrivevano molto bene, e alcune storie andavano anche nella sezione “preferite”.
Il momento critico arrivò quando ne trovammo alcune scritte male. Eravamo appena arrivati, perciò come potevamo criticare? Poi aprimmo una storia. La grammatica era orribile. Anche se eravamo appena arrivati, una recensione critica era obbligatoria, ma non volevamo essere troppo cattivi, anche perché non si deve esserlo, optammo infatti per una critica costruttiva.
Inutile dire che era lunghissima, anche se quel capitolo era corto. E continuammo, e continuammo ancora. Finimmo per stare in quel sito a recensire per due ore. Notammo che nella casella di posta c’era un messaggio, iniziammo a leggerlo:
“Caro Terminator,
Non so chi tu sia, ma mi presento comunque. Come puoi già vedere il mio nickname è Malva, ma dalla bio puoi vedere che ho altri soprannomi, chiamami pure come ti pare. :)
Ti ho scritto perché ho visto molte delle tue recensioni in giro per i fandom, sia positive che critiche. Le tue critiche appunto, sono molto costruttive e aiuterebbero chiunque a migliorare! Posso nominarti “l’eroe delle fanfiction”? Sempre che ti piaccia, naturalmente!
Aspetto una tua risposta,
Malva”.
Non ce l’aspettavamo un messaggio del genere, eravamo davvero scioccati. Ma non rispondemmo ancora, prima dovevamo vederne un altro che ci era arrivato. Lo mandava una certa “xXKrissiXx”, già dal nome potevamo immaginarci che cosa ci fosse scritto, anche dall’oggetto che era un “ciao”.
Ci aspettavamo un messaggio traboccante d’odio, e così fu.
“oila terminator o come cavolo ti chiami tu!!!
Sono molto arabiata, hai mandato un sacco di critike alle mei amiche, si puo’ sapere perchè lhai fatto?!!”
Cominciammo a ridere come non mai. Era traboccante d’odio e allo stesso tempo molto divertente. Rispondemmo prima a Malva, con tanti ringraziamenti, poi rispondemmo a xXKrissiXx.
“Perchè sn malvaggio!!! Hhihih xdxd”.
Lo inviammo, e ricevemmo quasi subito la risposta della ragazzina. Stavamo morendo dal ridere.
“vergognati!!!!non si fa noi scriviamo per passione capiscilo!1!1! Siamo appassionate scrittrici e nn puoi rovinarci il nostro sogno!!!!!!!1!”
“Certo, voi prima imparate la grammatica. E poi, se leggi bene, ho fatto delle CRITICHE COSTRUTTIVE. Sai che significa? Se non lo sai, cercalo nel vocabolario, un consiglio da amico. ;)”
E continuammo a ridere. Quella situazione, soprattutto per quella ragazzina, era davvero imbarazzante. Andammo nel suo profilo e guardammo la sua bio, completamente vuota. Poi guardammo le storie, erano due: “SOFFIO DI INVERNO” che era sicuramente la prima che aveva scritto, e “l’oleandro furioso”, quest’ultima non era altro che una fanfiction su un anime, a stile copione e “comica”.
Noi non ridevamo tanto per le storie in sé quanto per la sua grammatica. Il problema di questa ragazzina era che si vantava troppo, a differenza delle sue amiche che ci ringraziavano della critica quando recensivamo.
Quello fu il primo giorno, un giorno di aprile del 2012. Era fin troppo divertente, e allo stesso tempo potevamo aiutare qualcuno e farci anche amicizia.
Ricordo un giorno particolare, ma questa è un’altra storia che spero di aver modo di raccontarvi.




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