Zombie Apocalypse

di SolfatoDiLinfa
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Capitolo 11: Più buio di ieri


Abby fissava ancora il quadrante dell'orologio, ansiosa. Sembrava passata un'eternità, quando un rumore giunse dalla cucina, facendola saltare in aria.
La compagna rise di gusto.

«Bry, taci!» aveva davvero voglia di picchiarla. «Chiunque si sarebbe spaventato!»
Non era stato altro che il rumore del frigorifero, intento a raffreddare il suo interno.
Abby fece un paio di respiri profondi, osservando la compagna ancora zitta ma con un sorriso sulle labbra. Per quanto la situazione potesse essere divertente, la bionda era estremamente seria. Non capiva come l'altra potesse comportarsi in modo così tranquillo e contenuto. E, anche se fino ad allora aveva funzionato, il suo menefreghismo avrebbe potuto ucciderle.

«Non si sente nulla...» commentò Abby, a bassa voce.
«È ancora presto» sussurrò Bry, calma ma in allerta. «Immagino che non tutti siano così incoscienti da girare a quest'ora, dopo i recenti avvenimenti»
La bionda annuì.
«Oppure non c'è più pericolo, oltre agli uomini che ieri sono stati attaccati e morsi» ragionò ancora.
Sembrò prepararsi ad esporre una nuova ipotesi, ma non ne ebbe l'occasione. Il rumore del frigo si interruppe ma, peggio, nel piccolo appartamento calarono le tenebre. Abby non perse tempo e si lanciò sulla compagna (per la prima volta...) in cerca di protezione.

«B-b-bry...» tremò. «È andata via la luce...»
«Ho visto» sbuffò l'altra, seccata forse più per la battuta appena fatta che per l'avvenimento. «Anche la corrente» e fece per alzarsi dal giaciglio.
«No, no! Dove vai?» Abby la strinse a sé, le braccia molle a causa del terrore che, sempre di più, si stava impossessando di lei.

«Prendo una candela e un accendino, torno subito» e riprovò a lasciare il letto, ma ancora una volta venne trattenuta.
«Ti prego, posso venire anche io?» la supplicò Abby.
«Sì, puoi venire anche te» sospirò Bry, dopo aver concesso la caramella tanto desiderata al bambino affamato. La bionda le si attaccò addosso come una cozza. Quasi non riusciva a camminare.

Quando si fermarono, dopo una decina di passi, Abby sentì l'altra armeggiare con alcuni sportelli, fino a che una fiammella non illuminò il suo viso concentrato. Aveva trovato l'accendino e, dopo aver acceso ben due candele, lo lasciò sul tavolo, a portata di mano. Ora, il buio era un po' meno rado.
«Dovremmo risolvere il problema» bisbigliò, pensierosa.

«Che diamine vuoi fare?»
«Potrebbe essere semplicemente saltata la corrente... sai è normale. Capita, a volte»

«Succede quando c'è un sovraccarico! E qui non abbiamo fatto un bel niente!» Abby si sforzò per non urlare.
«Ascolta, c'è una centralina alla fine del corridoio. Posso andare a controllare, se si tratta di un comune sbalzo di energia sarà sufficiente alzare un paio di leve» la rassicurò. «So come fare, e nel giro di pochi minuti sarò di nuovo qui»
«Neanche per sogno, è troppo pericoloso!» anche nell'oscurità, il nervosismo della ragazza si propagava alla perfezione.
«Hai qualche alternativa? Vuoi restare al buio per tutta la notte?»

Abby, al solo pensiero, tremò. Chiaro, non aveva smesso di tremare dallo spavento iniziale, ma tremò di nuovo. «Almeno, non andare da sola. Fammi venire con te, posso darti una mano»
L'altra rise di gusto. Ma non era una risata scherzosa, non era successo di nulla di divertente. Era una risata che, percepì la bionda, conteneva in sé rabbia e forse un pizzico di disperazione.

«Tu? Aiutarmi?» la schernì Bry. «L'unica cosa utile che puoi fare è rinchiuderti in bagno, e aspettare che io risolva la situazione. Non è quello che hai fatto fino ad ora?»
Il volto della mora non era lo stesso che Abby ricordava, lì al buio. Forse era il momento, ma pareva che le tenebre avessero rivelato ciò che era realmente: una persona sola, totalmente autosufficiente e, in alcuni casi, cattiva.

La bionda non se la sentì di obiettare. Aveva ragione, e si fece da parte.
«Voglio solo che tu rimanga qui, al sicuro» aggiunse Bry, in tono di scuse, ma l'altra aveva già raccolto una candela dal tavolo, dirigendosi verso il bagno. Sbatté la porta alle spalle, mentre diverse lacrime rigavano il suo volto.
 




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