[Questa ff
è ambientata dopo le vicende del film '' il gobbo di Notre
Dame'', il sequel non esiste.]
TRA LE CAMPANE DI
NOTRE DAME.
Era qualcosa che non
doveva assolutamente accadere.
Era sbagliato, era
irrazionale, era fuori luogo..
Ma era bellissimo.
Dannatamente stupendo.
-M-ma sei sicura di voler proprio
venire, Esmeralda?-
-Te lo ripeto Quasi, io voglio venire con te.-
-E'-E' che non capisco cosa tu ci possa trovare di
tanto..interessante. Cioè, ti posso assicurare che è estremamente noioso e
ripetitivo..- tuttavia, il fatto che la gitana fosse interessata al suo lavoro
gli infondeva un tepore piacevole nel petto.
Di risposta Esmeralda posò le mani tintinnanti di gioielli
all'altezza dei fianchi e gli schioccò un'occhiata contrariata. -Io sono
davvero curiosa di sapere come ti occupi delle campane. Voglio vedere come le
curi, come le controlli per infine suonarle. Hai un compito
importantissimo...suonare le campane della cattedrale!- gli sorrise con
gentilezza, socchiudendo gli occhi smeraldini.
Quasimodo deglutì appena, arrossendo leggermente e
abbassando il capo per fissarsi le scarpe. Odiava essere così impacciato di
fronte a lei, eppure non riusciva a controllarsi..e si malediva sempre. Quei
sentimenti, puri e intesi, erano destinati a essere rinchiusi nel suo cuore per
tutta la vita perchè lei, la sua Esmeralda, era ormai prossima alle nozze con il capitano Febo, nonché suo grande amico.
Si sentiva meschino
ogni volta che veniva pervaso da quei sentimenti.
Riscosse i suoi pensieri con un movimento rapido del capo e
le sorrise di rimando. -E va bene, allora seguimi.-
con entusiasmo Quasimodo iniziò a salire una delle grandi scalinate con un
passo svelto, emozionato e desideroso di
mostrarle il suo lavoro: non aveva paura di essere spontaneo con lei , non l'aveva mai avuta sin dal primo
momento che aveva incrociato il suo sguardo seducente eppure dolcissimo. Si volse indietro appena con la testa e notò
con un sorriso che la gitana lo seguiva senza problemi , sorridendo ella stessa
con divertimento.
Arrivarono nell'atrio, in cima alle scale, dove era solito
abitare Quasimodo: nonostante non fosse più recluso in quel posto da Frollo,
era voluto rimanere a vivere lì insieme alle campane e ai suoi amici gargoyle..quella era sempre stata casa sua, si sentiva
perfettamente a suo agio tra quelle mura.
-E' sempre più bello qui..- mormorò Esmeralda avvicinandosi
al grande tavolo da lavoro dell'amico dove egli aveva inciso nel legno tutta la
piazza di Notre Dame con i suoi abitanti. Le sfiorò
con le dita, come era solita fare, e un sorriso delicato comparve. -Dovresti
farne un lavoro.-
-N-no, non sono poi così bravo..-
mormorò Quasimodo abbassando lo sguardo toccandosi il braccio con l'altra mano,
cercando di farsi il più piccolo possibile.-C'è chi sa farlo molto meglio di me.-
-Devo forse ripeterti quello che ti dissi la prima volta che
venni qui?-
-No, lo ricordo.- sorrise il ragazzo ripensando a quanto la
ragazza avesse adulato il suo lavoro dal primo istante.
-E poi, con questi pendenti tutto sembra più magico.-
commentò la corvina, assorta.
Cadde il silenzio per alcuni istanti e fu proprio Quasimodo
a cercare di romperlo. -E Djali dov'è?-
-Oh.- fu come se venne svegliata
improvvisamente. -E' giù, probabilmente a giocare con alcuni bambini.
Preferisco che non venga qui, ha un interesse particolare per uno dei tuoi gargoyle.-
Il ragazzo deforme osservò con la coda dell'occhio uno dei
tre amici, Hugo, e giurò a se stesso di averlo visto tremare appena. Per paura
o gioia doveva ancora capirlo.
-Bene, andiamo. Tra poco le campane devono suonare e non lo
faranno certo da sole!- avrebbe voluto uccidersi per quell'affermazione tanto
patetica ma invece di nascondersi per la vergogna schizzò avanti salendo
agilmente le scale, afferrando con una mano un sacco in pelle scamosciata dove
all'interno c'erano dell'olio, della cera e dei panni.
-Da questa parte!-
Per Quasimodo suonare
le campane della cattedrale era una vera e propria missione quotidiana
oltre che un lavoro: suonarla significava essere parte integrante di Notre Dame , far parte della vita di tutti. Questo gli
scaldava il cuore sempre.
Il ragazzo si avviò tra le travi in legno che conducevano
alle varie campane: era abbastanza rischioso per chi non era esperto, ma Quasi
conosceva ogni trave, ogni angolo e ogni tipo di parete.
Volse lo sguardo dietro di lui per vedere la sua giovane
amica e la vide mentre lo seguiva senza difficoltà.
-Adoro questo posto.- Esmeralda prese un respiro profondo
chiudendo gli occhi. -C'è un profumo buonissimo.-
-S-si, piace molto anche a me.- borbottò il ragazzo timidamente posando agilmente i
piedi tra le sospensioni.
Erano quasi le 20 e Quasimodo aveva il compito di suonare La Fidele
prima dell'inizio della messa serale; il Sole estivo stava tramontando e i suoi
raggi colpivano dolcemente le vetrate della cattedrale, filtrando e spargendo
gli ultimi bagliori arancioni per tutta la struttura.
La gitana ne fu meravigliata, era rapita da quei giochi di
colore.
-E' bellissimo..io non..-
Esmeralda, che aveva continuato tuttavia a camminare, si era
persa in quel turbine di distrazioni tanto da dimenticare dove si trovava;
bastò un nulla, un piede messo male, per farla scivolare e cadere da
quell'altezza.
-Quasi!- la corvina riuscì a malapena a pronunciare il suo
nome con voce strozzata prima di perdersi nel vuoto.
Il gobbo si voltò non appena sentì la flebile voce
dell'amica e con orrore la vide cadere sotto i metri della cattedrale.
No.
No, no, no, no, no.
NO.
Quasimodo non ci pensò due volte e con coraggio si gettò
anch'egli.
Accadde tutto in pochissimi secondi ma la per il giovane fu
come vivere la situazione a rallentatore: in picchiata verso di lei, le braccia
tese per accoglierla, per afferrarla e salvarla; non importava come, non
importava se doveva morire, lei doveva vivere. Vide gli occhi di Esmeralda
farsi sempre più nitidi davanti a lui finchè con le
mani non riuscì a prenderla.
Così leggera, così calda.
Con una mano si aggrappò alla prima cosa che tastò, le
vecchie funi delle campane.
Rimase immobile per secondi interi, cercando di riprendere
lucidità con la sua mente; teneva la gitana contro il suo petto, sentiva il
cuore di lei battere come se stesse per esplodere ma anche la ragazza era
immobile. Quasimodo alzò leggermente il viso deforme verso l'alto e poi in
basso e capì che era riuscito a salvarla davvero per pochissimo: avevano
percorso una discesa di circa 60 metri da dove si trovavano e il suolo era davvero molto vicino.
Appena cominciò a dissolversi la paura e l'adrenalina, Quasi
iniziò sentire dentro di lui un tepore familiare, una sensazione euforica e
gratificante: era riuscito a salvare la donna che amava una seconda volta, era
riuscito a proteggere quella creatura tanto fragile quanto forte e come allora
era tra le sue braccia.
-Esmeralda, come stai?- chiese con
voce dolce e rassicurante mentre agilmente e senza difficoltà risaliva le
pareti grazie alle corde agganciate tra travi e muri pieni di corde vecchie e
mattoni sporgenti.
Non ricevette risposta e questo non fece che allarmare il
giovane gobbo.
-Ehi, m-mi senti?-
Risalì quasi subito fino alla sua stanza posandola sulla
sedia di fianco al tavolo, tuttavia sentì la ragazza tenerlo stretto per la
stoffa della maglia: era visibilmente sotto shock con tremori sparsi e rigidità
in tutto il corpo.
-Aspetta ti predo una coperta..- ma non riuscì a farlo perchè Esmeralda posò la fronte sul suo petto cominciando a
prendere grandi boccate d'aria.
L'idea di aver perso in quel modo il controllo, l'idea di
non essere riuscita a cavarsela come aveva sempre fatto, l'idea di morire in
quel modo senza reagire l'aveva spaventata tremendamente.
Perdere le redini della vita per alcuni
interminabili secondi.
-Esmeralda..- Quasimodo la cinse
con le grandi braccia, goffamente, e la strinse forte cercando di infonderle
più sicurezza possibile. -Va tutto bene..-
Restarono immobili per alcuni interminabili secondi finchè non sentì la ragazza muoversi tra la sua stretta, ammorbidendola subito.
Abbassò lo sguardo e vide che lei lo stava guardando intensamente, gli smeraldi
indugiavano su ogni dettaglio del suo viso. -Grazie..-
Quasimodo avvampò di vergogna e si scostò forse troppo
bruscamente coprendosi il volto con una mano.
Sciocco Quasimodo, sei
uno sciocco! In una situazione del genere non ci devo essere io ma Febo, il suo sposo! Come posso farla stare meglio io che
sono così brutto? Avrà alzato lo sguardo, magari dimenticandosi che ero io, e
invece di trovarsi davanti il viso virile del suo promesso si è
ritrovata...questo mostro.
-Quasi.. - Esmeralda lo guardò spaesata poi si ricompose
accarezzandosi una ciocca ribelle da davanti al viso con le dita che tremavano
ancora leggermente; si avvicinò verso il suo amico e si inginocchiò dietro di
lui.
-Mi hai salvata di nuovo.-
-D-dovere.-
-Perchè non mi guardi?-lo guardò severamente
mentre una mano afferrava la sua.
Il gobbo la ritrasse come se fosse fatta di fuoco e rimase
immobile dandole le spalle.
-Non è così. Sono contento che tu stia bene, ma c-credo che
sia meglio che tu vada via.-
-Perchè?-
-Perchè non è giusto. -Quasimodo
si morse appena la lingua ma decise ugualmente di continuare. Intrecciò le dita
di una mano con l'altra cercando le parole giuste da dire.
-T-tu ti devi sposare, i-io invece
resto qui, e-e mi sentirò di nuovo solo..e-e nessuno mi vorrà perchè sono
un..un...-
-Un cosa?- Esmeralda si alzò in piedi sovrastandolo con
la sua altezza e con lo sguardo gelido. -Dillo se lo pensi davvero.-
-Sai che lo è, non posso cambiare il mio aspetto.- mormorò
Quasi guardandosi i palmi delle mani. Chi
potrebbe amarlo così com'è?
-Si tratta ancora di questo?-
E come poteva non
esserlo.
-Quasimodo!-
Sentendosi chiamare in quel modo, il gobbo sospirò appena e
volse gli occhi verdi verso l'alto, pronto a fronteggiare il suo sguardo, ma
quando se lo ritrovò invece ad altezza viso sgranò gli occhi, indietreggiando involontariamente
di un passo; teneva il viso basso, non riuscendo a reggere quello sguardo così..
meraviglioso?
-Mi dispiace.- sospirò il ragazzo socchiudendo gli occhi,
girando lo sguardo dal lato opposto.
Esmeralda rimase in silenzio poi con le dita si avvicinò fino
ad accarezzare la frangia del ragazzo con una lentezza estrema, cercando di
scostare i capelli che nascondevano il volto. Quasimodo trattenne il respiro,
godendo di quel contatto che, sicuro, sarebbe durato pochissimo.
Incrociò finalmente lo sguardo con la ragazza.
Qualcosa scattò.
I vecchi legami si
ruppero.
La gitana afferrò il campanaro per le vesti della maglietta
avvicinandolo e cercando il contatto atteso. Quasimodo avrebbe voluto
scansarsi, avrebbe voluto fuggire da lì e rinchiudersi in una stanza fino al
mattino seguente..invece le sue azioni, le sue movenze, erano finalizzati a lei
e solo a lei. La cinse per la vita con ardore mentre Esmeralda sfregava e
lambiva le labbra del giovane, le mani che accarezzavano la pelle del suo
volto. Fu come avere fuoco liquido che bruciava e rivitalizzava il suo corpo.
Era come l'aveva sempre immaginato ma molto meglio:
Esmeralda si muoveva dolce, delicata ma con una sensualità disarmante.. eh sì,
si sentiva davvero fortunato...
Febo ero un uomo fortunato.
Febo.
Quasimodo si staccò di botto da lei con il fiatone e le
lacrime agli occhi; vide la gitana ugualmente affannata e sorpresa.
-T-tu devi sposarti. D-devi sposare Febo!- gridò
quelle parole disperato, tenendosi le braccia con le mani come a cercare un
qualche conforto o protezione. -Non posso. Lui è una persona mille volte
migliore di me ..praticamente in tutto!- le volse le spalle per andare verso la
grande finestra, notando che il tramonto era prossimo. -So che sei sconvolta
per quello che è successo, quindi tranquilla farò finta che non sia mai
accaduto nulla.- Si volte nuovamente verso di lei e la vide nuovamente vicina.
Verde nello smeraldo.
Era qualcosa che non doveva assolutamente accadere.
Era sbagliato, era irrazionale, era fuori luogo..
Ma era bellissimo. Dannatamente stupendo.
Entrambi, all'unisono, quasi inconsapevoli delle loro
azioni, si strinsero nuovamente l'uno nell'altro, stringendo e tirando le vesti
come a cercare di avere un contatto più intenso possibile. La gitana si
inginocchiò insieme a Quasimodo, i corpi uniti l'uno contro l'altro.
Come poteva un fiore
come lei provare quelle sensazioni per
uno come lui, così ripugnante?
Le mani di Quasi accarezzarono la nuca della ragazza con una
leggerezza tale da sentirla tremare contro di lui.
Il bacio terminò, le labbra gonfie da quel contatto tanto
passionale.
Lei lo osservava, in silenzio.
Lui la guardava stupito.
Si sentiva un meschino, sentiva di non meritare quella
felicità perchè la stava togliendo a qualcun altro.
Eppure sentiva di appartenere a lei. Sarebbe eternamente
stato legato ad Esmeralda.
-Non ti ho mai visto un mostro, nemmeno la prima volta.- le
parole della zingara fecero sussultare il campanaro. Si osservarono per molti
altri secondi senza che nessuno parlò.
-Credo..che sia ora che tu suoni le campane.-
-Oh.- guardò fuori mordendosi il labbro inferiore. -Io..-
-Ti aspetto qui.- disse Esmeralda con un sorriso affettuoso,
le guance scure leggermente arrossate. -Non andrò via.-
Era ciò che voleva
sentire.
La guardò nuovamente di sottecchi, preso da un'ennesima
ondata di imbarazzo,e successivamente annuì.
-A-a dopo allora.-
-Sì.-
Quasimodo si arrampicò nuovamente verso le campane. Non le
aveva lucidate ma non importava, ci sarebbe stato tempo.
Avrebbe avuto molto tempo anche per la gitana.
Era euforico, era
radioso.
Per la prima volta in
vita sua era stato egoista, ma come si poteva controllare una cosa del genere?
Non poteva sottrarsi,
non poteva sfuggire a quello che per lui era stato amore a prima vista.
Quella sera le campane di Notre
Dame suonarono come mai avevano fatto prima d'ora.
-Angolo autore-
Ciao a tutti! Io sono strana: adoro alla follia il ''Gobbo
di Notre Dame'' e ho sempre trovato ingiusto la
decisione di far mettere Esmeralda con Febo perchè per me il vero ''amore'' era quello nato tra lei e
Quasi, un sentimento talmente forte e intenso da andare contro tutto e tutti.
Si sono trovati, si sono accettati quando nessuno li voleva e boh, penso che
loro siano una bella coppia. Tuttavia non mi ero molto soffermata fino a oggi,
quando ho sognato questa ff e mi sono svegliata con
le lacrime: Dio santo, perchè non era vero?! Ho fatto
del mio meglio ma non credo di essere riuscita a trasmettere fino in fondo l'emozione che quel sogno mi ha dato. Era di
una dolcezza tale da emozionarmi fino
allo stremo. Beh, ecco tutto.
Spero che la ff sia piaciuta! Un bacio a
tutti.
Trisha_Elric
ps: ho sempre detestato Madellaine.
Trovo che sia inutile, senza spessore, senza significato il cui unico scopo era
dare una compagna ad un patatone come Quasi..e sinceramente la trovo pure
brutta.